NEL SEGNO DELLA COSMETECH:
DAL NATURALE ALL’(INTELLIGENZA) ARTIFICIALE
CHE TUTTI VOGLIONO
INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’introduzione dell’intelligenza artificiale in un settore come quello della cosmetica sta cambiando le abitudini dei consumatori e attribuendo caratteristiche nuove all’esperienza che questi prodotti permettono di vivere. Ne abbiamo avuto una prova in occasione dell’ultimo Making Cosmetics, nel corso del quale ai temi dell’innovazione digitale per l’industria cosmetica è stato riservato un ruolo privilegiato.
Attraverso i tool per la prova virtuale dei lipstick, delle tinture per capelli e delle diverse forme con cui viene definito l’arco sopraccigliare ai suggerimenti per gli acquisti personalizzati basati sulla realtà aumentata, la moda si è arricchita di preziosi strumenti aggiuntivi. Modalità nuove di testing da remoto che hanno reso possibile anche l’acquisto online, requisito indispensabile in tempi di pandemia, limitazione degli spostamenti fisici e distanziamento sociale (Ref 1. 2. 3).
INTRODUZIONE
Le tecnologie digitali di recente sviluppo possono garantire un supporto che va ben oltre la simulazione e la possibilità di accesso esteso alla make-up art.
Un esempio è rappresentato dagli apparecchi che scansionano la pelle del viso tramite speciali sensori individuandone tutte le imperfezioni e, mediante un device analogo ad una stampante a getto di inchiostro, depositano su di esse microquantità di prodotto trattante (siero) o correttore (concealer, fondotinta). Questi dispositivi per la precision skincare vengono definiti nella comunicazione divulgativa “filtri per la vita reale”.
Stanno già sbarcando sul mercato strumenti in grado di creare formulazioni on-demand per la skincare e il make-up, integrando i dati provenienti dall’analisi in tempo reale della pelle (inclusi il pH cutaneo, la presenza e la localizzazione delle righe e delle linee di espressione e discromie, le microespressioni del volto) e parametri rilevati dall’atmosfera come la temperatura, il tasso di umidità e l’indice UV.
Attraverso la tecnologia del machine learning e l’input fornito dall’utente in termini di preferenze, questi dispositivi accrescono la loro expertise man mano che vengono impiegati, offrendo una performance sempre più precisa e puntuale.
ANALISI E INTEGRAZIONE DEI DATI PER LA SKINCARE
MONICA TORRIANI
Consulente scientifica | Italia
Bio...
Mi sono laureata in Farmacia presso l’Università degli Studi di Milano. Ho fondato WELLNESS4GOOD, un blog di approfondimento sul ruolo sociale dei farmaci. Mi occupo di healthcare per la carta stampata e il web e svolgo attività di consulenza scientifica.
La tendenza generale del mondo beauty è quella di invertire l’inarrestabile (e, per certi versi, pericoloso) trend della standardizzazione in atto da diversi anni.
Il sempre più diffuso ricorso ai trattamenti di medicina estetica e chirurgia plastica ha consentito il raggiungimento di risultati sempre più performanti in termini di prevenzione dell’invecchiamento cutaneo e mantenimento di un aspetto giovane e fresco. Tuttavia, non sono state rare le circostanze in cui questo si è verificato a spese del mantenimento di canoni di bellezza individuali.
L’impiego delle tecnologie digitali per la personalizzazione dei cosmetici si onda comunque sull’elaborazione di opportuni programmi, che dovranno tenere conto dei numerosi e complessi aspetti etici della questione.
VALORIZZARE LE DIFFERENZE
Il mito della crema perfetta per ogni tipo di pelle potrebbe diventare realtà, dunque, grazie anche e soprattutto al contributo della ricerca. Un team di ricercatori dell’Università Milano Bicocca sta lavorando allo sviluppo di una soluzione di intelligenza artificiale basata su machine learning e big data management per sviluppare formulazioni scientificamente personalizzate.
Il progetto è stato chiamato Skiome ed è incentrato sullo studio del microbioma cutaneo, la sua eterogeneità, i suoi squilibri, come elemento centrale su cui fondare la formulazione di precisione. La prossima frontiera è quindi quella dell’epigenetica: l’interazione con la componente modificabile del DNA per rallentare i processi ossidativi e l’invecchiamento dei tessuti, stimolando i meccanismi di autorigenerazione, attraverso la cosmetogenomica.
In questa fase, l’équipe di studiosi dell’ateneo milanese non ha ancora pubblicato i risultati peer reviewed del lavoro, che attendiamo a breve, ma un provvisorio preprint (Ref 4).
INTERFERIRE CON LE ISTRUZIONI CONTENUTE NEL CODICE GENETICO
La realizzazione di questa tipologia di progetti non si limita alla mera produzione di apparecchi, ma si propone di produrre un’esperienza multisensoriale per il cliente. A questo scopo, richiede il coinvolgimento di un team multidisciplinare, che comprende psicologi ed esperti in neuroscienze, anche alla luce del peso che un bell’aspetto oggi ha sul benessere psicologico delle persone e della conseguente consistenza degli investimenti economici da parte dei consumatori nel settore (Ref 2. 5. 6. 7).
A livello industriale, il futuro vedrà un’industria cosmetica sempre più simile, nei suoi paradigmi fondamentali, a quella farmaceutica. Prodotti sempre più sofisticati verranno testati mediante trial clinici analoghi a quelli cui vengono sottoposti i medicinali, per ottenere prove scientifiche di sicurezza, efficacia e qualità.
E, assecondando le esigenze di tutela della sostenibilità e dell’etica ambientali, l’animal testing verrà progressivamente sostituito dalle prove in silico (Ref 8).
Senza contare l’impatto positivo dei tool sviluppati nel settore cosmetico sulla diagnosi precoce dei tumori della pelle e, in generale, sullo studio e la migliore comprensione della patologia dermatologica nel real world, nel monitoraggio dell’efficacia post marketing dei farmaci e nelle iniziative di farmacovigilanza (Ref 9. 10. 11. 12. 13).
L’intelligenza artificiale nella produzione industriale viene, e verrà sempre più usata, per aumentare l’efficienza dello scouting dei composti finalizzato alla massimizzazione della qualità del prodotto in base alle richieste di partenza e ai suoi obiettivi cosmetici (Ref 14). D’altra parte, niente si è dimostrato ad oggi capace come lo strumento digitale nelle operazioni di analisi e matching di quantità inimmaginabili di dati in tempi estremamente ridotti.
LA COSMETICA DEL FUTURO: COSA SI INTRAVEDE ALL’ORIZZONTE
Sono allo studio anche dispositivi in grado di analizzare i dati immessi dal cliente attraverso una sorta di form, un documento con cui viene stilato l’ordine, per miscelare gli ingredienti opportuni e produrre cosmetici on-demand.
Ad esempio, per la preparazione di uno shampoo personalizzato, questi device dovrebbero gestire informazioni relative al tipo di capelli, alla loro struttura, alla frequenza d’uso che l’utente intende fare del detergente, al livello di idratazione del cuoio capelluto, al colore con cui il cliente desidera sia realizzato lo shampoo, alla taglia e alla forma della bottiglia che lo contiene, oltre alle fragranze scelte per l’allestimento.
Questo offrirebbe l’opportunità ai soggetti affetti da patologie dermatologiche quali la dermatite atopica o, più in generale, le forme di ipersensibilità a determinate sostanze, di ottenere formulazioni prive di profumo o altri componenti, trascurate dalla produzione industriale su vasta scala.
Allo stesso modo potrebbe essere allestito un fondotinta sulla base dell’analisi mediante scanner della pelle e l’inserimento dei dati in un sistema di machine learning in grado di analizzarli e incrociarli fra loro per ottenere in tempo reale la formulazione perfetta per l’incarnato dell’utente.
LA COSMETICA “GALENICA”
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