Il 2023 si apre con un clima generale positivo per il mercato cosmetico italiano, che chiude il 2022 con una crescita del 10%, lasciandosi apparentemente alle spalle le difficoltà della crisi degli ultimi anni.  

A livello globale, continua il trend dei consumatori in continua ricerca di innovazione, per unire performance eccezionali e rispetto per l’ambiente. Ormai, è sempre più chiara la necessità della cosmetica di dover garantire la sostenibilità degli ingredienti e del packaging, non potendosi più accontentare di raccontare la sola naturalità dei prodotti. È iniziato, per i produttori di cosmetici, una nuova sfida, che non consente più di accontentarsi di nomi INCI che richiamano etimologie botaniche, ma che vuole garantire sostenibilità lungo tutta la filiera produttiva, sia dal punto di vista delle materie prime che riguardo l’energia e i trasporti impiegati. 

La vera sfida per il marketing sarà sempre di più il dover comunicare la scelta etica che sta dietro alla sostenibilità dei prodotti, ovviamente senza perdere l’appeal dei prodotti stessi. Questo non può avvenire con messaggi pubblicitari banali, ma con il grande compito di dare informazioni chiare al consumatore, allineandosi al suo livello di conoscenza della materia, in costante crescita. 

Il passaggio da naturale a sostenibile è un’opportunità per la cosmetica, mercato di nicchia rispetto ad altri ma sempre un passo avanti rispetto ai trend globali. È un’occasione per portare un cambiamento, che non merita di essere solo un giro di parole per stupire il consumatore. 


Nel 2023 prenderanno forma diverse iniziative, fra le quali mi fa piacere segnalare l’EcoBeautyScore Consortium, che mira a sviluppare un metodo per la valutazione dell’impatto ambientale e un relativo sistema di punteggio per i prodotti cosmetici.  


Che stimolante obiettivo!   


Evidente che questa iniziativa, che ha raccolto il consenso di associazioni internazionali e di diversi attori di prima grandezza del nostro settore, potrebbe rivelarsi un successo o un’inutile perdita di tempo e denaro. Potrebbe, infatti, perdersi tra i tanti strumenti di comunicazione di naturalità dei prodotti tipo ISO o non ISO… questo è il dilemma.  

Oppure, potrebbe dare sostanza alla sua comunicazione, valorizzando la filiera completa, che tiene conto degli sforzi di tutti gli attori coinvolti, perché l’investimento in sostenibilità non è solo legato alla messa a punto di un LCA, ma anche e soprattutto allo sforzo di chi sa portare innovazione, guardando oltre i ricavi di domani, puntando a qualcosa di più duraturo e futuristico.  

Ma questo potrà realizzarsi solo se tutta la filiera lavorerà per lo stesso obiettivo. 

Non è il momento di campanilismi di segmento di mercato ma piuttosto dalla presa di coscienza che abbiamo superato la soglia degli 8 miliardi di esseri umani su un pianeta che si sta esaurendo troppo velocemente. 

E come non ricordare il celeberrimo pensiero: "ricordiamo che non abbiamo ereditato il pianeta dai nostri genitori ma l’abbiamo preso in prestito dai nostri figli".

Dobbiamo, ma soprattutto possiamo, fare meglio dei nostri predecessori.

Le nuove sfide della cosmesi