Giulio Fezzardini
TKS Publisher
Italia
Vacanza alle terme: un inno alla vita?
Generalmente una località termale non è tra le più esotiche nella narrazione comune. Forse perché evoca una situazione di carattere sanitario e curativo.
Resta il fatto che le terme sono sempre molto frequentate e offrono situazioni vacanziere godibilissime. Abano Terme, solo per fare un esempio, con la sua posizione permette di conoscere una regione suggestiva come il Veneto e di godere di attrattive come il parco regionale dei Colli Euganei o le ville del Palladio.
Senza contare le offerte di intrattenimento, e va da sé, siamo in Italia, cibi e cantine stellari!
Quindi, bagni più fanghi, massaggi e balli, cucina e cantina, risultato: benessere!
Tanti anni fa ho vissuto una esperienza simile in Trentino, a Comano.
Avevo accompagnato un amico affetto da una forma abbastanza seria di psoriasi, per un ciclo di cura.
Comano, infatti, è indicata per il trattamento curativo della pelle.
Situata nel cuore del trentino l’acqua delle Terme di Comano è:
“inodore e insapore, è un’acqua bicarbonato calcio magnesiaca, grazie alle sue proprietà cicatrizzanti, antinfiammatorie, lenitive ed emollienti è particolarmente indicata per trattare diverse patologie della pelle come psoriasi, dermatiti, eczema, acne.”
Era un fine settembre, e prima di partire mi ero preso un brutto raffreddore che, risoltosi in tempo per la partenza, mi aveva tuttavia lasciato, come effetto collaterale dei farmaci assunti, una fastidiosa eruzione cutanea al viso.
Così la situazione era favorevole perché mi trovassi a sperimentare io stesso il beneficio di quelle acque. Infatti, mentre l’amico in questione era ai bagni io, partito con l’idea di giornate spese in lettura, passeggiate, blitz al sontuoso buffet dell’albergo, mi sono trovato piazzato davanti a un potente erogatore aerosol.
Da non crederci, nel giro di pochissimo non solo l’eruzione era completamente sparita ma mi sono ritrovato una pelle “alla pesca” mai avuta in vita mia. Oltretutto io sono un ex ragazzo sulla cui pelle l’acne giovanile ha picchiato duro.
Da accompagnatore mi ero così ritrovato felicemente paziente. Un po', fatte le debite proporzioni, quello che era successo a Giovanni Castorp, il protagonista della “Montagna Incantata” di Thomas Mann che, andato in sanatorio a trovare il cugino affetto da tubercolosi, preso da un clima irreale in cui lui, il “sano”, era un “diverso” rispetto alla comunità degli ospiti, il giorno in cui scopre di avere poche linee di febbre esulta dicendo “sono anch’io dei vostri!”. Una situazione psicologica, va detto, un po' decadente…
In effetti, nonostante il richiamo di vacanza e benessere, le terme risuonano di una sottile nota decadente-romantica.
Nell’immaginario evocano giardini viennesi con valzer che arrivano dai chioschi, passeggio a braccetto, chiacchiere improvvisate davanti a una fetta di strudel con i casuali vicini di tavolino.
Ludwig van Beethoven, icona del romanticismo, affetto da diverse patologie oltre la sordità, abitava a Baden bei Wien, nota località termale, frequentata da aristocrazia ed alta borghesia. Del resto, chi allora poteva permettersi una vacanza curativa?
Tuttavia, le terme non hanno nulla di decadente, anzi! Nascono e si sviluppano nella civiltà greco-romana come centri curativi, certamente, le proprietà benefiche delle acque erano note, ma anche come strumento di igiene (fattore importantissimo questo che sarebbe venuto a mancare nei secoli successivi con grande gioia di microbi e batteri) e punto di relazione e incontri.
Le terme erano democratiche, accessibili a tutti, senza limitazioni di censo o classe; possiamo quindi immaginarci incontri di affari, alleanze e strategie politiche, gossip non ne parliamo, analisi appassionate su quel gladiatore o auriga.
Poi le cose sono evolute, o involute a seconda dei punti di vista.
Come insegna la storia del personal care, cosmesi e profumeria, dal medioevo fino al ‘700, per vari motivi, l’igiene è venuta clamorosamente a mancare; si viveva nei liquami in mezzo alla strada, il re di Francia si lavava orgogliosamente una volta all’anno e passeggiare per i giardini di Versailles era una avventura pericolosa: la reggia, ricca di ori, specchi e arazzi, lo era molto meno in dispositivi sanitari, e non risulta che i nobili che si davano alla macchia avessero come elemento di corredo personale salviettine e sacchettini come quelli che uso per il mio cagnolino. Non ci si lavava e ci si cospargeva di ciprie e profumi (ceto alto ovvio) per coprire i penetranti olezzi: una situazione desolante cui le buone, antiche e progredite terme romane avrebbero potuto egregiamente supplire.
Poi, per fortuna, le cose sono davvero evolute e anche le terme hanno ripreso quota insieme a condizioni urbanistiche e personali in progress.
Negli ultimi decenni del nostro tempo invece abbiamo visto svilupparsi le SPA, che, forse è una mia forzatura, sono un po' una declinazione del concetto di terme rivolta ad una nuova forma di benessere: un ciclo curativo termale è, appunto un ciclo, ma alla SPA posso anche decidere di andarci last minute per recuperare l’umore dopo una pessima giornata di lavoro.
Oggi, lo faccio anch’io, si va alla SPA come in palestra, al campo di padel, al corso di ballo. E questo va anche a beneficio (chiosa professionale) del comparto cosmetico-personal care.
Tutto bene quindi? Un pensiero mi viene.
Ho parlato delle terme, da Roma ai caffè di Abano Terme o Salsomaggiore, come luoghi di incontro e relazione. Oggi ogni località e luogo ci vede tenacemente incollati allo schermo di un cellulare con le orecchie blindate dagli auricolari.
Questa è una grave perdita che non fa bene alla salute dell'anima. È il nostro tempo, vero. Credo tuttavia che potremmo tornare alla gioia di una “salus” interiore che si esprime anche e soprattutto nell’incontro con l’altro che mi sta accanto.
Le terme quindi come un simbolico richiamo alla cura di corpo e anima? Forse è solo illusione.
Tuttavia, a Baden bei Wien Ludwig van Beethoven, in solitudine, nel pieno dramma della sordità, nella totale assenza di suoni, ha scritto l’Inno alla Gioia: potente, immortale inno all’abbraccio.
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Voice: William Scott Agostini
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