LA COSMESI
CHE MANTIENE IN SALUTE
IL MICROBIOTA CUTANEO
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Coniato dal premio Nobel Joshua Lederberg nel 2001, il termine “microbioma” è entrato a far parte a tutti gli effetti del linguaggio comune quando si tratta di prodotti cosmetici: letteralmente, questo termine identifica l’intera comunità di microorganismi viventi sia all’interno che all’esterno dell’organismo; lo stesso Lederberg lo descrive come “un sistema ecologico di microorganismi commensali, simbiotici, e forse patogeni che risiedono nel corpo umano” (1). In tempi più recenti, il termine microbioma si riferisce tipicamente all’insieme dei genomi dei microorganismi viventi in una specifica area, mentre il gruppo dei microorganismi di per sé, quali batteri, funghi e virus, viene identificato attraverso il termine “microbiota” (2). Le conoscenze circa la tipologia degli specifici microorganismi presenti nel microbioma e la loro importanza per la salute dell’organismo umano, sono state approfondite grazie al completamento, nel 2012, del “Human Microbiome Project” da parte del National Institute of Health statunitense: da allora, l’argomento “microbioma” è considerato un tema “caldo” non solo nel campo cosmetico ma anche in ambiti sanitario e alimentare. Questo interessante progetto ha di fatto permesso di definire la strategia per comprendere le componenti microbiche presenti in ambito genetico e metabolico umano, come esse contribuiscano all’equilibrio fisiologico dell’organismo e come possano, in certa misura, predisporre ad eventuali stati patologici (3).
INTRODUZIONE
Mentre il ruolo dei micr oorganismi presenti a livello intestinale è stato ampiamente indagato ed è considerato un argomento dall’elevata importanza per la salute e la nutrizione, le informazioni circa gli “abitanti” microbici presenti sulla superficie della pelle sono relativamente recenti: il microbioma cutaneo rappresenta infatti uno degli ultimi trend in ambito medico e cosmetico.
Qual è quindi la relazione esistente tra microbioma della pelle e cosmetica? Per rispondere a questa domanda è utile fornire alcune considerazioni che permettano di comprendere al meglio l’importanza di questo legame per lo sviluppo di prodotti beauty sempre più funzionali, innovativi e sicuri.
La pelle è l’organo responsabile della “relazione” che esiste tra il nostro corpo e l’ambiente circostante: tutt’altro che una semplice barriera passiva, questo organo, il più esteso del corpo umano, presenta una struttura dinamica, in continua trasformazione che mantiene e protegge l’omeostasi dell’organismo. Non solo, apporta sostegno strutturale, partecipa alla regolazione della temperatura corporea, previene l’ingresso di microorganismi patogeni e sostanze tossiche all’interno del corpo e contribuisce al mantenimento del sistema immunitario (4). La pelle è appunto sede di una importante “community” di differenti microorganismi che compongono lo specifico microbioma cutaneo: tra i più comuni microorganismi rilevati a livello cutaneo risultano Propionibacterium acnes, che contribuisce allo sviluppo dell’acne, Corynebacterium, Staphylococcus epidermidis, in grado di formare un biofilm protettivo, Staphylococcus aureus, normalmente non nocivo ma che può condurre ad infezioni in caso di pelle non integra, e Streptococcus pyogenes, responsabile di diverse tipologie di infezioni (5).
MICROBIOTA CUTANEO
In condizioni normali, ossia in assenza di fenomeni patologici, il microbioma cutaneo risulta in equilibrio con il suo ospite (6). Tuttavia, tale importante equilibrio può essere influenzato da alcune variabili che includono età, genetica, stile di vita, dieta e prodotti per la cura e l’igiene personale (7): tali fattori possono condurre a possibili disbiosi del microbioma cutaneo con conseguente insorgenza di stati patologici, quali acne, psoriasi e dermatite atopica (8), e cambiamenti a livello endocrino e metabolico all’interno del microambiente cutaneo che interferiscono con l’omeostasi della pelle, fondamentale per la salute generale dell’organismo in relazione alle sue importanti funzioni. Negli ultimi anni le conoscenze circa l’importanza dell’equilibrio del microbioma cutaneo sono state approfondite e applicate al settore cosmetico: i prodotti cosmetici che vengono quotidianamente applicati nella skin-care routine individuale potrebbero avere un impatto sulla composizione del microbioma cutaneo ed è importante accertarsi che non conducano ad eventuali disequilibri. Infatti, le formulazioni cosmetiche sono composte, tra gli altri, da ingredienti quali conservanti ed emulsionanti che possono permanere a livello cutaneo anche in seguito a ripetuti lavaggi e che potrebbero quindi comportare conseguenze sull’equilibrio delle popolazioni di microorganismi presenti sulla pelle. La presenza in formula di ingredienti ad azione conservante è ovviamente fondamentale per la stabilità del prodotto poiché previene possibili contaminazioni che potrebbero verificarsi con l’utilizzo da parte del consumatore: tuttavia, è altrettanto importante verificare che la loro azione preventiva sulla crescita microbica non interferisca con la presenza di microorganismi benefici essenziali al mantenimento della funzionalità della cute.
EQUILIBRIO PRECARIO
Inoltre, l’industria cosmetica, grazie alle sempre più approfondite conoscenze circa l’importanza del microbioma e delle specifiche interazioni con la funzionalità cutanea, è stata coinvolta nello sviluppo di nuovi prodotti che non solo non interferiscano con l’equilibrio del microbioma cutaneo, ma che lo mantengano in salute, garantendo la composizione quali- e quantitativa dei microorganismi residenti.
Sul mercato esistono dunque varie tipologie di formulazioni realizzate con ingredienti benefici per il microbioma tra i quali occorre menzionare quelli che rientrano nel concetto dei “biotici”; essi sono suddivisibili in tre categorie principali: i prebiotici, in genere costituiti da oligosaccaridi o polisaccaridi, rappresentano importanti fonti nutritive utilizzate selettivamente da alcuni microorganismi residenti; i probiotici, composti da microorganismi viventi o da lisati in grado di aumentare la quantità di microorganismi benefici per la pelle: il genere Lactobacillus è il più utilizzato nel panorama delle materie prime a base di probiotici.
Gli effetti benefici dei probiotici nell’applicazione topica possono essere associati ad un miglioramento della funzione barriera cutanea ed alla inibizione della crescita dei patogeni poiché limitano i nutrimenti disponibili e, in alcuni casi, producono sostanze ad azione antibiotica (9).
Infine, occorre menzionare i postbiotici, ossia frazioni batteriche e composti prodotti dagli stessi microorganismi e che, una volta applicati sulla pelle, ne promuovono la salute ed il benessere supportando la crescita dei batteri “buoni". Proprio questi ultimi rappresentano la categoria maggiormente utilizzata nelle formulazioni cosmetiche funzionali al mantenimento dell’ottimale equilibrio del microbioma, nonostante l’efficacia maggiore venga identificata nei probiotici che però, essendo microorganismi viventi, risultano difficili da sviluppare e utilizzare all’interno dei prodotti cosmetici.
Negli ultimi anni, tuttavia, i produttori di materie prime, attraverso tecnologie innovative, sono in grado di sviluppare ingredienti attivi similari ai probiotici pur comprendendo microorganismi non vitali e sono pertanto utili al trattamento delle pelli soggette a disturbi e stati patologici indotti da disbiosi. Infatti, conoscendo i pathways di regolazione utilizzati dai microorganismi presenti sulla superficie cutanea, è possibile mimarli attraverso materie prime innovative e ottenere diversi benefici per la pelle, primo fra tutti un rafforzamento delle sue difese verso agenti esterni regolando la presenza di peptidi anti-microbici, della filaggrina, per rafforzare la barriera cutanea, e dei segnali che conducono al rossore cutaneo indotti da fattori di stress (incluso S. aureus).
COSMETICI BENEFICI PER IL MICROBIOMA CUTANEO: PRE-, PRO- E POST-BIOTICI
CHIARA MANTOVANI
Safic Alcan | Italia
Bio...
Chiara Mantovani
Biotecnologa industriale e farmaceutica, decide di percorrere un percorso professionale verso il mondo della cosmetica: dopo essersi perfezionata in cosmetologia, ha lavorato nel campo della ricerca e sviluppo nel settore del contract manufacturing per poi dedicarsi alle materie prime dove si occupa degli aspettici tecnici e di marketing scientifico.
Avere a disposizione sempre più tipologie di ingredienti cosmetici similari ai probiotici per attività, può quindi aprire interessanti scenari nella formulazione di prodotti utili a lenire i sintomi tipici della pelle sensibile, incluso lo scalpo, incrementare l’idratazione cutanea, riducendone la secchezza, e garantire nel complesso un ottimale comfort della cute, preservando e promuovendo il naturale equilibrio del microbioma cutaneo.
Comprendere quindi i possibili effetti dei prodotti cosmetici sull’equilibrio del microbioma permette di sviluppare nuovi ed efficaci ingredienti atti a proteggerlo, mantenerlo o a ripristinarne l’equilibrio, azioni che sono evolute in claim popolari nei prodotti cosmetici lanciati sul mercato negli ultimi anni. Infatti, alcune ricerche condotte dalla piattaforma Mintel evidenziano una crescita nella presenza sul mercato di prodotti dedicati al trattamento del microbioma cutaneo, con una crescita globale del 6% tra il 2016 ed il 2021; da queste considerazioni risulta evidente l’importanza di ottenere sempre maggiori conoscenze circa i possibili effetti che i prodotti cosmetici esercitano sul microbioma cutaneo per poter sviluppare nuovi ingredienti cosmetici funzionali, efficaci e sicuri.
PROSPETTIVE FUTURE
Riferimenti bibliografici
Riferimenti bibliografici
- Lederberg J. "Ome Sweet'Omics--A Genealogical Treasury of Words". The Scientist. 2001
- Microbiome, Xiaoni Liu, Yale J Biol Med. 2016 Sep; 89(3): 275–276. Published online 2016 Sep 30. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5045136/#R1
- The Human Microbiome Project, Peter J. Turnbaugh, Ruth E. Ley, Micah Hamady, Claire M. Fraser-Liggett, Rob Knight & Jeffrey I. Gordon. Nature volume 449, pages804–810 (2007). https://www.nature.com/articles/nature06244
- Cundell AM (2018) Microbial ecology of the human skin. Microb Ecol 76:113-120. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/27245597/
- Regina B. 5 Types of Bacteria that live on your skin. https://www.thoughtco.com/bacteria-shapes-373278
- Fricker AM, Podlesny D, Fricke WF (2019) What is new and relevant for sequencing-based microbiome research? A mini-review. J Adv Res 19:105-112. https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S2090123219300724?via%3Dihub
- Pedro AD, Brandon I, Kausar M, Hilary L, Mohn WW and Greg GH. New insights into the intrinsic and extrinsic factors that shape the human skin microbiome. Biology 2019; 839:1-19. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31266865/
- Stehlikova Z, Kostovcik M, Kostovcikova K et al (2019) Dysbiosis of skin microbiota in psoriatic patients: co-occurrence of Fungal and Bacterial Communities. Front Microbiol 10:1-13 https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/30949136/
- Huang MCJ and Tang J. Probiotics in personal care products. Microbiology Discovery 2015; 3:1-1. https://www.hoajonline.com/microbiology/2052-6180/3/5
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