LA DIETA MEDITERRANEA

E LA SALUTE

MAMMA-BAMBINO

La Dieta Mediterranea è un modello alimentare tipico del bacino del Mediterraneo basato su una sana alimentazione e una regolare attività fisica, che si caratterizza da un ampio consumo di alimenti vegetali, cereali, legumi, pesce, olio d'oliva come principale fonte di grasso e un consumo moderato di vino e dal rispetto della biodiversità e stagionalità dei prodotti (1, 2, 3). Nel 2010 è stata dichiarata dall'UNESCO "patrimonio immateriale dell'umanità", perché è molto di più di un semplice elenco di alimenti, ma promuove l’interazione sociale tramite la condivisione dei pasti in comune, e soprattutto la salute e il benessere di chi la consuma. Questo pattern alimentare, noto principalmente per le sue proprietà antinfiammatorie e antiossidanti, ha effetti favorevoli su vari aspetti della salute, tra cui le malattie cardiovascolari, la salute metabolica, le condizioni autoimmuni, il benessere mentale, la riduzione del rischio di cancro, la riduzione della mortalità complessiva e la promozione di un invecchiamento sano (4, 5, 6, 7).

    LA DIETA MEDITERRANEA

    DIETA MEDITERRANEA E GRAVIDANZA

    Sempre maggiori sono le evidenze sui benefici che l'adesione alla Dieta Mediterranea potrebbe avere nelle donne durante la gravidanza sia per la salute della mamma che per lo sviluppo psicofisico del neonato.

    La gravidanza è un periodo molto particolare in cui avvengono complessi fenomeni di crescita, sviluppo e maturazione. Il nascituro, oltre ad aumentare la sua massa cellulare, acquisisce progressivamente capacità funzionali che gli permettono di vivere e crescere fuori dal grembo materno (8).

    L'ipotesi “Developmental Origins of Health and Disease” postula che l'ambiente durante i periodi di periconcezione, gestazione e allattamento plasmi gli individui in via di sviluppo, portando, nel caso di un ambiente deleterio, a una predisposizione a malattie che esordiscono in età adulta (9).

    Durante la gravidanza, le esigenze nutrizionali aumentano notevolmente. La Dieta Mediterranea fornisce una vasta gamma di nutrienti essenziali, come acidi grassi omega-3, vitamina B, calcio, e antiossidanti, che sono fondamentali per lo sviluppo sano del feto e il benessere della madre. La relazione tra la Dieta Mediterranea e la salute in gravidanza ha suscitato l'interesse della comunità scientifica negli ultimi anni. Numerosi studi hanno esplorato i benefici di questo modello alimentare millenario, dimostrando come possa contribuire in modo significativo al benessere della madre e allo sviluppo ottimale del feto (10).

    Diversi studi epidemiologici hanno indicato che seguire la Dieta Mediterranea può essere associato a una riduzione del rischio di sviluppare complicazioni durante la gravidanza, come la preeclampsia e il diabete gestazionale (11, 12). Gli alimenti ricchi di antiossidanti e acidi grassi omega-3 presenti nella dieta potrebbero svolgere un ruolo chiave in questa protezione.

    Il basso peso del neonato alla nascita si verifica in circa il 10% delle gravidanze e deriva dalla restrizione della crescita fetale. È riconosciuta dall'OMS come una delle cause più importanti di mortalità perinatale in tutto il mondo ed è legata a un più povero sviluppo neurologico nell'infanzia e a un più alto rischio di problemi di salute metabolica e cardiovascolare in età adulta. Nessun trattamento era stato identificato fino ad oggi in grado di prevenire o migliorare questa condizione.

    Alcuni studi di intervento hanno però dimostrato che la crescita fetale può essere migliorata dai cambiamenti dello stile di vita materno (13, 14, 15). Per esempio migliorando l’adesione alla Dieta Mediterranea o riducendo lo stress con apposti programmi di intervento che inducevano a consumare più frutta e verdura, carne bianca, pesce azzurro, latticini, cereali integrali e prodotti ad alto contenuto di omega-3 e polifenoli e ad utilizzare giornalmente olio extravergine di oliva e noci. Questo tipo di intervento era anche in grado di migliorare altre complicanze della gravidanza, come la preeclampsia, il diabete gestazionale o la morte perinatale.

    DIETA MEDITERRANEA E SVILUPPO COGNITIVO DEL BAMBINO

    Ricerche recenti hanno anche evidenziato una correlazione positiva tra la Dieta Mediterranea durante la gravidanza e lo sviluppo cognitivo del bambino. Gli acidi grassi omega-3, in particolare, sembrano giocare un ruolo cruciale nella formazione del sistema nervoso centrale, promuovendo una migliore salute cerebrale nel neonato.

    I bambini nati da mamme che hanno seguito la Dieta Mediterranea durante la gravidanza, a due anni di vita hanno un miglior sviluppo cognitivo, sociale ed emotivo (16). La maggior parte dei nutrienti fetali derivano dalla metabolizzazione della dieta materna, pertanto il modello e la qualità della dieta materna influenzeranno l’esposizione del feto a diversi nutrienti e influenzeranno anche le preferenze di gusto nelle prime fasi della vita e quindi la sua alimentazione nelle successive fasi di crescita.

    Tra i componenti della dieta maggiormente responsabili, un più elevato apporto di acido docosaesaenoico, un acido grasso omega-3 presente nell’olio di pesce, che è stato associato a un migliore sviluppo del linguaggio. Al contrario, un maggiore apporto di acidi grassi trans sembra avere un effetto negativo sullo sviluppo socio-emotivi e linguistico. I grassi trans, in parte naturalmente presenti nei grassi animali, sono per lo più ingeriti con il consumo di alimenti trasformati (ultra-processati) ad alto contenuto di oli vegetali parzialmente idrogenati.

    INFIAMMAZIONE E METILAZIONE DEL DNA COME POSSIBILI MECCANISMI

    I meccanismi attraverso i quali la Dieta Mediterranea influenza la gravidanza, la crescita fetale e lo sviluppo psico-fisico del bambino possono dipendere in parte dalle sue proprietà antinfiammatorie (17) e in parte da cambiamenti nei meccanismi epigenetici (Figura 1, 18). La presenza di alimenti anti-infiammatori nella Dieta Mediterranea può contribuire a ridurre l'infiammazione nel corpo della madre. Questo è particolarmente significativo, poiché l'infiammazione eccessiva è stata collegata a rischi accresciuti di complicazioni durante la gravidanza (19). Inoltre, l'infiammazione sistemica subclinica potrebbe contribuire all'associazione osservata tra l'obesità materna ed effetti negativi sullo sviluppo neurologico del bambino (20).

    L’epigenetica si occupa di modificazioni del genoma che influenzano la funzione del DNA, senza alterarne la sequenza. Queste modifiche possono influenzare come i geni vengono attivati o disattivati e possono avere un impatto significativo sullo sviluppo, la crescita, la malattia e persino il comportamento. Le principali forme di modificazioni epigenetiche includono la metilazione del DNA, le modifiche degli istoni e la regolazione mediata da RNA non codificanti (21).

    Diversi studi hanno dimostrato che la metilazione del DNA, tra i meccanismi epigenetici più noti, è collegata ad un'aumentata risposta infiammatoria e ad un aumento del rischio di sviluppare malattie croniche (22). Si pensa, inoltre, che i cambiamenti epigenetici possano mediare l’associazione tra esposizioni intrauterine, esposizioni postnatali e lo sviluppo della salute mentale o del sistema immunitario del bambino (23). La relazione tra alimentazione ed epigenetica sta quindi diventando sempre più chiara e importante negli ultimi anni e numerosi studi scientifici hanno infatti dimostrato come l’esposizione a particolari nutrienti durante lo sviluppo possa “programmare” a lungo termine la salute ed il benessere del bambino e avere effetti permanenti sull’espressione genica dell’individuo. Altri studi hanno dimostrato anche come la regolazione epigenetica influisca anche sull’adulto sull’espressione dei geni che contribuiscono allo sviluppo di patologie quali ad esempio l’obesità, l’ipertensione, l’ipercolesterolemia e alcune forme tumorali (23).



    Tuttavia, c’è ancora carenza di studi che analizzano come la nutrizione materna influenzi la salute e lo sviluppo dei neonati, alterandone i pathway molecolari.

    È proprio per rispondere a questa esigenza che nasce il Progetto MeD-Born, una collaborazione tra il network di ricerca clinica Neuromed dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli (24), l’Università di Catania e l’Università dell’Insubria di Varese-Como. Questo progetto si propone di creare una coorte nazionale mamma-bambino per definire come l'adesione da parte della madre alla Dieta Mediterranea possa influenzare la gravidanza e lo sviluppo del neonato e quali meccanismi molecolari sono coinvolti. Verrà costituita anche una biobanca di campioni biologici delle donne in gravidanza che aderiranno al progetto e dei loro neonati, che costituirà la base per indagini successive.

    Le donne verranno reclutate durante il primo trimestre di gravidanza, alla prima visita ostetrica. Attraverso un software sviluppato ad hoc ed implementato su piattaforma web, verranno raccolte informazioni dettagliate sulla storia personale e familiare fisiologica e patologica della donna e del suo partner, sugli stili di vita, con particolare riguardo alle abitudini alimentari, sullo stato psico-emotivo e sull’esposizione ambientale. Questi questionari verranno ripetuti al secondo e al terzo trimestre di gravidanza. Al momento del parto verranno effettuati prelievi di sangue e saliva alla mamma e prelievo del sangue del cordone ombelicale e un tampone salivare al neonato per la costituzione della banca biologica. Verranno inoltre raccolte informazioni sulla salute e lo sviluppo neurofunzionale del neonato. Sul DNA estratto dal sangue del cordone ombelicale verranno effettuate analisi di metilazione di tutto il genoma (genome wide methylation), mentre sul sangue della mamma verranno misurati i principali mediatori dell’infiammazione. In questo modo si cercherà di capire se le abitudini alimentari materne si associano a modifiche epigenetiche del DNA del neonato e se questo processo può essere influenzato dal profilo infiammatorio della madre. Inoltre, valuteremo se l'epigenetica del neonato può associarsi allo sviluppo fisico e neuro cognitivo del bambino, seguendolo nei due anni successivi.

    Se questa ipotesi dovesse essere confermata, i risultati potrebbero consentire di sviluppare interventi di salute pubblica specifici e mirati, con programmi personalizzati in base alle caratteristiche peculiari mostrate da ciascuna coppia (madre/neonato).

    LO STUDIO MED-BORN NEL PANORAMA DELLA RICERCA ITALIANA

    Gli studi scientifici hanno messo in luce una serie di benefici derivanti dalla Dieta Mediterranea in gravidanza. Dal sostegno alla fertilità alla riduzione del rischio di complicazioni, questo modello alimentare si conferma un alleato prezioso per le donne in gravidanza che desiderano promuovere la salute propria e del loro bambino. Integrare la Dieta Mediterranea nella routine alimentare durante la gravidanza può rappresentare una scelta consapevole basata sulla scienza e sul benessere.

    CONCLUSIONE

    Riferimenti bibliografici

    EDIZIONE SPONSORIZZATA DA:

    LICIA IACOVIELLO1,2 

    SIMONA ESPOSITO1

    1. IRCCS Neuromed | Italia

    2. Università LUM “Giuseppe Degennaro”

    Bio...

    Licia Iacoviello, MD, PhD è professore ordinario di Igiene e Medicina Preventiva all’Università LUM “Giuseppe Degennaro”, Casamassima (BA) e dirige il Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS Neuromed di Pozzilli in Molise. Dal 2005 coordina lo Studio Moli-sani, che ha coinvolto oltre 24.000 persone della popolazione generale, mettendo in luce l’importanza e i meccanismi d’azione della dieta mediterranea nella prevenzione delle principali malattie. Ha pubblicato oltre 530 articoli scientifici”. È inserita da VIA Academy nell’elenco dei Top Italian Scientists.


    Simona Esposito, laureata in Scienze della Nutrizione Umana. Ricercatore al Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell’IRCCS NEUROMED di Pozzilli, coordinatore della fase di raccolta dati del Progetto BigData e salute Personalizzata che vede coinvolte diverse cliniche del gruppo Neuromed, autrice di numerose pubblicazioni focalizzate a comprendere come le abitudini alimentari possano influenzare il rischio di patologie croniche, la mortalità e l’invecchiamento biologico.

    SALUTE DELLA DONNA

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