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Rosa canina L.
UTILIZZO A TAVOLA
“Il Dio Bacco, innamorato perdutamente, provò a conquistare una Ninfa la quale però, spaventata, scappò. Preda dell’amore non corrisposto cercò di raggiungerla correndo, mentre lei fuggiva. Nell’inseguimento, la Ninfa cadde in un cespuglio il quale, immobilizzandola, permise a Bacco di raggiungerla. I due giacquero insieme e una volta conclusosi l’atto, per ringraziare il cespuglio, Bacco lo trasformò in una rosa con fiori dello stesso colore delle guance della Ninfa”.
Linneo, tra i primi a descrivere la specie di cui ci occuperemo, nel XVIII secolo le attribuì l’appellativo di “canina”, questo perché sin dall’antichità, e come riportato anche da Plinio il Vecchio, il decotto delle radici veniva utilizzato come rimedio per la rabbia trasmessa dal morso dei cani, ma anche per la forma delle spine simili a dei canini.
Rosa canina L. è un’antichissima antenata delle rose coltivate, nata all’incirca 40 milioni di anni fa, come testimoniano reperti fossili ritrovati tra Colorado e Oregon. Simbolicamente la specie ha un lato che incarna la bellezza e il piacere, per via del colore e del profumo del fiore, e un lato simbolo invece del dolore e della sofferenza, conferiti dal tronco e dai rami ricchi di spine finissime, aspetti che sembrano rispecchiare a pieno i sentimenti provati da Bacco [1][2].
Le prime testimonianze riguardanti gli utilizzi di R. canina si riscontrano nella lontana Mesopotamia, in particolare nella regione nord-occidentale del Tigri, dove gli Assiri già la conoscevano e la utilizzavano a scopo medicamentoso, soprattutto come tonico. I Persiani producevano un particolare sciroppo chiamato “giulebbe”, con il quale veniva curata la tubercolosi come riportato anche da Avicenna (filosofo e medico islamico, 980-1037 d.C.).
Gli antichi Romani la utilizzavano più a livello cosmetico che terapeutico: le donne infatti si truccavano le palpebre con l’olio essenziale ricavato dal fiore e succhiavano caramelle preparate con i petali di R. canina, per avere un alito sempre gradevole [2].
Veniva venerata in Siria, in India in Egitto e in Grecia, come confermano Omero e Ippocrate, il primo raccontando dell’uso del macerato in olio da parte dei Troiani, mentre il secondo raccomandava lo stesso preparato per le patologie uterine. Inoltre viene consacrata in numerose pagine dell’“Avesta”, una raccolta di volumi sacri degli antichi Persiani.
Nella medicina ayurvedica è stata da sempre considerata un ottimo lassativo e cicatrizzante. Era una delle piante predilette e più utilizzate nell’antico Egitto, dove veniva adoperata soprattutto come profumo sia personale che per l’ambiente. Di fatto, quindi, la rosa canina è stata sempre utilizzata dall’uomo e dalle diverse popolazioni del mondo, ma soltanto nei primi anni del ‘900 si è capito che le sue proprietà sono in particolar modo connesse al grande quantitativo di vitamina C [3][4][5].
Il suo utilizzo fin dall’antichità e i suoi elevati valori nutrizionali hanno portato R. canina ad essere impiegata in molteplici campi, fino a raggiungere le nostre tavole. La “marmellata di rose” è sicuramente la sua preparazione alimentare più nota e più usata, dove le bacche vengono lavate e private di piccioli e della peluria interna. La tradizione culinaria della Repubblica Ceca suggerisce l’utilizzo di salsa di rosa canina e senape per accompagnare qualsiasi tipo di carne, soprattutto quelle con sapore molto forte. Molto utilizzata e gradita è la tisana, preparata sia con le bacche che con i germogli. Sempre più di moda, soprattutto negli ultimi anni, risulta essere lo smoothie alla rosa, frullato molto nutriente consumato a colazione e merenda. Infine, con i suoi frutti si prepara un liquore chiamato in dialetto “gratacül” soprattutto in regioni del nord Italia come Liguria, Lombardia ed Emilia Romagna [6][7][8][9][10].
BOTANICA & FITOCHIMICA
Rosa canina L. è una pianta appartenente alla famiglia delle Rosaceae, come lampone, pesco e mandorlo. Diffuso in tutto il Nord-Europa, in Asia, in Medio Oriente e nel Nord America, in Italia risulta essere la specie di rosa spontanea più comune, molto frequente nelle siepi ed ai margini dei boschi. [5][11]. Chiamata anche rosa di macchia o rosa selvatica, è una specie arbustiva eretta che può raggiungere anche i 3,5 metri di altezza. Presenta dei rami spesso ricurvi o arcuati con spine acuminate che aiutano la pianta ad arrampicarsi lungo le superfici. Le foglie sono pennate, composte da 5/7 foglioline, mentre i fiori sono dal bianco al rosa pallido. Gli pseudo-frutti sono acheni racchiusi all’interno di una coppa floreale allargata, rossi e carnosi, dal sapore dolce e aspro.
Fiorisce tra il termine della primavera e l'inizio dell'estate, producendo fiori rosa o bianchi, raramente rossi, larghi circa cinque centimetri. I sepali, dopo la fioritura, si piegano all'indietro e cadono in breve tempo. Gli stili sono lanosi ed allungati, e sono fusi insieme in una colonnina cilindrica. I falsi frutti derivano dalla modificazione del ricettacolo floreale e contengono al loro interno degli acheni, che costituiscono i frutti veri e propri. Gli acheni, a loro volta, derivano dalla modificazione dei carpelli, ed ognuno di essi contiene un seme; la struttura nel suo complesso (di 1 o 2 centimetri) viene chiamata cinorrodo. Gli habitat naturali sono le boscaglie di querce, abete, pino e faggio, fino a 1900 metri. Cresce prevalentemente su suoli profondi ed aridi, resiste molto al freddo e tollera anche il caldo. Inoltre, non risulta essere particolarmente soggetta agli attacchi dei parassiti [12][13].
Di tutti i suoi organi, a livello fitochimico i più interessanti sono senza ombra di dubbio i cinorrodi, i quali sono dei veri e propri “scrigni” di elevatissime concentrazioni di vitamina C [14].
L'olio di R. canina, ottenuto dalla spremitura dei semi, apporta un alto numero di antiossidanti lipofili, in particolare tocoferoli e carotenoidi; contiene inoltre alti livelli di acido p-cumarico, vanillina e acido vanillico. I cinorrodi contengono in media 426 mg di vitamina C per 100 g. Tuttavia, andando ad analizzare le concentrazioni di acido ascorbico nei cinorrodi freschi e nei prodotti disponibili in commercio, sono state individuate concentrazioni di acido ascorbico variabili dallo 0,03 al'1,3% [15].
UTILIZZO IN TERAPIA
A livello terapeutico, sia per il sempre crescente numero di indagini che emergono dalla comunità scientifica, sia per il ricco profilo fitochimico, sia per quanto abbiamo detto fin ora, vengono utilizzati soprattutto i falsi frutti e le gemme della rosa, i quali presentano attività immunostimolanti, antiossidanti e antinfiammatorie. Le bacche di rosa canina hanno inoltre azione blandamente diuretica e astringente. Le grandi quantità di vitamina C, acido malico, acido citrico, carotenoidi, pectine, tannini, flavonoidi e antociani ne determinano infatti le proprietà terapeutiche, mettendo a disposizione un profilo fitochimico eterogeneo, dove i singoli costituenti sono in grado di agire sinergicamente, determinando le attività ascrivibili a questa specie [16][17][18][19][20].
La correlazione tra bioattivi funzionali e proprietà di R. canina è messa in evidenza da una serie di studi in vivo che mostrano come l’estratto secco della pianta vada ad esercitare un’attività antinfiammatoria e immunomodulante in pazienti affetti da osteoartrite al ginocchio e all’anca riducendo così i sintomi del dolore e migliorando la mobilità dell’articolazione. Risultati analoghi vengono descritti anche per pazienti affetti da artrite reumatoide [21][22]. Studi in vitro mostrano come tre bioattivi isolati, galactolipide (GOPO), acido linoleico e acido alfa-linolenico, abbiano proprietà antinfiammatorie. Il GOPO ha inoltre mostrato proprietà cardioprotettive in vitro [22]. Negli ultimi anni l’estratto secco di R. canina è stato valutato per la sua attività antidiabetica. Altri studi in vitro confermano come l’estratto riduca l’ossidazione degli acidi grassi nel fegato e riduca l’accumulo di grasso negli adipociti [21][22]. Un trial clinico in doppio cieco ha inoltre riportato come l’assunzione di un estratto secco per dodici settimane riduca il grasso addominale in pazienti in sovrappeso, con abbassamento dell’indice di massa corporea (BMI) a valori compresi tra 25 e 30 [22].
NUTRA
La ricchezza del fitocomplesso, l’eterogeneità delle molecole che lo costituiscono e gli studi condotti da parte della comunità scientifica hanno fatto sì che Rosa canina possa godere di un’ottima reputazione nel mondo della nutraceutica (NUTRA) e quello della cosmetica (BEAUTY).
Come già ribadito più volte, la proprietà peculiare di Rosa canina è la sua ricchezza in vitamina C, sfruttata soprattutto nel mondo dell’integrazione e alimentare. L’importanza di questo elemento deriva dal fatto che l’uomo, a differenza di quanto avviene per altri animali, non è in grado di sintetizzarla da solo e, per questo, risulta essere fondamentale la sua introduzione attraverso la dieta o, in caso di carenza, attraverso l’assunzione di integratori alimentari [17][18][19]. I piccoli frutti della rosa canina vengono invece impiegati in tisane ed estratti per il loro elevato contenuto di vitamina C e di altre molecole ad azione antiossidante, tra cui i flavonoidi [17][18][19].
Oltre a difendere dall'azione dannosa dei radicali liberi, la vitamina C contenuta nelle bacche di rosa canina è convolta anche nella sintesi di collagene e nei meccanismi di assorbimento di calcio e del ferro[18][19].
Tra gli altri componenti con attività benefica per l’organismo e presenti in quantità significativa, R. canina è in grado di assicurare un apporto in licopene pari a 6,8 mg per 100 g di frutto, oltre che i già nominati GOPO, acido linoleico e acido alfa-linoleico [21].
La rosa canina viene normalmente consigliata come rimedio per aumentare le difese immunitarie, combattere gli stati infiammatori, alleviare i sintomi influenzali e allergici e contrastare l'azione dei radicali liberi [16][17][19][20]. Il gemmoderivato ottenuto dai giovani germogli è consigliato per le sue proprietà immunomodulanti, dunque per regolare la risposta immunitaria nei periodi di maggiore esposizione a patogeni e agenti esterni che colpiscono il nostro organismo, soprattutto l'apparato respiratorio [17][20]. Grazie alle proprietà antinfiammatorie della pianta, il gemmoderivato di rosa canina è utilizzato anche nelle flogosi acute che interessano le mucose nasali, gli occhi e le vie aeree superiori, per trattare congiuntivite, rinite, asma allergico e nelle infezioni ricorrenti come tonsilliti, rinofaringiti, otiti [20].
Considerare la rosa canina come possibile ingrediente funzionale di un cibo oppure come un cibo funzionale vero e proprio è una questione abbastanza controversa e poco definita. Ad oggi infatti la stessa Food and Drug Administration (FDA) non ha fornito una esatta definizione di cibo funzionale [23]. Varie organizzazioni hanno proposto criteri per identificare questa categoria in costante aumento. La definizione più completa di cibo funzionale arriva dalla FFC (“Functional Food Center”) secondo la quale è la quantità di costituenti bioattivi a rendere un cibo ordinario un potenziale cibo funzionale [24]. La rosa canina può a buon diritto, quindi, considerarsi un alimento funzionale [21][22][17], ma nelle sue preparazioni concentrate è autorizzata, ammessa e conseguentemente usata soprattutto come integratore alimentare.
Il quantitativo di vitamina C contenuto nella rosa è molto elevato se comparato a quello di altri frutti e verdure. La concentrazione maggiore si ha nella polpa nel periodo di massima maturazione [25].
Diverse parti della pianta vengono utilizzate in infusione per combattere i sintomi associati all’influenza stagionale, specialmente il raffreddore anche se c’è da dire che lo stesso infuso contiene meno vitamina C rispetto al decotto [25]. L’EMA non riporta nessuna monografia o final assessment riguardante R. canina, mentre nella monografia della Commissione E tedesca vengono riportati molteplici utilizzi: da quello tonificante e diuretico per i reni a quello immunostimolante e antidiarroico, dichiarando che la maggior parte di queste azioni non sono però documentate. R. canina associata ad altre erbe medicinali sotto forma di infuso viene utilizzata per contrastare la stanchezza, la costipazione e come rimedio per la cardiopatia[25].
Riassumendo, quindi, di R. canina si utilizzano principalmente le gemme e i falsi frutti sotto forma di estratti liquidi, tisane e altre preparazioni utilizzate come integratori alimentari[16][18][19].
- La tisana (da una a tre tazze al giorno) viene preparata a partire dai falsi frutti essiccati, tenuti in infusione per 15 minuti.
- La dose del gemmoderivato è di 40-50 gocce in due somministrazioni giornaliere, lontano dai pasti.
- La cosiddetta tintura madre di rosa canina (cioè l’estratto idroalcolico ottenuto da cinorrodi freschi, preparato secondo la tradizione di derivazione omeopatica) prevede invece la somministrazione di 45-50 gocce per 3 volte al giorno lontano dai pasti.
- Essendo una pianta mellifera, il pregiatissimo miele di rosa viene assunto direttamente a cucchiai, per combattere le infiammazioni di gola e cavo orale, o in caso di tosse.
Non sono presenti particolari controindicazioni o effetti collaterali conseguenti all’assunzione di preparati a base di R. canina [18]. La somministrazione è però sconsigliata nei soggetti che presentano ipersensibilità o allergie verso uno o più componenti presenti nella pianta o nei suoi estratti[17][18][19]. Per quanto riguarda le possibili interazioni, l'assunzione di rosa canina tende ad acidificare le urine per la presenza di acido ascorbico; dunque, è sconsigliato somministrare questo rimedio con uva ursina, poiché ne ridurrebbe l'efficacia [17][18][19][20].
LO SAPEVI CHE…
- Secondo alcuni, la corona portata da Gesù durante la crocifissione era stata realizzata intrecciando i fusti di R. canina.
- Durante la seconda guerra mondiale, per l’elevato contenuto in vitamina C, gli inglesi integravano la dieta dei loro bambini con lo sciroppo a base di R. canina per sopperire alla mancanza di cibo [32].
BEAUTY
La ricchezza del fitocomplesso, l’eterogeneità delle molecole che lo costituiscono e gli studi condotti da parte della comunità scientifica hanno fatto sì che Rosa canina possa godere di un’ottima reputazione nel mondo della nutraceutica (NUTRA) e quello della cosmetica (BEAUTY).
Gli estratti di Rosa canina sono utilizzati in campo cosmetico sia in prodotti per la pelle che per i capelli, per le sue proprietà anti-aging e anti infiammatorie. La presenza di un’abbondante quantità di vitamina C e altri composti ad attività antiossidante quali i polifenoli la rende un candidato dotato di un ottimo profilo antiossidante che può essere utilizzato per arricchire preparati cosmetici e formulazioni con lo scopo di proteggere, lenire, ringiovanire e rinforzare pelle e capelli [17][26]. L’utilizzo degli estratti in prodotti per la cura del viso e del corpo migliora l’elasticità della pelle, la lucentezza e le discromie cutanee. Gli estratti inoltre possono proteggere la pelle dall’inquinamento ambientale come pure dall’azione dei raggi UV. Trova quindi applicazione nel trattamento di una pelle spenta che mostra i segni dell’età quali rughe, perdita di elasticità e cicatrici [27][28]. Gli estratti di R. canina mostrano un ruolo attivo anche nel processo di pigmentazione cutanea apportando un effetto schiarente che trova applicazione nell’utilizzo di prodotti cosmetici anti-macchia [28]. L’efficacia verso i segni dell’età è dovuta alla presenza della solita vitamina C, implicata nella sintesi del collagene. Gli estratti trovano applicazione anche nell’idratazione di pelli secche e aride, molto sensibili, facilmente arrossabili. Gli estratti di Rosa canina vengono utilizzati anche in prodotti per capelli quali maschere, shampoo, condizionatori con lo scopo di sfruttare l’attività antiossidante al fine di rinforzare la struttura di capelli sfibrati, con doppie punte, spenti e danneggiati dall’utilizzo di tinte o colori. Gli estratti vanno a nutrire in profondità la radice del capello e il cuoio capelluto [27][28]. La polvere di R. canina viene aggiunta nei cosmetici in quantità pari allo 0,5-2% del peso. Va generalmente incorporata nella fase fredda di preparazione. Per preparare un’emulsione home-made possiamo sciogliere l’estratto secco in 5-10 ml di acqua calda fino a dissoluzione e poi incorporarlo con il resto degli ingredienti. Possiamo preparare un estratto base di R. canina aggiungendo 1 g dell’estratto secco o 5 g di rosa canina in polvere in 100 ml di alcool. Questo preparato può essere utilizzato come additivo per molte creme base [27]. Gli estratti di Rosa canina sono utilizzati anche come coloranti naturali grazie alle sfumature rosso-porpora tipiche, nella preparazione di bombe da bagno assieme ad oli essenziali.
Il gruppo di esperti per la sicurezza degli ingredienti cosmetici (Expert Panel for Cosmetic Ingredient Safety) ha esaminato la sicurezza dei costituenti della rosa canina e ha concluso che essi sono sicurinelle attuali pratiche d’uso [29][30][31].
L'olio di rosa canina è invece utilizzato esternamente per i suoi benefici per la pelle. Si tratta di un olio emolliente, lenitivo e rigenerante, utile per prevenire rughe e macchie della pelle, smagliature e cicatrici [17][18][19].
Nutra e beauty si uniscono con la rosa canina: infatti, integratori a base di rosa canina possono dunque essere utili per contrastare l'invecchiamento cutaneo e per favorire l'assorbimento di ferro presente nei vegetali (ad esempio per le persone che seguono una dieta vegetariana o vegana), per incrementare la vitamina C nei soggetti che necessitano di fabbisogni elevati di questo micronutriente [17][18][19].