I nuovi consumatori scelgono
il make-up essenziale

Circa due o tre anni fa le agenzie che si occupano di studiare e individuare le tendenze di mercato avevano individuato un nuovo fermento tra i consumatori per il quale venne coniato il termine: Skinimalism (dalla crasi di Skin e Minimalism). Questa definizione individua un preciso gruppo di “beauty consumers” che approdano all’acquisto con caratteristiche, abitudini e comportamenti molto diversi e precisi: partendo dalla sfera della bellezza si approcciano in maniera trasversale non solo allo stile di vita ma anche al rapporto con l’ambiente circostante. Questo moderno orientamento deriva proprio da mutate priorità con cui ognuno si interfaccia: semplicità e naturalezza.


Soprattutto in questo ultimo periodo questa community è cresciuta davvero molto e ha attirato su di sè l’interesse dei mercati poiché i suoi componenti sono diventati tra i più interessanti consumatori e quindi vanno seguiti e monitorati con molta attenzione e cura.


Innanzitutto, queste persone prestano estrema attenzione al fatto che i prodotti cosmetici utilizzati siano pienamente rispettosi della salute della pelle, siano efficaci ed efficienti, quindi supportati da test con riscontri scientifici autorevoli e controllati anche da un punto di vista etico.


Questi consumatori hanno impostato un utilizzo del make-up completamente diverso: non avvertono più la necessità di nascondere e camuffare i difetti e si allontanano dallo schema di stratificare prodotto su prodotto per apparire quello che, in fin dei conti, non sono.


Da qui la ricerca di cosmetici contenenti poche materie prime di base ma arricchiti con attivi funzionali che assecondino la pelle “traghettandola” con delicatezza nelle diverse fasi della sua evoluzione. Naturalmente la sensorialità non deve essere penalizzata, anzi la gradevolezza e la modalità nell’applicare un fondotinta leggero e scorrevole supportano ancora di più l’efficacia degli attivi in esso contenuti.

Non ultimo grande importanza viene data alla sostenibilità: l’utilizzo di materie prime selezionate che non vadano ad impattare negativamente sull’ecosistema, la scelta di un packaging riciclabile, facilmente smaltibile se non addirittura ricaricabile, ma anche la preferenza di prodotti multitasking che aiutano a evitare gli sprechi soddisfacendo con un solo prodotto più necessità.


Possiamo quindi affermare che questa “bandiera” di libertà di espressione e di liberazione da un modo di apparire troppo costruito, che nasconde i piccoli o grandi difetti del viso, viene portata con orgoglio da persone di ogni età ma forse, se non soprattutto, da coloro che hanno superato senza traumi e smarrimenti gli “anta”. A mio parere due sono state in questo periodo le protagoniste di questa piccola ma importantissima rivolta.


La prima si è presentata alle ultime sfilate di Parigi con un look molto naturale, quasi senza trucco, solo un velo di crema colorata (o fondotinta molto leggero) per rendere l’incarnato omogeneo e fresco. Da icona sexy degli anni Ottanta, la bagnina probabilmente più famosa al mondo si è trasformata nella portavoce della “rivoluzione della bellezza naturale”. Ha affrontato giornalisti e fotografi compiendo un atto di ribellione nei confronti del concetto di bellezza stereotipata che rappresenta la donna non solo sempre impeccabilmente truccata ma che nega il passare del tempo inducendo a cancellare rughe e segni d’espressione facendo ricorso alla chirurgia.


La seconda signora (nell’accezione di donna di stile e grande fascino) è colei che è stata per anni la testimonial di una famosissima casa cosmetica francese. Alla soglia dei quarant’anni si è vista rescindere il contratto solo perché non rispecchiava più l’ideale di donna giovane e fresca, simbolo del brand. Ma la rivincita è arrivata qualche anno più tardi (23 per la precisione): i tempi sono cambiati, la società è cambiata e le richieste dei consumatori influenzano irrimediabilmente il mercato cosmetico e il brand l’ha richiamata per fare nuovamente da testimonial per prodotti mirati a un target ben specifico. Lei è stata anche la protagonista della versione italiana, ottobre di quest’anno, del più prestigioso giornale di moda. Nell’intervista all’interno della rivista si dichiara “onorata e lusingata” per le foto pubblicate senza fotoritocco, in particolare quella in copertina. A sottolineare ancora di più questa nuova voglia di minimalismo, accanto alla foto compare la scritta “Bella Così”. A conferma che le nuove generazioni cercano definizioni di bellezza più moderne e più sagaci, dove l’originalità, quella vera e non costruita, è in armonia con la libertà di essere davvero se stesse.