La valutazione dell’efficacia dei prodotti per la cura dei capelli richiede un approccio altamente specializzato, in cui la conoscenza delle tecniche di analisi deve essere ben adattata sia alle esigenze del Cliente che alla fisiologia del capello così come a quella del cuoio capelluto. Ma non basta! Quando si parla di prodotti per la cura dei capelli, ed in particolar modo di prodotti per la caduta dei capelli, è facile cadere nella tentazione di provare a spingere le rivendicazioni pubblicitarie (claim) al limite della definizione di cosmetico. Ovviamente questo aspetto non ha nessun impatto sul disegno dello studio; potenzialmente, è possibile dimostrare in maniera scientificamente rigorosa tutte le rivendicazioni pubblicitarie, anche quelle decettive e/o fuorvianti per il Consumatore. Ma questo non è lo scopo di nessuno studio e men che meno di uno studio cosmetico. Oltre al tecnicismo, alla metodologia, ed alla scienza è quindi necessario includere nel disegno dello studio una attenta analisi regolatoria del meccanismo di azione del prodotto in virtù della sua efficacia dichiarata.  

In funzione del meccanismo di azione del prodotto e del claim da analizzare è possibile scegliere tra i seguenti disegni di studio: test ex vivo su ciocche di capelli umani, test d’uso con valutazione dermatologica/tricologica e consumer test. Nei paragrafi seguenti analizzeremo i pro e i contro di ciascun disegno di studio.  

INTRODUZIONE

I test ex vivo su ciocche di capelli umani hanno il grande merito di essere un valido supporto sia per lo screening di efficacia delle formulazioni che per la validazione dei claim veri e propri. Questa tipologia di studio è consigliata per i prodotti che hanno un’azione diretta sulla fibra capillare. Non è possibile, infatti, valutare i claim di efficacia che prevedono l’interazione del prodotto con il cuoio capelluto e/o con il ciclo di vita del capello. Come i test in vivo su uomo, anche i test ex vivo presentano una variabilità intrinseca che se non tenuta sotto controllo difficilmente porterà alla generazione di risultati validi. Tra le fonti di variabilità di questa tipologia di studi vi sono: le condizioni dei capelli da cui deriva la ciocca, le caratteristiche del lotto e il lotto stesso. È opportuno, quindi, che il laboratorio di analisi abbia preso in considerazione il peso di ciascuna di queste fonti di variabilità e che abbia implementato procedure per riconoscerle e tenerle sotto controllo.  

Operativamente, questa tipologia di test consiste nel trattare le ciocche di capelli (da 5 a 10 g) con il prodotto test. Le valutazioni sono quindi eseguite a distanza di una singola applicazione oppure a distanza di un periodo d’uso simulato. I parametri che possono essere valutati spaziano dalla misura di caratteristiche fisiche (es. colore, struttura, elasticità, ecc.) (Rif 1,2,3) alla misura di caratteristiche biochimiche (es. stato ossidativo, proteine, aminoacidi, ecc.) della fibra capillare. Vi è inoltre la possibilità di agire sulle condizioni basali della fibra capillare mediante agenti in grado di danneggiare la fibra capillare riproducendo i classici danni da styling o da lavaggi ripetuti, ad esempio.  

Un ulteriore merito dei test su ciocche è rappresentato dalla possibilità di valutare l’efficacia del prodotto su capelli di diversi colori e di diverse tipologie (fine, riccio, mosso, ecc.) con un’incidenza su tempi e costi nettamente inferiore rispetto ad un test d’uso o a un consumer test.  

TEST EX VIVO SU CIOCCHE DI CAPELLI UMANI 

VINCENZO NOBILE          

Complife Group | Italia


Bio...

Il test d’uso è sicuramente il disegno di studio da scegliere quando l’efficacia ricercata non coinvolge solamente le caratteristiche chimico/fisiche della fibra capillare. Quando, infatti, il meccanismo di azione del prodotto prevede di tenere in considerazione la fisiologia del capello e la fase del ciclo vitale in cui si trova, bisogna considerare di testare l’efficacia del prodotto mediante un test d’uso sotto controllo dermatologico/tricologico. Come per tutti gli altri prodotti cosmetici, il test d’uso sotto controllo dello specialista rappresenta la prova più oggettiva ed incontrovertibile dell’efficacia del prodotto; a patto però che il disegno dello studio sia opportunamente progettato sia sulle rivendicazioni di efficacia del prodotto che sui meccanismi fisiologici del capello. 

Il primo passo nel disegnare un test d’uso è il debriefing della comunicazione marketing, allo scopo di ottenere informazioni utili su tutte le variabili da tenere in considerazione nel protocollo di studio, e tra queste: il disegno dello studio, la scelta dei soggetti e le tecniche di misurazione. 

Il disegno dello studio dovrebbe sempre o quasi sempre prevedere un gruppo di trattamento placebo. Bisogna ricordare, infatti, che il capello ed i suoi meccanismi sono in continua evoluzione. Miglioramenti e/o peggioramenti delle condizioni basali, nell’arco temporale dello studio, potrebbero essere conseguenza di cause e concause indipendenti dall’azione del prodotto stesso. Allo stesso modo, il disegno dello studio non dovrebbe mai o quasi mai prevedere un periodo di “condizionamento”. Il cosiddetto periodo di condizionamento (concetto, oggi, un po’ âgé) varia in un modo del tutto incontrollato le condizioni basali del capello e del cuoio capelluto. Variazione che potrebbe vanificare lo sforzo iniziale della ricerca di una estrema standardizzazione del protocollo di studio. Anche in questo caso “Less is more”; a maggior ragione poiché nessun Consumatore farebbe un periodo di condizionamento prima di utilizzare il prodotto! 

Per molte rivendicazioni di efficacia il limite tra una condizione cosmeticamente accettabile è una condizione patologica e/o non reversibile è a volte sottile. È per questo che la scelta dei soggetti è a dir poco fondamentale. I soggetti devono essere arruolati in osservanza dei criteri di inclusione rigorosi. Ad esempio, quando si parla di Alopecia Androgenetica (AGA) nell’uomo, il criterio di inclusione principale, ovvero il grado di alopecia, deve ricadere nell’ambito I-III vertex (massimo) sulla scala di Hamilton-Norwood (Rif. 4). Per prodotti che rivendicano, invece, efficacia nella riduzione della perdita di capelli bisogna arruolare soggetti con telogen effluvium acuto (Rif. 5) evitando di arruolare soggetti con perdita di capelli in defluvio e/o perdita di capelli cronica. Lo stesso vale per la dermatite seborroica e la forfora grassa. Sebbene entrambe le condizioni possano presentare una sintomatologia con tratti comuni, la dermatite seborroica a livello del cuoio capelluto è una condizione cronica su base infiammatoria, mentre la forfora grassa è una problematica transitoria correlata alla desquamazione del cuoio capelluto. In conclusione, l’arruolamento di soggetti idonei può segnare il confine tra una sperimentazione di successo ed una sperimentazione disastrosa. 

Le tecniche impiegate nella valutazione di efficacia tricologica sono specifiche e sostanzialmente diverse rispetto a quelle impiegate nella valutazione degli altri cosmetici. Gli esami strumentali prevedono la valutazione dinamica del ciclo dei capelli (fototricogramma) (Rif. 6), la misura della qualità del film idrolipico del cuoio capelluto (sebometria e pH), la valutazione delle caratteristiche meccaniche del capello (dinamometria), così come l’analisi della struttura del capello (microscopia elettronica a scansione) (Rif. 7). Oltre alle valutazioni strumentali, il protocollo di studio deve prevedere la valutazione dell’efficacia dell’esperto. Sebbene questa tecnica di analisi presenti un maggior grado di soggettività, quando ben eseguita e standardizzata fa da ponte tra l’efficacia “numerica” strumentalmente misurata e la visibilità dell’effetto del prodotto. Bisogna sempre ricordare che un numero per quanto quantitativamente “grande” è pur sempre un numero, mentre la valutazione visiva classifica l’efficacia del prodotto correlandola all’efficacia percepita dal Consumatore! 

Di recente nel nostro laboratorio abbiamo introdotto la valutazione del microbioma del cuoio capelluto. 

TEST D’USO CON VALUTAZIONE DERMATOLOGICA / TRICOLOGICA 

Il consumer test è un protocollo di studio altamente soggettivo. Dovrebbe essere utilizzato solamente per valutare gli aspetti sensoriali legati all’utilizzo del prodotto e/o nel caso in cui l’efficacia del prodotto sia legata ad una reazione soggettiva (es. sensazione di freschezza).  


In conclusione, quando si parla di prodotti per la cura dei capelli, è opportuno valutare attentamente tutti gli aspetti critici del protocollo di studio, sia in relazione alle esigenze comunicative che al meccanismo di azione “consentito” ad un prodotto cosmetico. 

CONSUMER TEST  

LA VALUTAZIONE DI EFFICACIA DEI PRODOTTI PER LA CURA DEI CAPELLI

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