La risposta è no – al contrario, si tratta di una tendenza in crescita


La premessa doverosa è che sono consapevole del fatto che non sia proprio l’ultima novità lanciata sul mercato. A dire il vero, già nell’Antico Egitto (circa tremila anni fa), nelle occasioni speciali, era infatti consuetudine tenere in testa dei coni di cera profumata, che con le alte temperature si ammorbidivano ed emanavano aromi gradevoli, regalando anche un senso di (quasi) freschezza.

    La tendenza economica attuale

    Come riportato dal recente report “I numeri della Cosmetica” a cura del Centro Studi di Cosmetica Italia, i consumi di cosmetici registrano un andamento negativo trasversale, ad eccezione delle famiglie di prodotto che hanno caratterizzato, e stanno tuttora contraddistinguendo, l’attraversamento della crisi da Covid-19: i prodotti legati all’igiene (orale e del corpo) e quelli legati alla cura capelli. Oltre ai prodotti di rivendita e a quelli usati in salone, si segnalano i prodotti per capelli e cuoio capelluto venduti nei canali al consumo: questi ultimi, compensando le difficoltà di accesso al canale professionale, registrano una crescita di quasi quattro punti percentuali per un valore di circa 1.036 milioni di euro. In particolare – ed ecco il dato che ci interessa direttamente – si vendono molto tutte le formule dopo-shampoo, che crescono del 2,9% con un valore pari a 157 milioni di euro.


    I nuovi comportamenti d’acquisto

    Poiché, negli ultimi due anni, metà del nostro viso è stata nascosta dalla mascherina e tutto ciò che ha potuto esprimere le nostre emozioni è stato demandato allo sguardo, la nostra personalità ha trovato, più o meno consapevolmente, una via alternativa al trucco delle labbra: a ‘dare voce’, stavolta, sono entrati in scena i capelli.

    Tant’è che Beautystreams, la più autorevole agenzia di trend forecasting nel settore cosmetico, ha individuato la tendenza “Holy hair” proprio per sottolineare che i prodotti haircare sono, già da qualche mese, tra i protagonisti della rinascita del mercato cosmetico – come già rilevato da Cosmetica Italia. In linea generale, cresce da parte dei consumatori l’attenzione alla salute di cute e capelli come cartina tornasole dello stato di benessere psicofisico dell’individuo. Gli ingredienti rimandano all’aromaterapia, alle caratteristiche benefiche degli olii essenziali e di piante tipiche dell’Ayurveda. I prodotti preferiti sono semplici da usare anche in casa, ma con l’efficacia di un trattamento professionale.

    Oltre alla salute, per il consumatore è importante anche la bellezza dei capelli, come abbiamo accennato prima: a questo si aggiunge la crescente tendenza all’utilizzo dei profumi e alla ricerca di nuove formule e concentrazioni.


    Non solo profumo

    Ed è qui che entra in gioco il profumo per capelli, che in realtà si rivela essere spesso un cosmetico multitasking, un ibrido che aiuta anche nello styling. Ha una formula particolare che contiene meno alcol rispetto all’eau de toilette, e ha una maggiore componente volatile per evitare che i capelli rimangano umidi. In più, sempre più spesso è arricchita da attivi protettivi, in modo da prendersi cura del cuoio capelluto, e un SPF per salvaguardare il colore.

    Per quanto riguarda la pura funzione profumante, c’è da osservare che la hair mist rappresenta un modo più discreto (ed economico, il che non va sottovalutato, di questi tempi) per indossare la propria fragranza preferita, se è in alternativa a essa; se invece rappresenta il gesto finale di una beauty routine sontuosa, è un ulteriore booster per la scia profumata.

    In ogni caso, una scelta consapevole - e il mercato si sta adeguando.

      Hair mist: il profumo per capelli
      è una semplice frivolezza?