ALGHE:

IL SUPERFOOD

CHE NON TI ASPETTAVI

Lo scenario oggi dominante nel contesto mondiale esaspera la criticità dell’accesso al cibo e della necessità di produrre alimenti caratterizzati da elevato valore nutritivo. Considerato che la popolazione mondiale al 2050 è stimata raggiungere i 10 miliardi di persone e data la contestuale presenza di fattori incombenti quali la crisi energetica e le modificazioni climatiche, il bisogno di ricorrere a fonti proteiche alimentari sostenibili sia dal punto di vista ambientale che economico è pressante. In tale contesto, l’obiettivo di espandere la produzione alimentare nel rispetto dei Sustainable Development Goals indicati dall’Organizzazione per le Nazioni Unite (ONU) appare quanto meno ambizioso (1, 2, 3, 4, 5).

Le alghe sono da tempo studiate per l’importante valore nutritivo, per gli aspetti vantaggiosi in termini di sostenibilità e di abbondanza e per le promettenti applicazioni nella produzione di alimenti e nutraceutici. Tuttavia, al fine di predisporre opportune raccomandazioni dietetiche e individuarne le applicazioni ottimali è necessario il supporto di ulteriori studi (1, 6).

Negli anni, la comunità scientifica è stata impegnata in ricerche che ne hanno evidenziato l’effetto protettivo nei confronti dei meccanismi omeostatici del glucosio e dei lipidi, nonché l’azione antinfiammatoria. Nondimeno, allo scopo di diffonderne l’utilizzo sarà imprescindibile conoscere l’impatto di un’assunzione a lungo termine sul metabolismo e, più in generale, sulla salute (1).

Un ulteriore punto di interesse è rappresentato dall’accettabilità: per favorirne l’impiego a scopo alimentare sarà importante identificare sistemi attraverso i quali aumentarne la sensorialità, modificandone la pigmentazione, l’odore e il gusto (1).


    INTRODUZIONE

    Le alghe sono un gruppo di organismi eucarioti fotosintetici che vengono classificati in due vaste categorie: quella delle microalghe (organismi unicellulari fra cui la Chlorella spp. e la Spirulina) e quella delle macroalghe (che vengono definite alghe anche nel linguaggio comune).

    Rispetto alla maggior parte delle piante terrestri, questi organismi sono caratterizzati da una velocità di crescita molto più elevata e da un apporto proteico più corposo. I loro vantaggi in termini di sostenibilità rispetto alle fonti proteiche convenzionali si basano sul fatto che non competono con le altre fonti alimentari per il consumo di acqua potabile e di terreno: possono essere coltivate nei mari o nei laghi ma anche all’interno di specifiche apparecchiature (fotobioreattori) in modalità carbon-neutral o a basso consumo di risorse energetiche (1, 6, 7, 8, 9, 10, 11).

    Nell’ottica di soddisfare le richieste nutrizionali in rapida espansione, occorre porsi la questione della scalabilità di produzione e approfondire gli aspetti inerenti la classificazione come novel food ai sensi della Novel Food Regulation (EU) 2015/2283, essa stessa messa in discussione da una tradizione secolare di consumo effettivo (1, 12, 13).

      


    IL CONSUMO DI ALGHE E I VANTAGGI PER L’AMBIENTE

    MONICA TORRIANI

    Consulente scientifica | Italia

    Bio...

    Come fonte alimentare, le alghe sono ricche in proteine, lipidi, vitamine (A, C, D, E, K e B₁, B₂, B₆ e B₁₂, acido folico, niacina e acido pantotenico), minerali (ferro, calcio, magnesio, potassio) e acidi grassi essenziali (omega-3, omega-6). Le microalghe, in particolare, contengono il 50-70% in peso (a secco) di proteine, caratterizzate dalla presenza di tutti e 9 gli aminoacidi essenziali. Questo aspetto le rende equivalenti dal punto di vista nutrizionale alla carne e alla soia, superando le uova (13%) e legittimandole come fonte proteica promettente per la promozione della salute del muscolo (14, 15, 16, 17, 18).

    Per contro, sono relativamente deficitarie per quanto riguarda il contenuto in aminoacidi solforati (cisteina e metionina), il cui apporto giornaliero raccomandato da FAO/WHO/UN è pari a 13-15 mg/kg (14, 15, 16, 19).

    Inoltre, i dati emersi da alcuni studi sulla effettiva biodisponibilità della vitamina B₁₂ sono contrastanti: si cita, a titolo di esempio, il caso della Spirulina, che contiene prevalentemente pseudo-B₁₂, inattiva nell’uomo, oltre a diversi composti che possono, in determinate condizioni, interferire con l’assorbimento di tale vitamina (17, 18, 20, 21) .

    Infine, la loro capacità di formare micelle facilita l’assorbimento dei minerali, come confermato nei modelli digestivi in vitro (22).

    RICCHE DI NUTRIENTI, MA LA BIODISPONIBILITÀ?

    Per quanto riguarda i macronutrienti, le alghe sono note per il loro contenuto in carboidrati, che soprattutto nelle microalghe sono rappresentati da fibra indigeribile che agisce da prebiotico, promuovendo la peristalsi intestinale, aumentando il senso di sazietà, rallentando lo svuotamento gastrico e contribuendo a modulare la risposta glicemica all’introduzione di carboidrati complessi (23).

    I composti lipidici, contenuti in percentuali inferiori al 5% nelle macroalghe e in percentuali più importanti che oscillano fra il 20 ed il 50% nelle microalghe, vengono impiegati nell’organismo vegetale per immagazzinare energia e come componente strutturale. Gli acidi grassi polinsaturi a catena lunga potrebbero avere applicazioni interessanti nella produzione di integratori alimentari e farmaci. Da alcuni studi risulta, tuttavia, che la loro bioaccessibilità potrebbe essere limitata dalla presenza delle pareti cellulari (24, 25).

    Per quanto riguarda i co-nutrienti, è rilevante la presenza di carotenoidi (inclusa l’astaxantina, la fucoxantina e la zeaxantina), di cui le alghe costituiscono una fonte costo-efficace, e polifenoli. Acidi fenolici, flavonoidi e lignani sono composti caratterizzati da potente azione antiossidante e antinfiammatoria che possono contribuire alla protezione cellulare dallo stress ossidativo e alla cardioprotezione (14, 15, 16, 26, 27, 28, 29).


    NON SOLO PROTEINE

    Le alghe sono considerate un superfood per il loro contenuto in un’ampia gamma di vitamine (provitamina A, vitamine del gruppo B, vitamina C, vitamina E, acido folico, niacina e acido pantotenico) e minerali. La loro composizione asseconda i criteri indicati nelle linee guida della FAO (Food and Agricolture Organization) (17, 22, 30). Malgrado ciò, gli effetti derivanti dal loro consumo in alternativa alle fonti proteiche convenzionali sono in larga parte ancora sconosciuti, specialmente per ciò che concerne la biodisponibilità delle proteine e la capacità delle cellule di utilizzarle, e meriterebbero pertanto verifiche più specifiche e approfondite dal punto di vista della ricerca. Accanto a ciò, riveste grande interesse la possibilità di impiegare le alghe come ingrediente per la produzione di alimenti fortificati e come alimento destinato agli allevamenti, un’applicazione che permette la generazione di dati preliminari di sicurezza utili anche per l’uomo (31, 32, 33, 34).

    L'impiego di alcune specie nella formulazione di integratori alimentari e farmaci viene visto con interesse dall’industria e dal mercato. Tuttavia, il raggiungimento di questo obiettivo è subordinato alla verifica della effettiva digeribilità, bioaccessibilità e bioattività dei componenti di interesse (18, 24, 25, 35).

    Mentre la ricerca è focalizzata prevalentemente sull’analisi degli effetti sull’organismo, le interazioni con la salute sono in gran parte ancora ignote. Ad oggi, sono stati dimostrati gli effetti ipoglicemizzanti e sazianti, il contributo al miglioramento del metabolismo lipidico e le ricadute positive sull’infiammazione e sulla salute dell’intestino. Risultati incoraggianti, che tuttavia richiedono ulteriori ricerche finalizzate a determinare i dosaggi ideali, gli effetti a lungo termine e potenziali trattamenti mirati ad espandere la biodisponibilità dei nutrienti estratti dalle alghe.

    TUTTE LE POSSIBILI APPLICAZIONI: LO STEP LIMITANTE DELLA BIODISPONIBILITÀ

    Riferimenti bibliografici

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