In sede legislativa, i lavori che hanno ad oggetto la transizione verde, e cioè il passaggio verso un sistema economico e produttivo più sostenibile e rispettoso dell’ambiente, stanno proseguendo in diverse sedi.

Come si evince da alcuni dei documenti strategici di riferimento – il Green Deal e la From Farm to Fork (1) - sono molti i settori verso i quali l’attenzione dei legislatori europeo e nazionale si stanno focalizzando.

Con la fine del 2023 e l’inizio del nuovo anno può essere utile fare il punto della situazione sui documenti preparatori e i loro sviluppi, richiamando alcuni degli ambiti che vedono i nostri legislatori operativi.


i.

Nel contesto della comunicazione ambientale stanno proseguendo i lavori sulla Proposta di Direttiva di modifica della disciplina sulle pratiche sleali e dell’informazione (COM (2022) 143) (2).

Con questa proposta, che abbiamo già avuto modo di esaminare in questa rivista, si intende rafforzare la tutela del consumatore dalle pratiche di greenwashing, ossia dall’utilizzo in comunicazione, presentazione o sull’etichettatura dei prodotti, di dichiarazioni ambientali generiche, vaghe e non dimostrabili.

In particolare, è previsto che le dichiarazioni ambientali vengano inserite tra le definizioni di riferimento e che l’impatto ambientale o sociale sia inserito tra le caratteristiche di un prodotto che possono essere oggetto di una pratica sleale di comunicazione, che sia riconosciuta come pratica commerciale ingannevole anche “la formulazione di una dichiarazione ambientale relativa a prestazioni ambientali future senza includere impegni e obiettivi chiari, oggettivi e verificabili e senza un sistema di monitoraggio”.


Nel corso del 2023, i lavori sul testo sono proseguiti sia davanti al Consiglio che al Parlamento europeo e proprio lo scorso 15 dicembre sono stati pubblicati sulla Gazzetta ufficiale della Unione europea gli Emendamenti approvati dal Parlamento a maggio (3) [1].

In attesa della pubblicazione del testo definitivo, allo stato le modifiche che il Parlamento ha presentato paiono finalizzate a delimitare sempre più i confini di una comunicazione ambientale lecita.


Rimanendo nell’ambito comunicazionale, anche la procedura sulla c.d. Direttiva Green Claims (4) sta avanzando anche se, si osserva, più lentamente.

Come chiarito in uno dei consideranda del testo, il legislatore ha formulato questa proposta integrando quella del 2022 e concentrandosi su aspetti e requisiti specifici delle asserzioni ambientali esplicite in termini di attestazione, comunicazione e verifica.

A ottobre scorso il Comitato europeo delle regioni ha emesso il suo parere sul testo, nel quale ha chiaramente espresso di appoggiare “l’idea di fornire ai consumatori informazioni pertinenti, affidabili, comparabili e verificabili sotto il profilo ambientale attraverso un quadro giuridico dell'UE che imponga alle imprese di comprovare le loro auto-dichiarazioni mediante il metodo dell'impronta ambientale”(5).


ii.

Citiamo anche la Proposta di Regolamento imballaggi e rifiuti di imballaggi (6) che nell’armonizzare la disciplina fino ad adesso normata tramite Direttive, pone nuovi obblighi e obiettivi per rendere gli imballaggi più facili al riutilizzo e al riciclo, per ridurre i rifiuti da imballaggi

Gli emendamenti e le discussioni in seno alla elaborazione del testo definitivo sono numerosi e lo scorso novembre risulta che il Parlamento europeo abbia approvato gli emendati e che il Consiglio dell’Unione europea il 15 dicembre abbia pubblicato un documento di orientamento generale.


iii.

Vi sono aggiornamenti anche in merito alla Direttiva SUP, ossia della normativa sui prodotti di plastica monouso.

La Direttiva, che è stata recepita in Italia con il D. Lgs. 196/2021, ha l’obiettivo di prevenire e ridurre l’incidenza di determinati prodotti in plastica monouso, e a tal fine individua diverse misure.

In particolare, a partire dal 3 luglio 2024 i contenitori per bevande con una capacità fino a 3l, vale a dire recipienti usati per contenere liquidi, come ad es. bottiglie o imballaggi compositi di bevande, i cui tappi e coperchi sono in plastica, dovranno essere messi sul mercato solo sei i tappi e coperchi rimangono attaccati ai contenitori per la durata dell’uso previsto.

Con riferimento a questa specificazione quest’anno è stata emanata la norma UNI EN 17665:2022+A1:2023, Imballaggi - Metodi di prova e requisiti per dimostrare che i tappi e i coperchi di plastica rimangono attaccati ai contenitori per bevande, che è stata successivamente pubblicata sulla Gazzetta ufficiale europea con la Decisione 2023/1060 (7).

La norma pubblicata con Decisione rappresenta il riferimento tecnico che gli operatori dovranno tenere presente al fine di adeguare i loro prodotti sotto questo particolare aspetto.


Altro requisito riguarda la composizione dei contenitori e più specificamente, il contenuto minimo di plastica riciclata delle bottiglie per bevande con una capacità fino a 3l: il legislatore, infatti, richiede che dal 2025 le bottiglie in PET contengano almeno il 25% di plastica riciclata e dal 2030 le bottiglie almeno il 30% di plastica riciclata (8).

Sotto questo aspetto, il 1° dicembre è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea la Decisione (UE) 2023/2683 sulle modalità di calcolo, verifica e comunicazione dei dati sul contenuto di plastica riciclata presente nelle bottiglie di plastica monouso per bevande (9).

È una decisione che si occupa di aspetti tecnici, ma che appare utile in quanto fornisce alcuni chiarimenti su come considerare i prodotti in questione (come ad es. conferma che, al fine del calcolo e della verifica, sono parti delle bottiglie il corpo, il tappo, coperchio, le etichette anche termoretraibili) e su come relazionare i diversi ambiti normativi aventi ad oggetto la plastica riciclata.


iv.

Infine, e a livello nazionale, il legislatore sta valutando di confermare la proroga della c.d plastic tax, e cioè della imposta sui manufatti in plastica con singolo impiego – c.d. MACSI.

Questa imposta è stata introdotta dalla Legge 2019/160 (Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2020 e bilancio pluriennale per il triennio 2020-2022), ma la sua applicazione è stata prorogata, al momento, fino al 1° gennaio 2024 (v. Legge di Bilancio 2023)

Ad oggi risulta che il testo della Legge Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2024 e bilancio pluriennale per il triennio 2024-2026 su cui il Parlamento sta attualmente lavorando contenga un ulteriore rinvio della plastic tax: sembra per il 1° luglio 2024, ma questa data troverà conferma solo con la pubblicazione del testo della legge sulla Gazzetta ufficiale.


In conclusione, questa breve panoramica sullo stato vuole essere uno sguardo dei lavori in corso in materia di tutela ambientale per la realizzazione degli strumenti e misure di transizione verde, a cui gli operatori sin d’ora dovranno prestare attenzione e cura.

Transizione verde:
aggiornamento sui lavori in corso
dal punto di vista legislativo

Riferimenti bibliografici