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a cura della redazione di
BEAUTY HORIZONS
Una good practice che vorremmo vedere in pratica in tutte le regioni italiane per sostenere le strutture territoriali
Nel settembre 2023, SAPIENZA Università di Roma in collaborazione con l’AOU Policlinico Umberto I, ha avviato un nuovo progetto dedicato alla salute ed al benessere della donna presso Palazzo Baleani...
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Roma: Policlinico e Università insieme per la salute della donna
L'associazione tra alimentazione e dermatite atopica (DA) rimane poco conosciuta e potrebbe contribuire a spiegare l'eterogeneità del decorso della malattia.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università della California, San Francisco (UCSF), pubblicato su JAMA Dermatology, suggerisce che alti livelli di sodio nella dieta alimentare possono aumentare il rischio di sviluppare DA.
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Assunzione di sodio e dermatite atopica
Le potenziali caratteristiche microbiche associate ai segni dell'invecchiamento cutaneo
Durante l'età adulta, il microbiota cutaneo può essere relativamente stabile se lo sono anche le condizioni ambientali, tuttavia i cambiamenti fisiologici della pelle con l'età possono influenzarne la composizione e la funzione. Inoltre, la gravità di specifici segni di invecchiamento (uno dei parametri utilizzati per misurare l'età “apparente”) e la qualità della superficie cutanea (ad esempio, consistenza, idratazione, pH, sebo, ecc.) possono non essere indicativi dell'età cronologica...
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Una nuova rotazione dello shampoo organico lo rende più schiumoso e durevole
“Stability and Cleansing Function Enhancement of Organic Shampoo by a Vortex Fluidic Device”
ACS Sustainable Chemistry & Engineering
Anche se non esiste una regolamentazione per quanto riguarda i contenuti degli shampoo biologici, questi tendono a contenere ingredienti percepiti come sicuri o rispettosi dell'ambiente...
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Relazioni tra la sensibilità tattile della pelle delle dita, del braccio e della guancia nel corso della vita
La sensibilità al tatto generalmente diminuisce con l'età, contribuendo alla perdita della destrezza manuale e della funzione tattile. In genere si ritiene che il senso del tatto peggiori con l'età, proprio come la vista e l'udito. Tuttavia, un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience dimostra per la prima volta che il deterioramento della sensibilità al tatto avviene solo nelle regioni del corpo con pelle glabra, ma non in quelle dove sono presenti peli.
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Rilevamento di batteri anaerobi e aerobi da inchiostri commerciali per tatuaggi e trucco permanente
I tatuaggi e l'uso del trucco permanente (PMU) sono aumentati drasticamente nell'ultimo decennio, con un concomitante aumento delle infezioni legate all'inchiostro. Considerando che gli inchiostri per tatuaggi vengono inseriti nello strato dermico della pelle, dove i batteri anaerobi possono prosperare e causare infezioni in ambienti a bassa ossigenazione, è necessario valutare la prevalenza di batteri anaerobi e aerobi al loro interno.
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Dall’a.a. 2024/25 nasce il nuovo Corso di Laurea Magistrale in Scienza e Tecnologia dell’Industria Cosmetica (STIC) presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II afferente alla classe di laurea LM71.
Lunedì 9 luglio alle ore 12.00 presso l’Aula Magna “L. Sorrentino” del Dipartimento di Farmacia si è svolta la presentazione del nuovo Corso di Laurea Magistrale in Scienza e Tecnologia dell’Industria Cosmetica, interverranno il Rettore prof Matteo Lorito, i Direttori dei Dipartimenti di Farmacia e Scienze Chimiche del nostro Ateneo, Prof Angela Zampella e Luigi Paduano.
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Unifarco: i risultati di sostenibilità raggiunti nel 2022
Unifarco, leader in Italia nello sviluppo, nella produzione e nella distribuzione alle farmacie di prodotti cosmetici, nutraceutici, dermatologici, dispositivi medici e make-up, comunica che nel corso del 2022 sono stati raggiunti importanti risultati in termini di sostenibilità. Più in particolare: L’impegno per le persone e il territorio. Nel 2022 l’organico aziendale è stato in costante crescita, +8,3% rispetto al 2021. Nel corso dell’anno sono stati impiegati 533 lavoratori, di cui il 60% di genere femminile e +21% con età pari o inferiore ai 30 anni. Sono state incrementate le ore di formazione interne ed è stato implementato il progetto...
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Zschimmer & Schwarz annuncia la vendita di Bregaglio S.r.l. in Italia a 2M Holdings Group (2M)
La vendita avviene sulla base di una chiara strategia per il futuro del Gruppo Zschimmer & Schwarz. L’azienda, attiva a livello globale, fornitore di specialità chimiche e ausiliari, si sta concentrando sempre più nella divisione Personal Care. Martin Haberl, Direttore Generale di Zschimmer & Schwarz, sottolinea: “Siamo lieti di aver trovato una nuova e forte casa per Bregaglio con 2M. In Zschimmer & Schwarz ci stiamo concentrando completamente sulla nostra strategia e su ciò che ha contraddistinto la nostra azienda per oltre 125 anni: lo sviluppo di prodotti di alta qualità e tailor made". Bregaglio fa parte...
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Una good practice che vorremmo vedere in pratica in tutte le regioni italiane per sostenere le strutture territoriali
Nel settembre 2023, SAPIENZA Università di Roma in collaborazione con l’AOU Policlinico Umberto I, ha avviato un nuovo progetto dedicato alla salute ed al benessere della donna presso Palazzo Baleani. Si è costituito un team di medici specialisti di varie discipline mediche disegnando un percorso clinico-assistenziale dedicato al benessere della donna. Il Progetto non solo garantisce la presa in carico dei bisogni di salute ma si impegna, altresì, a promuovere stili di vita sani e condivisi con percorsi di sensibilizzazione sui possibili rischi connessi alla crescita e all’età.
Da Gennaio 2024 il preside Prof. Domenico Alvaro, le Prof.sse Stefania Basile e Manuela Di franco, in collaborazione con l’ufficio stampa del Policlinico Umberto I coordinato dalla Dottoressa Manuela Astrologo, hanno organizzato degli incontri del sabato, divulgativi, aperti al pubblico ed alle associazioni dei pazienti. In particolare, il 2 Marzo 2024 è stato fatto il punto sulle malattie dermatologiche e reumatologiche. Hanno partecipato il Prof. Giovanni Pellacani, Direttore della UOC di dermatologia, la Prof.ssa Carmen Cantisani, la Prof.ssa Manuela di Franco, la Prof.ssa Valeria Riccieri, la Prof. ssa Francesca Spinelli.
Partendo dal presupposto che la cute è l’involucro che ricopre il nostro organismo e lo protegge, e grazie alle molteplici differenziazioni, funge non solo da organo di protezione, “di confine”, ma comunica anche col mondo esterno, assume un alto valore simbolico. Si può assumere, che la cute sia uno specchio fedele della dinamica viscerale del nostro corpo: da qui nasce la metafora di ‘cute organo spia’.
Le problematiche dermatologiche possono essere di varia natura (infiammatorie, infettive, proliferative, dis-embrioplastiche, o altro). Questo rende la dermatologia una scienza tanto complessa quanto affascinante. Occorrono attenzione e perizia per condurre la visita dermatologica, basata su due momenti fondamentali: l’anamnesi e l’esame obiettivo e, qualora non fosse sufficiente, si ricorre a indagini strumentali di secondo e terzo livello.
Ed è proprio attraverso un percorso dedicato alla donna che si persegue un approccio olistico, integrale, che sia rispettoso della paziente, di ogni età, ma più umano e personale. A Palazzo Baleani si ricreano tutte le condizioni per una situazione sociale favorevole, accogliente, confortevole. La donna con patologie cutanee viene seguita dal medico Specialista in dermatologia che, oltre a saper diagnosticare, trattare e monitorare la malattia nel modo migliore possibile, riconosce la necessità di ricorrere all’aiuto di altri specialisti quali internisti, gastroenterologi, reumatologi, ginecologi, nutrizionisti e cardiologi.
Sono state affrontate le patologie dermatologiche più frequenti, quali acne, cheratosi attiniche, e tumori della pelle (epiteliomi, melanomi), vitiligine, ma soprattutto patologie infiammatorie quali la psoriasi, dermatite atopica, patologie croniche che possono essere tenute sotto controllo. Alcune patologie reumatologiche, colpiscono anche la cute. L’approccio multidisciplinare, dunque, è di fondamentale importanza.
L’iniziativa ha avuto l’obiettivo prioritario di promuovere la prevenzione, la diagnosi precoce e l’accesso ai percorsi diagnostico-terapeutici, ma anche di informare correttamente le persone affette da malattie dermatologiche e reumatologiche per una gestione consapevole.
Per informazioni sul progetto visitare il link.
L'associazione tra alimentazione e dermatite atopica (DA) rimane poco conosciuta e potrebbe contribuire a spiegare l'eterogeneità del decorso della malattia.
Un nuovo studio condotto dai ricercatori dell'Università della California, San Francisco (UCSF), pubblicato suJAMA Dermatology, suggerisce che alti livelli di sodio nella dieta alimentare possono aumentare il rischio di sviluppare DA.
Si tratta di un'indagine trasversale sui dati di 215.832 partecipanti appartenenti alla BioBank del Regno Unito di età compresa tra i 37 e i 73 anni, con un'età media di 56,52 anni. Di questo gruppo, il 54,3% è di sesso femminile. La coorte comprendeva 10.839 persone affette da DA, mentre il resto non ne era affetto.
L'analisi delle urine dei partecipanti ha stabilito che la secrezione media stimata di sodio nelle urine delle 24 ore era di 3,01 grammi, pari a circa il 90% dell'assunzione di sodio del giorno precedente.
Tramite regressione logistica multivariabile è stato rilevato che un aumento di 1 g nell'escrezione stimata di sodio nelle urine delle 24 ore era associato a un aumento dell'11% delle probabilità di diagnosi di DA, del 16% delle probabilità di DA attiva e dell'11% delle probabilità di aumento della gravità della DA.
Inoltre, in una coorte di validazione di 13.014 partecipanti al National Health and Nutrition Examination Survey, un apporto alimentare di sodio superiore di 1 g al giorno, stimato mediante questionari di controllo della dieta alimentare, è stato associato a un rischio più elevato di DA.
Si ipotizza che il sodio venga immagazzinato nella pelle per prevenire la perdita di acqua e possa aiutare a prevenire le infezioni. Tuttavia, può anche attivare le cellule del sistema immunitario, innescando alcune vie infiammatorie e rimuovendo i 'freni' da altre”.
Questi risultati suggeriscono che ridurre l'apporto di sodio assunto con la dieta può essere un intervento efficace, poco costoso e a basso rischio per la DA.
Foto di Marek da Pixabay
Durante l'età adulta, il microbiota cutaneo può essere relativamente stabile se lo sono anche le condizioni ambientali, tuttavia i cambiamenti fisiologici della pelle con l'età possono influenzarne la composizione e la funzione. Inoltre, la gravità di specifici segni di invecchiamento (uno dei parametri utilizzati per misurare l'età “apparente”) e la qualità della superficie cutanea (ad esempio, consistenza, idratazione, pH, sebo, ecc.) possono non essere indicativi dell'età cronologica. Ad esempio, gli individui più anziani possono avere una pelle dall'aspetto giovane (età apparente giovane) e gli individui giovani possono avere un'età apparente più avanzata.
Un recente studio, condotto dall’Università della California San Diego, Center for Microbiome Innovation, e pubblicato sulla rivista Frontiers in Aging apre nuove prospettive sui legami tra il microbiota della pelle e l’invecchiamento cutaneo.
In particolare, la ricerca ha analizzato i dati raccolti in 13 studi precedenti, che includevano oltre 650 partecipanti donne di età compresa tra i 18 e i 70 anni, per identificare se uno specifico microbiota fosse associato ai segni dell’invecchiamento della pelle, indipendentemente dall’età.
L’analisi ha dimostrato che esiste una correlazione negativa tra la diversità del microbioma e la perdita di acqua transepidermica (idratazione) e un'associazione positiva tra la diversità del microbioma e l'età. In linea con la stretta correlazione tra età e rughe, è stata evidenziata un'associazione positiva globale tra la diversità del microbioma e le rughe a zampa di gallina, uno dei segni principali dell'invecchiamento cutaneo, ma con un rapporto che varia significativamente a seconda del sotto-studio. Infine, è stato possibile identificare i taxa potenzialmente associati alle rughe, alla TEWL e alle misure corneometriche.
Questi risultati rappresentano un passo fondamentale verso la comprensione dell'implicazione del microbiota cutaneo nei segni dell'invecchiamento della pelle.
La costruzione di un'analisi multistudio che utilizza studi indipendenti è un metodo prezioso per rafforzare le dimensioni del campione e rispondere a domande che non possono essere affrontate dai singoli studi. Tuttavia, poiché i sottostudi sono spesso generati da ricercatori e metodi diversi, l'analisi si deve basare sull'armonizzazione dei dati e sull'uso di strumenti analitici in grado di tenere conto di queste differenze.
I ricercatori prevedono di ampliare ulteriormente l’analisi utilizzando studi di metabolomica per identificare possibili biomarcatori legati all’invecchiamento della pelle e ricerche di meta-trascrittomica per individuare possibili target genetici.
“Stability and Cleansing Function Enhancement of Organic Shampoo by a Vortex Fluidic Device”
ACS Sustainable Chemistry & Engineering
Anche se non esiste una regolamentazione per quanto riguarda i contenuti degli shampoo biologici, questi tendono a contenere ingredienti percepiti come sicuri o rispettosi dell'ambiente. Tuttavia, questi shampoo “puliti” si separano e si rovinano più velocemente di quelli prodotti con stabilizzatori e conservanti sintetici. I ricercatori di ACS Sustainable Chemistry & Engineering dimostrano che un semplice processo - far ruotare gli shampoo organici ad alta velocità - migliora la durata di conservazione dei prodotti finali e la loro capacità di lavare i capelli.
Gli emulsionanti naturali, come la gomma xantana e l'alcol cetilico, sono talvolta utilizzati per evitare che lo shampoo biologico si separi e per migliorarne la schiumosità. Ma non rimangono efficaci a lungo come gli emulsionanti sintetici usati nei prodotti per capelli convenzionali. Youhong Tang, Colin Raston e colleghi si sono quindi concentrati su una tecnologia inventata da Raston, un dispositivo fluidico a vortice (VFD). Il team voleva verificare se la piattaforma di rotazione ad alta velocità potesse funzionare come un prodotto chimico per migliorare la schiumosità e la stabilità di conservazione degli shampoo biologici, senza aggiungere altri ingredienti all'elenco riportato sul retro del flacone.
In precedenza, i ricercatori avevano stabilito che l'intensa micromiscelazione della VFD era in grado di produrre biodiesel pulito dall'olio da cucina usato e di omogeneizzare il latte crudo, ma non avevano utilizzato la piattaforma per trattare liquidi più viscosi, come gli shampoo. L’ipotesi era che la procedura potesse anche ridurre al minimo l'aggregazione di gocce d'olio e microsfere di vetro, componenti di alcune formulazioni di shampoo organici, massimizzando così la stabilità di questi prodotti per la cura personale. Per verificare la tesi, i ricercatori hanno aggiunto uno shampoo organico appena acquistato a una provetta di vetro inclinata di 45 gradi e l'hanno fatto ruotare per 15 minuti a 4.500 giri al minuto (il loro lavoro precedente aveva stabilito che questo angolo e questa velocità di rotazione erano le condizioni ottimali per il processo).
Dopo 30 giorni, un campione di shampoo organico non processato era diventato da bianco a giallo e si era separato in due strati, mentre lo shampoo centrifugato non aveva cambiato colore ed era rimasto omogeneo. Nei test che hanno messo a confronto le capacità schiumogene e detergenti dei prodotti, i ricercatori hanno scoperto che la schiuma dello shampoo centrifugato durava più a lungo e puliva più a fondo i capelli umani. Inoltre, a livello microscopico, lo shampoo processato conteneva gocce d'olio e microsfere di vetro più uniformemente disperse rispetto al prodotto originale. Secondo il team, questo risultato ha confermato l'ipotesi che la lavorazione VFD possa essere una tecnica “verde” con un unico passaggio per ottenere liquidi viscosi emulsionati più stabili.
In seguito, gli autori intendono caratterizzare il modo in cui la manipolazione con la VFD influisce sui singoli componenti degli shampoo organici, come i tensioattivi naturali (saponi) e gli estratti botanici, in modo da poter mettere a punto la tecnica per una gamma più ampia di shampoo organici, altri prodotti naturali per la cura della persona e cosmetici.
La sensibilità al tatto generalmente diminuisce con l'età, contribuendo alla perdita della destrezza manuale e della funzione tattile. In genere si ritiene che il senso del tatto peggiori con l'età, proprio come la vista e l'udito.
Tuttavia, un nuovo studio pubblicato su Frontiers in Aging Neuroscience dimostra per la prima volta che il deterioramento della sensibilità al tatto avviene solo nelle regioni del corpo con pelle glabra, ma non in quelle dove sono presenti peli.
Gli autori hanno reclutato 96 volontarie mancine di età compresa tra i 20 e i 75 anni e hanno testato la sensibilità della loro pelle in tre regioni: la punta del dito indice destro, priva di peli, e l'avambraccio e la guancia destri, tipicamente entrambi ricoperti da uno strato lanuginoso di peli.
È stato utilizzato un test classico di sensibilità alla rilevazione della forza, in cui monofili calibrati sono stati applicati passivamente al polpastrello dell'indice destro, all'avambraccio e alla guancia. Inoltre, sull'indice, abbiamo utilizzato un test attivo di discriminazione spaziale al tatto, sviluppato dal nostro gruppo. La discriminazione spaziale è stata stimata attraverso la capacità dei partecipanti di valutare la distanza tra bande parallele stampate su lastre acriliche. Il rilevamento della forza e la discriminazione spaziale tattile sull'indice sono peggiorati significativamente con l'età; tuttavia, non è stato riscontrato alcun cambiamento per il rilevamento tattile sull'avambraccio o sulla guancia. Il rilevamento tattile sulla guancia è rimasto notevolmente sensibile per tutta la vita.
I ricercatori ipotizzano che la conservazione della sensibilità al tatto nell'avambraccio e nella guancia sia direttamente dovuta alla presenza di peli. I peli non solo proteggono la pelle, ma fungono anche da antenna per trasmettere gli stimoli meccanici, anche a forze molto basse.
I risultati suggeriscono una diminuzione della percezione del tatto con l'età sul polpastrello dell'indice, ma una conservazione della sensibilità tattile nella pelle con peli. Questo apre una discussione sull'impatto delle attività quotidiane sulla pelle glabra della mano e sulla funzione dei peli nella sensibilità tattile.
Foto di Fermi da Pixabay
I tatuaggi e l'uso del trucco permanente (PMU) sono aumentati drasticamente nell'ultimo decennio, con un concomitante aumento delle infezioni legate all'inchiostro. Considerando che gli inchiostri per tatuaggi vengono inseriti nello strato dermico della pelle, dove i batteri anaerobi possono prosperare e causare infezioni in ambienti a bassa ossigenazione, è necessario valutare la prevalenza di batteri anaerobi e aerobi al loro interno.
Un nuovo studio, pubblicato su Applied and Environmental Microbiology, ha analizzato per la prima volta la presenza di batteri anaerobi negli inchiostri commerciali per tatuaggi.
Per rilevare i batteri aerobici, da 1 a 2 grammi di soluzione di inchiostro per tatuaggi sono stati mescolati con mezzi di coltura appropriati e mantenuti in un incubatore standard; per verificare la presenza di batteri anaerobici, la soluzione di inchiostro è stata mescolata con mezzi di coltura appropriati e incubata in una camera anaerobica, un dispositivo progettato specificamente per la coltivazione di anaerobi. Questa camera viene mantenuta priva di ossigeno mediante un lavaggio costante con una miscela di gas come azoto, anidride carbonica e idrogeno.
Su 75 campioni, sono stati trovati 26 campioni contaminati con 34 ceppi batterici tassonomicamente classificati in 14 generi e 22 specie. Tra i 34 ceppi batterici isolati, 19 sono stati identificati come possibilmente patogeni. Due specie, Cutibacterium acnes (quattro ceppi) e Staphylococcus epidermidis (due ceppi) sono state identificate in condizioni anaerobiche. Due ceppi batterici possibilmente patogeni, Staphylococcus saprophyticus e C. acnes, sono stati isolati insieme dagli stessi campioni di inchiostro, indicando che gli inchiostri possono contenere sia batteri aerobi (S. saprophyticus) che anaerobi (C. acnes).
Questo studio è il primo a indagare la presenza di batteri aerobici e anaerobici negli inchiostri commerciali per tatuaggi e PMU in condizioni aerobiche e anaerobiche. I risultati rivelano che gli inchiostri per tatuaggi non aperti e sigillati possono ospitare batteri anaerobi, noti per prosperare in ambienti a bassa ossigenazione, come lo strato dermico della pelle, insieme a batteri aerobici. I risultati sottolineano l'importanza di monitorare questi prodotti per rilevare la presenza di batteri aerobici e anaerobici, compresi eventuali microrganismi patogeni.
Foto di Maxim da Unsplash
Dall’a.a. 2024/25 nasce il nuovo Corso di Laurea Magistrale in Scienza e Tecnologia dell’Industria Cosmetica (STIC) presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II afferente alla classe di laurea LM71.
Lunedì 9 luglio alle ore 12.00 presso l’Aula Magna “L. Sorrentino” del Dipartimento di Farmacia si è svolta la presentazione del nuovo Corso di Laurea Magistrale in Scienza e Tecnologia dell’Industria Cosmetica, interverranno il Rettore prof Matteo Lorito, i Direttori dei Dipartimenti di Farmacia e Scienze Chimiche del nostro Ateneo, Prof Angela Zampella e Luigi Paduano.
La Prof Sonia Laneri ha presentato il nuovo Corso di Studi, indicando soprattutto le potenzialità di inserimento nel mondo del lavoro dei laureati dopo aver conseguito questo percorso di studi.
E’ seguita una tavola rotonda, moderata dalla giornalista Rossella Giaquinto, con i rappresentanti dell’industria cosmetica a livello nazionale ed internazionale come la dott.ssa Gabriella Colucci - fondatrice di Arterra Bioscience, la dott.ssa Ilaria Collini – Medical Marketing Product Manager L’Oreal Italia, il dott. Emanuele Piras – Presidente SICC, la dott.ssa Teresa Caccia – R&D Davines e la dott.ssa Rosa Lezzi - R&D Specialist Diego dalla Palma Milano.
Infine Prove sensoriali sono state effettuate al termine della presentazione dove i partecipanti hanno potuto approcciarsi al mondo della skincare attraverso la “neurocosmesi” con prodotti cosmetici, preparati ad hoc per l’evento, che aiutano a raggiungere l’equilibrio tra corpo e mente.
Il nuovo CdS, primo in questo campo nel sud Italia, nasce dalle relazioni decennali che il Dipartimento di Farmacia ha con il mondo associativo, culturale ed aziendale cosmetico.
Le attività di ricerca del Laboratorio RD Cosmetics e i servizi di consulenza rivolte ai maggiori brand e aziende del settore cosmetico italiano e internazionale per la validazione di claims mediante trials cosmetico-clinici, hanno contribuito allo sviluppo di connessioni, competenze ed attività di ricerca all’interno del Dipartimento sul mondo della cosmetica che ha costituito una premessa essenziale alla progettazione della Laurea Magistrale in STIC ed una valida base per la riuscita del progetto.
Inoltre, nella sua offerta formativa, il Dipartimento di Farmacia da oltre quindici anni offre un Master in Scienza e Tecnologia Cosmetiche di II livello di durata biennale ed in precedenza sono stati svolti Corsi di Alta Formazione in Dermocosmesi. Su questa consolidata base didattica, la laurea in STIC prevede l'insegnamento di diverse discipline in grado di fornire conoscenze approfondite sull'intero ciclo di vita di un cosmetico anche derivante da fonti naturali, di riciclo e dalle biotecnologie. STIC offre la possibilità di sostenere l'esame di iscrizione all’albo dei chimici.
L’accesso al Corso di Laurea Magistrale STIC è libero, il percorso prevedenumerose attività laboratoriali e 500 ore dedicate al tirocinio formativopresso aziende di settore o laboratori di ricerca in campo cosmetologico.
Per maggiori informazioni sul Corso di Laurea Magistrale visita il sito Web.
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