L’approccio maschile minimalista al make up

Nei primi anni ’90 John Gray scrisse un libro che metteva sotto la lente di ingrandimento le differenze tra il genere maschile e quello femminile: “Gli uomini vengono da Marte e le donne da Venere”. In effetti, attualmente, per le nuove generazioni non ha più alcun senso parlare di “genere” perché questa suddivisione è considerata desueta e ormai prova di significato. Ma per la società di allora la distinzione era logica e con una precisa accezione. Il libro ebbe un enorme successo perché cercava di stabilire dei collegamenti tra il comportamento dell’uomo e della donna nel rapporto di coppia, evidenziando come davanti allo stesso problema ognuno dei due si pone in maniera completamente differente: il “trucco” sta nell’imparare, riconoscere e capire il linguaggio l’uno dell’altra per poter comunicare al meglio.   


Lo stesso vale per l’approccio al make up, soprattutto per le generazioni precedenti alla Gen Z. Per le donne è abbastanza scontato, da sempre il trucco è stato associato a loro, è una parte integrante dei gesti quotidiani della maggior parte di esse. Ma il binomio trucco-uomo è ancore fonte di qualche perplessità. Infatti i brand hanno ben capito che per convincere i “maschi” bisogna approcciarli utilizzando il loro linguaggio. Innanzi tutto la fascia di consumatori più interessante a cui rivolgersi è quella dai 35 anni in su: uomini dinamici, attivi, attenti all’alimentazione, al proprio aspetto e sufficientemente rispettosi del pianeta (di certo non degli integralisti, ma abbastanza informati e attenti).  

Questo gruppo di acquisto ricerca prodotti di make up non appariscenti perché il suo scopo non è ostentare e provocare, ma mimetizzare ed attenuare le eventuali imperfezioni del viso (per esempio una pelle troppo lucida, occhiaie evidenti, il pallore invernale, sopracciglia ribelli, occhi poco in risalto). Si potrebbe quasi dire che anche per gli uomini sia di grande tendenza l’effetto “nude look”: sì, mi prendo cura del mio aspetto utilizzando prodotti colorati ma l’effetto finale è estremamente naturale e assolutamente immateriale.  


Antesignano in questo senso è stato un noto marchio francese che verso la metà degli anni ’80 creò una polvere compatta abbronzante specifica per l’uomo e la chiamò: “Terracotta pour Homme”. Due erano le caratteristiche principali: la polvere matt declinata in un solo colore che si fondeva perfettamente sulla pelle con un finish decisamente naturale, il packaging essenziale e compatto color blue a forma di piramide tronca con un pennello inserito strategicamente nel coperchio. Anche la forma del pennello era particolare: setole bianche (a richiamare il pennello utilizzato per applicare la schiuma da barba), impugnatura in legno, superficie piatta per un’applicazione veloce. Quegli anni erano di grande fermento lavorativo e sociale (la moda italiana esplose in tutta la sua grandezza, gli uomini d’affari curavano in maniera maniacale la loro immagine), ma il brand forse anticipò un po’ troppo i tempi e il prodotto non ebbe il successo sperato. 


Circa trent’anni più tardi, nel 2019, un altro brand francese rilanciò l’idea del make up maschile con una mini linea , a testimonianza che i tempi erano decisamente più maturi, così composta: fondotinta, balsamo labbra e matita per sopracciglia. Successivamente vennero introdotti anche correttore, matita occhi e smalto per unghie. Anche in questo caso le texture sono leggere e impalpabili e il packaging scuro e minimale.  


Ma cosa cerca l’uomo in un prodotto di make up? E quali sono gli articoli più apprezzati? Bastano pochi prodotti per valorizzare e migliorare, non modificare, il volto maschile. Il correttore è in pole position: l’età, lo stress, le ore piccole sono nemici del contorno occhi che appare subito affaticato, appesantito da occhiaie scure o gonfiori. Una texture evanescente che con pochi e veloci tocchi sia in grado di ridare uniformità cromatica e che, grazie alla presenza di attivi mirati, possa aiutare a lenire le così dette “borse” è un eccellente complice. Naturalmente non si devono verificare accumuli di colore nelle rughe e per ovviare a ciò la presenza di un filmogeno aiuta non solo a rendere la stesura più omogenea ma anche a creare uno strato sottile e uniforme nel tempo. 


Una particolare attenzione viene riservata alle sopracciglia. Spesso un po’ irsute e “ribelli” necessitano di essere disciplinate con l’utilizzo di un gel fissativo. Trasparente o lievemente colorato, qualora si voglia dare più espressività allo sguardo, permette di “pettinare” e mantenere in ordine l’arco sopraccigliare. La scelta del filmogeno è estremamente importante sia per non rischiare la formazione di antiestetici piccoli grumi dopo che il prodotto si è asciugato che per non ottenere un effetto finale troppo rigido e artefatto.   


Anche il fondotinta è molto apprezzato soprattutto se ha una consistenza fluida, fresca e leggera, quindi facilmente sfumabile, con una buona coprenza per camuffare pori dilatati ed altre imperfezioni, capace di arginare l’eccessiva untuosità della pelle lasciando però un finish luminoso e non artificiale.