Germano Scarpa Presidente

Integratori & Salute

Italia


ÈGermano Scarpa a guidare Integratori & Salute, la nuova realtà di rappresentanza degli integratori alimentari a livello nazionale, nata dalla fusione di Integratori Italia e FederSalus.  

Integratori & Salute in piena continuità con gli obiettivi e gli impegni di FederSalus e di Integratori Italia, si propone di sviluppare una maggiore consapevolezza, a tutti i livelli, della specificità degli integratori alimentari e della loro importanza per la salute nell’ambito della prevenzione primaria e di un sano stile di vita. 


Silvana Maini l’ha intervistato per NUTRA HORIZONS.


La prima domanda che sorge spontanea: due associazioni, due mondi, due realtà che si incontrano: quali sono i principi fondanti delle due associazioni che si sono unite e come siete giunti a questo risultato?


Integratori & Salute nasce dal desiderio di creare un’unica voce che all’interno del panorama italiano degli integratori alimentari fosse in grado di interloquire sia con il mondo della politica che delle istituzioni. Ad unirsi in questa nuova Associazione sono le due realtà che, seppur differenti, rappresentavano al meglio gli interessi del settore. La vivacità culturale e di iniziativa nel campo degli integratori alimentari di FederSalus ha così sposato la grande capacità di Unione Italiana Food e del sistema Confindustria di avere rapporti istituzionali a ogni livello. Il risultato è la nostra nuova Associazione che, più forte di prima, è pronta ad accogliere le nuove sfide che si giocheranno a livello europeo.


Insieme oggi, un numero così elevato di aziende, rappresentate una forza d’ urto, intesa in senso assolutamente positivo, di grande impatto: possiamo dire che in questo caso 1 + 1 fa 3. Mi sembra fondamentale oggi presentare un fronte comune in un sistema anche politico in Italia ma soprattutto in Europa, inteso come governo e quindi declinato nel nostro settore, che, non dimentichiamo è quello non solo della salute, ma anche della prevenzione e dei relativi costi sanitari che si potrebbero abbassare grazie all’uso di specifici integratori, tema oggi sensibilissimo. È così?


Rappresentando circa 220 aziende nazionali e multinazionali presenti sul territorio italiano, oggi siamo fieri di essere la prima associazione a livello europeo in termini di fatturato e rilevanza di mercato. Un grande risultato che abbiamo potuto raggiungere solo unendo le nostre forze. Gli integratori alimentari, in associazione ad un corretto stile di vita, possono rappresentare sia uno strumento importante per il mantenimento della salute delle persone, sia un potenziale nuovo approccio per il contenimento dei costi legati alla gestione di malattie croniche correlate soprattutto all’invecchiamento della popolazione. Diverse ricerche mostrano i potenziali risparmi che il sistema sanitario europeo e nazionale potrebbe ottenere attraverso l’uso appropriato di alcuni integratori da parte di specifiche popolazioni target. Ad esempio, uno studio statunitense pubblicato da Frost & Sullivan ha evidenziato come tra i vari integratori considerati, quelli con calcio e vitamina D potrebbero far risparmiare circa 4 miliardi di euro per anno in Europa in termini di costi sanitari evitabili, riducendo il rischio di fratture del femore e del bacino e di fratture in generale.


Uno dei grandi temi che la cronaca ci obbliga a vivere è quello legato al sistema costi (produzione, logistica), reperibilità delle materie prime che in questo caso riguardano molto da vicini Paesi anche lontani da noi. Come il settore sta vivendo questo momento?


Il tema dei costi e della reperibilità delle materie prime, ma anche dei materiali di confezionamento, è una delle grandi sfide che soprattutto quest’anno le aziende dovranno affrontare. Questi due aspetti vanno anche però visti dal lato positivo: tutte le aziende dovranno infatti imparare a programmare più a lungo termine e dovranno trovare modalità per contenere i costi di produzione e commercializzazione. In alcuni casi purtroppo l’aumento di 3 o 4 volte il costo delle materie prime porterà inevitabilmente ad un aumento dei costi dei prodotti ma potrebbe anche spingere molte aziende a sostituire alcuni nutrienti con altri al fine di contenere i costi dei prodotti finiti. Alla base di questo problema - che ci auguriamo tutti sia transitorio - rimane comunque il fatto che le aziende dovranno sempre di più operare attività di programmazione e di review formulistiche legate al contenimento dei costi.


Come più volte rimarcato l’Italia ha una posizione leader in Europa in termini di consumo di integratori alimentari. A cosa è dovuto questo primato e qual è il profilo del consumatore di questi prodotti? 

  

Oggi, solo in Italia, il mercato degli integratori alimentari vale effettivamente oltre 3,7 miliardi di euro, con una crescita media – registrata tra il 2014 e il 2020 – dell’8,2%. Il nostro Paese è leader europeo in questo mercato, una posizione determinata dal sempre più diffuso approccio olistico alla salute e al benessere degli italiani. La pandemia, inoltre, ha sicuramente contribuito a una maggiore attenzione alla salute: il consumatore dimostra di essere evoluto nel suo comportamento, si informa, ha aumentato la regolarità di assunzione, utilizza gli integratori in una logica di prevenzione ed è maggiormente attento anche alla salute dei suoi famigliari. Da una ricerca commissionata a Kantar, nata con l’obiettivo di comprendere come sia cambiato il consumo degli integratori nel corso del 2020, la fotografia del consumatore di integratori alimentari che ne emerge è chiara. Si tratta di acquirenti attenti e responsabili che percepiscono questi prodotti come complementari a una corretta alimentazione e non come sostituti a uno stile di vita equilibrato.


Il primo input di mercato è diretto al consumatore. Secondo lei oggi la comunicazione a livello di mass media è adeguata o si potrebbe crescere ancora? Nel caso come?


Il nostro obiettivo è chiaro: sostenere le istanze del comparto, garantire la qualità e sicurezza dei prodotti e, al contempo, tutelare la salute del consumatore promuovendo la corretta informazione sui prodotti salutistici. È molto importante, infatti, avere una direttrice unica quando si parla di integratori alimentari, prodotti ormai utilizzati in un contesto di salute a 360 gradi. Per questo motivo abbiamo finora stabilito partnership che ci permettessero di arrivare ai consumatori, guidandoli a scelte di acquisto consapevoli. Una tra queste è quella con Unione Nazionale Consumatori (UNC), che da anni si configura, attraverso varie modalità, come campagna di informazione che agisce da bussola per evitare ai consumatori di cadere in notizie solo parziali o addirittura false su un mondo molto vasto come quello degli integratori.


Lei è imprenditore, nella sua attività ha saputo da sempre perseguire una visione, prospettiva che oggi trova conferma in una economia di settore in costante evoluzione. Quali gli ostacoli che ha dovuto superare e quali le prospettive che oggi vede per le aziende attive in questo comparto?


Come imprenditore penso di aver dovuto affrontare gli ostacoli comuni a tutte le imprese che operano in Italia, in particolare la burocrazia e spesso l’incoerenza delle leggi che regolano le attività delle imprese. Nello specifico del nostro comparto, le difficoltà che ho dovuto affrontare spesso sono state create dal settore stesso che ha guardato più al presente rispetto al futuro. Oggi stiamo pagando tanti errori: abbiamo sottovalutato delle norme europee accettate con troppa leggerezza e soprattutto non siamo stati i primi a porci vincoli e limiti. Ritengo personalmente che questo settore abbia ancora un grande futuro. Dobbiamo però essere chiari con noi stessi, con il consumatore e tutti gli stakeholders su cosa sono questi prodotti: sono degli alimenti che forniscono nutrienti a dosaggi predefiniti e come tali non possono avere effetti collaterali. Devono vantare degli health claim la cui dimostrazione non può avvenire con gli stessi schemi delle sostanze ad attività farmacologica. La loro mission è mantenere sane le persone che già sono sane.


Un suo commento sulle sfide più importanti del settore a livello europeo, che sono:
- Armonizzazione regolatoria nella UE
- Claims per Probiotici e Botanicals


La Direttiva 2002/46/CE, di cui quest’anno decorre il ventennale, è stata una pietra miliare nel definire cosa si intenda con il termine “integratore” e nell’indicare quali debbano essere gli obblighi di etichettatura ai fini di un corretto e sicuro utilizzo del prodotto. 

Purtroppo, il percorso di armonizzazione si è successivamente interrotto e non ha considerato l’importante mondo dei botanicals, ingredienti degli integratori sempre più richiesti e apprezzati dai consumatori che vedono una differente classificazione dei prodotti tra food e farmaco nei diversi Stati membri, oltre che problematiche legate alla valutazione della sicurezza da parte di EFSA (es. Idrossiantraceni). 

A questo si aggiunge la mancanza di armonizzazione dei livelli massimi di vitamine e minerali che solo di recente la Commissione ha riaperto consultando gli Stati membri. Su questo aspetto la nostra Associazione sta lavorando in stretto contatto con le Associazioni europee di settore EHPM e FSE per evitare approcci troppo restrittivi non basati su una corretta valutazione del rischio. 

Infine, anche il Regolamento claims non ha favorito una completa armonizzazione se pensiamo ad esempio alle indicazioni sulla salute relative ai probiotici che non vedono ad oggi claim autorizzati a livello europeo.