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Un affascinante percorso di conoscenza a cura di ​​​​​​​S.I.Fit

Ananas comosus (L.) Merr.

UTILIZZO A TAVOLA

Caratterizzato da una forma unica e inconfondibile, dall’ottima profumazione e dal dolce ed inequivocabile sapore, la diffusione dell’ananas sulle tavole di tutto il mondo è legata ad un italiano: era infatti il 14 novembre del 1493 quando nel Mar dei Caraibi, sull’isola di Guadalupe, sbarcarono Cristoforo Colombo e il suo equipaggio che, ad un primo sguardo, la scambiarono per una pigna di grandi dimensioni e, per questo, la chiamarono “Piña” da cui poi deriverà l’appellativo inglese di “pineapple”. I conquistadores iniziarono subito a consumarla poiché, oltre ad essere di gradevole sapore, risultava molto utile per prevenire lo scorbuto, essendo ricca di vitamina C. Etimologicamente il suo nome sembra essere legato agli Indios sud-americani, da cui era chiamata “anana” (cioè “profumo”), che vedevano nell’ananas un simbolo di ospitalità; per gli aztechi il nome significava invece “colei che è bella quando fuori piove”.


Con le prime importazioni in Europa, tra il XVII e il XIX sec., favorite anche dall’invenzione del battello a vapore, l’ananas non ottenne grande successo, forse perché nonostante i frutti venissero imbarcati ancora acerbi, spesso giungevano marci e non più buoni. Il problema fu ovviato trasportando le piante intere con i semi che però non trovarono, nel vecchio continente, un clima adeguato dove crescere. Per tale motivo un uomo d’affari olandese, Pieter de la Court (1664-1739), inventò le serre riscaldate per la loro coltivazione; tuttavia questa soluzione portò ad un notevole incremento del prezzo: l’ananas risultò quindi una prelibatezza che compariva solo sulle tavole dei nobili per via del suo elevato costo, tanto da essere chiamata “pigna reale”.


Dal novecento in poi il consumo e la produzione di ananas in tutto il mondo esplose, anche grazie al primo confenzionamento in scatola dell’ananas nel 1901 nelle Hawaii: qui si pensa che il frutto sia arrivato in seguito ad un naufragio e ad una mareggiata nel 1527 e che la specie si sia naturalizzata avendo trovato le condizioni ideali di terreno e clima per prosperare e crescere. Tutt’oggi l’arcipelago caraibico si annovera tra i maggiori produttori di ananas al mondo, rappresentandone circa il 10% della produzione totale (Rif. 1,2,3,4,5).


Oggi la produzione di ananas ammonta a circa 25 milioni di tonnellate all’anno, così che risulta il terzo frutto tropicale più consumato dopo banane e agrumi, dando un prezioso contributo all’economia di molti paesi dell’America centromeridionale. In questo modo, grazie alla sua diffusione globale, alle sue proprietà sia organolettiche che salutistiche, l’ananas è entrata a far parte delle ricette di tutto il mondo: può essere consumata fresca o essere utilizzata nei dessert o in bevande come la piñacolada, può essere ingrediente di ricette dell’estremo oriente, come salsa agrodolce utilizzata per esempio con maiale e manzo, per arrivare infine alle ricette più fantasiose (e aggiungerei anche discutibili) come la ormai famosa pizza hawaiana (Rif. 5,6,7).

BOTANICA & FITOCHIMICA

Appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae e, come già anticipato, originaria dell’America del sud, la sua coltivazione è oggi assai diffusa in tutto il mondo (Rif. 5,6,7).

La pianta dell’ananas è morfologicamente assai curiosa e può crescere fino a 1,5 m di altezza. Il frutto è costituito da molteplici bacche fuse tra loro e senza semi, che crescono dagli ovari dei fiori contemporaneamente alla maturazione. Il nucleo del frutto rappresenta il sito da cui si sviluppano le bacche la cui posizione è delineabile osservando le scaglie dello strato esterno, anche dette “occhi”. Il “frutto” finale sarà dunque determinato dallo sviluppo di 50-200 singoli fiori ermafroditi che porteranno alla prima fruttificazione in 12-30 mesi. Le foglie lanceolate, coriacee e seghettate formano una rosetta, dal cui centro si sviluppa l’infiorescenza: una singola pianta produce un singolo frutto in media ogni 18 mesi (Rif. 5,8).

Con un profilo fitochimico assai eterogeneo e complesso, la maggior parte delle sue proprietà farmacologiche e gli utilizzi come pianta medicinale sembrano essere strettamente legati alla bromelina, ossia un gruppo di enzimi proteolitici presenti in tutte le parti della pianta, ma soprattutto nel gambo (che ne rappresenta la principale fonte), di cui si parlerà abbondantemente nei paragrafi successivi.

Numerose sono anche le informazioni derivanti dall’etnobotanica e riguardanti gli utilizzi tradizionali soprattutto ad opera di tribù autoctone: in India, la tribù Khamptis dell'Arunachal Pradesh usava il succo per trattare vari disturbi del tratto urinario, mentre la parte bianca delle foglie veniva utilizzata per la sverminazione; in Camerun, la comunità di Bamileke utilizzava il frutto per curare i sintomi della febbre gialla, per prevenire il cancro e l’obesità e per mantenere alti i livelli di vitamina C (Rif. 8,9).

UTILIZZO IN TERAPIA

La bromelina in particolare, ma tutto il fitocomplesso, conferiscono all’ananas numerose attività terapeutiche, tra cui azione antinfiammatoria, cardioprotettiva, immunomodulatoria, antiossidante, drenante e digestiva (Rif. 10,11,12). Le proteasi presenti nella bromelina sono in grado di modulare il sistema immunitario in diversi modi e questa capacità, come valutato in differenti studi clinici, permette alla bromelina di indurre un effetto anti-infiammatorio inibendo la produzione di bradichinina, una sostanza normalmente prodotta a seguito di processi flogistici, molto spesso causati da traumi fisici. Allo stesso tempo la bromelina riduce la migrazione dei leucociti (i nostri globuli bianchi) verso la sede dell’infiammazione e diminuisce la produzione di prostaglandine pro-infiammatorie (Rif. 12).


Grazie a questa sua proprietà, l’ananas può essere consigliata in caso di patologie infiammatorie quali artrite reumatoide, sindrome dell’intestino irritabile, prostatite, osteoartriti (Rif. 10,12). Nel trattamento di queste patologie l’ananas può essere assunta da sola o in associazione alla terapia convenzionale come bromelina e diclofenac, bromelina e levofloxacina, bromelina e amoxicillina, in quanto è stato riscontrato un aumento della concentrazione del principio attivo nel sangue, migliorando così l’efficacia e risolvendo lo stato infiammatorio in pochi giorni (Rif. 10,12).


Inoltre l’impiego della bromelina ha mostrato buoni risultati in patologie che presentano non solo un’eziologia infiammatoria ma anche un’eziologia di natura batterica, perché la bromelina presenta un’attività antimicrobica nei confronti di agenti patogeni quali Streptococcus mutans, Streptococcus sanguis e Staphylococcus aureus (Rif. 12). Questa attività terapeutica può trovare impiego per il trattamento di patologie che possono aggravarsi in seguito a infezione batterica come l’asma e le rinosinusiti (Rif. 10). La bromelina a seguito dell’attività antinfiammatoria è in grado di svolgere un’azione cardioprotettiva e quindi può essere impiegata nella prevenzione di patologie cardiovascolari come infarto, ictus, angina pectoris, formazione di trombi o coaguli, tromboflebite. Recenti studi stanno valutando l’impiego della bromelina per il trattamento di patologie tumorali, ma attualmente non sono ancora stati riportati risultati che possano garantire un impiego sicuro della bromelina in associazione a chemioterapici (Rif. 10,12).

BEAUTY

Dalla sua importazione nel vecchio continente ad oggi, della pianta di ananas è stata utilizzata ogni parte nei più disparati settori. A partire dal consumo fresca o cotta nel settore alimentare, come dessert, bevanda o come contorno, al campo farmaceutico, fino ad arrivare al campo COSMETICO (BEAUTY) e NUTRACEUTICO (NUTRA). Inoltre, come emerge dalla letteratura più recente, numerosi sono gli studi incentrati sul recupero degli scarti, come la buccia, per l’estrazione della bromelina (Rif. 13).

Nel settore cosmetico, l’ananas è molto utilizzata per le importanti proprietà della bromelina che vengono esaltate dall’intero profilo fitochimico. Vengono infatti utilizzati impacchi o lozioni che aiutano a curare l’acne e altre condizioni infiammatorie della pelle, sfruttando soprattutto le già citate attività antinfiammatorie della bromelina. Essendo l'ananas in grado di stimolare la produzione di collagene, può risultare utile in preparati anti-aging, in cui spesso gli estratti di ananas vengono utilizzati in associazione con sostanze nutrienti come aminoacidi e vitamina C, che assicurano una rapida riparazione della pelle (Rif. 14). Altro impiego dell’ananas, e forse più noto, è il trattamento della cellulite e della ritenzione idrica. Questi prodotti sono utili per favorire sia la digestione, sia il drenaggio dei liquidi in caso di cellulite. In particolare, i benefici dell’ananas sono conferiti anche in questo caso dalla presenza di bromelina che grazie alla sua attività antinfiammatoria è in grado di prevenire la formazione di edemi e diminuire quelli già esistenti. La cellulite, infatti, ha un’origine infiammatoria e potrebbe essere causata dagli edemi dovuti a una matrice intra-cellulare eccessivamente idrofila. Poiché la fibrina è un composto proteico, la bromelina aiuta a degradarla favorendo il drenaggio e, di conseguenza, diminuendo gonfiore e stasi venosa. Per questo motivo la bromelina è utilizzata non solo per i disturbi del sistema circolatorio, ma anche per il trattamento di ecchimosi e ematomi a livello locale (Rif. 10,11).

Numerosi sono i prodotti cosmetici a base di ananas presenti sul mercato. Tra questi:

  • Siero viso: 2 erogazioni del prodotto su tutto il viso e massaggiare prima di applicare la crema idratante. Può essere utilizzato al mattino che prima di andare a dormire.
  • Olio doccia cellulite + coppetta: applicare sulle zone interessate come gambe, cosce e glutei e poi, con l’ausilio della coppetta, schiacciare i punti creando l’effetto ventosa, muovendo lentamente dal basso verso l’alto.
  • Crema viso: applicare sul viso al mattino e alla sera

Inoltre, molte sono anche le preparazioni che possono essere comodamente allestite a casa (Rif. 15):

  • Tonico lavante ed esfoliante: ricavato il succo dal frutto fresco per spremitura, imbibire una garza o un batuffolo di ovatta e applicare sul viso per minuti. Infine risciacquare con acqua tiepida. Applicare una volta a settimana.
  • Maschera illuminante: frullare l’ananas (50 gr) e mescolare in una ciotola con 2 cucchiai di amido di riso/mais. Applicare sul viso e apporre sopra una garza per 15 minuti. Risciacquare con acqua tiepida. Applicare una volta a settimana.
  • Impacco anti cellulite: frullare le fette di ananas e aggiungere la polpa ad un infuso di rusco precedentemente preparato, filtrato e fatto raffreddare. Aggiungere due o tre cucchiaini di argilla verde per rendere il composto più compatto. Mescolare e applicare sulle zone di interesse per mezz’ora circa. Utilizzare una volta al giorno.

NUTRA

Dalla sua importazione nel vecchio continente ad oggi, della pianta di ananas è stata utilizzata ogni parte nei più disparati settori. A partire dal consumo fresca o cotta nel settore alimentare, come dessert, bevanda o come contorno, al campo farmaceutico, fino ad arrivare al campo COSMETICO (BEAUTY) e NUTRACEUTICO (NUTRA). Inoltre, come emerge dalla letteratura più recente, numerosi sono gli studi incentrati sul recupero degli scarti, come la buccia, per l’estrazione della bromelina (Rif. 13).


L’ananas, come già accennato, è ricco di enzimi digestivi e in particolare di proteasi, utili per l’idrolisi delle proteine, soprattutto in caso di deficit enzimatici per facilitare la digestione peptidica. Le principali proprietà nutritive della pianta sono attribuibili all’ottima fonte di fenoli dalle forti proprietà antiossidanti (Rif. 16). Il suo contenuto di minerali essenziali, come il manganese, è fondamentale per lo sviluppo e la formazione delle ossa, nell’attivazione di enzimi, nell’assorbimento del ferro, nella regolazione della pressione sanguigna e della frequenza cardiaca (Rif. 17). Tra i tanti effetti, quello probabilmente più comune per cui viene utilizzato nel campo nutraceutico riguarda il mantenimento della salute del sistema digerente: la bromelina infatti, costituita da proteasi sulfidrilate, attivate da sostanze come la cisteina e il glutatione ed inibito da ossidanti e metalli (Rif. 22) , viene assorbita dal tratto gastrointestinale in una forma funzionalmente intatta; infatti, circa il 40% del complesso enzimatico bromelinico viene assorbito dall’intestino (Rif. 24). Questi enzimi, a differenza delle proteasi pancreatiche, agiscono a un range di pH molto ampio (5,5-8,0) risultando attivi dall’antro dello stomaco fino a tutto l’intestino (Rif. 27).


Essendo la bromelina presente più o meno in tutta la pianta, generalmente si utilizzano miscele provenienti dal gambo e dal frutto, in grado di combinare proprietà antinfiammatorie e anti microbiche a quelle cardiovascolari e soprattutto digestive, riuscendo a idrolizzare determinate proteine e fungendo da pre-digestivo (Rif. 18,19).

La bromelina dell’ananas è un integratore alimentare che può rappresentare un trattamento alternativo ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) bloccando efficacemente il trombossano e le prostaglandine E2, trovando impiego anche nel trattamento per l’artrosi (Rif. 25).

La sua assunzione comporta effetti anche sulla coagulazione in quanto interagisce e inattiva la fibrina, esplicando la sua azione fibrinolitica e di antiaggregante piastrinico e, in questo modo, prevenendo la formazione delle placche aterosclerotiche (Rif. 20).

Tutto ciò previene diverse patologie come:

• ipertensione

• malattie coronariche

• altre patologie correlate al sistema cardio-circolatorio.


L’utilizzo come antimicrobico della bromelina è efficace contro alcuni agenti patogeni intestinali come Vibrio cholera ed Escherichia coli, la cui enterotossina provoca diarrea negli animali. Un’integrazione attiva con bromelina, durante infezione batterica, porta ad effetti anti-adesivi che impediscono ai batteri di attaccarsi a specifici recettori della glicoproteina situati sulla mucosa intestinale modificando proteoliticamente i siti di attacco del recettore (Rif. 26,27).


Nel decreto del 10 agosto 2018, aggiornato ad agosto 2021, ananas viene riconosciuta e approvata per l’uso del drenaggio dei liquidi corporei.

Il dosaggio consigliato per i diversi trattamenti è:

polvere del gambo, 300 mg pro-dose, 2/3 volte al dì, lontano dai pasti

estratto secco, 250 mg pro-dose, da 2/3 volte al dì


che devono contenere una quantità di bromelina che varia dagli 80 ai 320 mg al giorno. Le formulazioni più utilizzate sono le compresse gastroresistenti, capsule o compresse, che possono essere assunte anche a stomaco vuoto. La bromelina può essere assunta per periodi di circa un mese e mezzo, per poi interrompere il trattamento ed eventualmente riprenderlo dopo una pausa di due settimane se il problema non fosse risolto. Il corpo può assorbire una quantità significativa di bromelina fino a 12 g/giorno ed essere consumati senza effetti collaterali importanti (Rif. 23).

Spesso viene utilizzata in associazione ad altri nutraceutici per massimizzarne l’attività antiossidante, in particolare, e le altre proprietà. Tra questi, quelli maggiormente utilizzati sono:

• vitamina C

• omega 3

• curcuma

• zenzero

• escina

• troxerutina.


Per quanto riguarda la dose giornaliera raccomandata, si consiglia di non superare i 750 mg al giorno, da distribuire nell’arco della giornata in 2 somministrazioni. È preferibile assumerla a stomaco vuoto, eccetto quando si utilizza come digestivo.


Gli effetti collaterali a cui bisogna fare attenzione è l’ipersensibilità verso il principio attivo, disturbi gastrici, diarrea e reazioni allergiche. Mangiando il frutto crudo si può avere una sensazione di bruciore a causa dei cristalli di ossalato di calcio.


In caso di terapie anticoagulanti o dell’utilizzo di antiaggreganti piastrinici, meglio non assumerlo in quanto potrebbe alterare l’effetto degli stessi. In caso venga utilizzata per la sua attività antinfiammatoria, l’assunzione non deve avvenire in prossimità dei pasti per la sua azione proteolitica. È inoltre controindicata nelle persone che soffrono di ulcera peptidica.