LA CURCUMINA NELLO SPORT

La Curcuma longa L. è una pianta erbacea perenne il cui rizoma contiene circa il 2-9% di curcuminoidi: curcumina, monodemetossicurcumina e bisdemetossicurcumina.

La capacità della curcumina nella modulazione selettiva di alcune vie di segnalazione cellulare imputate nei fenomeni infiammatori, ne suggerisce il ruolo chiave come potente polifenolo multi-bersaglio. In generale, tale attivo agisce su pathway d’azione che confluiscono nello “spegnimento” dei principali fattori di trascrizione pro-infiammatori quali NF-κB, AP-1 e STAT. Questo nutraceutico è in grado di modulare l’espressione di geni coinvolti nella sopravvivenza cellulare, nella proliferazione cellulare e nell’angiogenesi oltre ad inibire diverse proteine chinasiche, citochine pro-infiammatorie quali TNFα, interleuchine (IL-1, -2, -6, -8, -12) ed enzimi infiammatori quali COX-2 e LOX. È infine un potente antiossidante che agisce attraverso l’attivazione del fattore nucleare NrF2 (1).

    INTRODUZIONE

    La qualità della curcuma dipende innanzi tutto dalla qualità della materia prima e dalla purezza dell’estratto. L’analisi che consente l’identificazione della pianta è l’analisi del DNA (DNA barcoding) della pianta stessa. Un aspetto qualitativo fondamentale risiede nell’assenza di contaminazioni, accidentali o volontarie con:

    • specie diverse dalla Curcuma longa, quali la Curcuma zeodaria, la Curcuma aromatica e la Curcuma xanthozzhiza
    • coloranti azoici come il giallo metanile e i Sudan I e IV, composti organici non ammessi come additivi e vietati per l’uso alimentare, ma utilizzati come adulteranti della curcuma
    • curcuma sintetica
    • contaminati quali idrocarburi policiclici aromatici (Reg. (UE) N. 2015/1933), pesticidi (Reg. (EC) N. 396/2005) o solventi (Dir. 2009/32/CE) al di fuori dei limiti di accettabilità, come prescritto dalle normative vigenti
    • OGM

    QUALITÀ E BIODISPONIBILITÀ 

    ALESSANDRO COLLETTI

    Università degli Studi di Torino | Italia

    Bio...

    L'integrazione di curcumina ha mostrato una significativa riduzione dell'infiammazione derivata dall'esercizio fisico. Nello specifico, in atleti maratoneti la supplementazione di curcumina (500 mg/die per 3 giorni) dopo l'esercizio aerobico ha dimostrato di ridurre significativamente i livelli plasmatici del fattore di necrosi tumorale alfa (TNF-alfa) così come l'interleuchina-1 (IL-1), l’IL-6 e l’IL-8 (2).


    Inoltre, l'integrazione con curcumina sembra essere benefica per la diminuzione del dolore e del danno muscolare post-esercizio fisico intenso. Gli studi condotti ad oggi, per lo più su sport aerobici hanno evidenziato come tale supplemento riduca infatti i punteggi del dolore muscolare percepito nei giorni seguenti all’esercizio fisico e migliori i punteggi relativi al range di movimento (3).

    Altri studi hanno riportato una minore perdita media di potenza negli sprint ed un miglioramento delle prestazioni muscolari (determinato dall'aumento dell'altezza del 1° salto) 24 e 48 ore dopo l'esercizio di resistenza per coloro che venivano trattati con curcumina (4).


    Per quanto concerne lo stress ossidativo, la curcumina associata o meno alla Boswellia serrata mostra una grande capacità di riduzione dei prodotti finali della glicazione avanzata endogena (AGE), dei livelli di malondialdeide (MDA) e dei metaboliti reattivi dell'ossigeno (ROS) (5).

    La supplementazione di curcumina è anche correlata agli effetti benefici nei parametri psicologici e fisiologici (termici e cardiovascolari). Uno studio clinico in doppio cieco condotto nel Regno Unito che ha incluso praticanti di attività fisica aerobica ha mostrato che la curcumina migliorava significativamente lo stress psicologico durante l'allenamento, rispetto al gruppo placebo (6).

    In aggiunta, tale supplemento sembrerebbe preservare la funzione gastrointestinale dallo stress termico da sforzo indotto dall'esercizio fisico (marcatore: proteina legante gli acidi grassi (IFABP), indicatore di danno della barriera gastrointestinale) (7).


    La curcumina può essere particolarmente utile soprattutto negli atleti (agonisti e non) che presentano comorbidità caratterizzate da uno stato infiammatorio silente.

    Panahi et al. ha mostrato che il trattamento con curcuminoidi (1500 mg/die) in pazienti con osteoartrosi determina una riduzione dei punteggi del dolore e della rigidità fisica (8). Un altro studio ha riportato l'efficacia della curcumina nel trattamento dei pazienti con osteoartrosi del ginocchio, come dimostrato dalla diminuzione di un biomarcatore specifico della cartilagine, Coll21 (9). Inoltre, la terapia adiuvante della curcumina con diclofenac ha mostrato risultati vantaggiosi nel trattamento dell’osteoartrosi primaria del ginocchio (10). In uno studio condotto su 367 pazienti, la somministrazione di estratti di curcumina (1500 mg/die per 1 mese) ha determinato un miglioramento degli score di osteoartrite e la sua efficacia è risultata paragonabile a quella dell'ibuprofene (11).


    La curcumina ha mostrato anche potenti effetti antiartritici. Uno studio clinico pilota ha valutato la sicurezza e l'efficacia di tale supplemento nei pazienti con artrite reumatoide e ha mostrato un miglioramento dei punteggi complessivi dell'attività della malattia. La sicurezza e la superiorità del trattamento con curcumina sono state ben evidenziate (12). Inoltre, è stato evidenziato che il trattamento con curcumina riduce anche la rigidità e il gonfiore delle articolazioni dei pazienti con artrite reumatoide (13).

    EFFETTI NELLO SPORT 

    La somministrazione di curcumina per os risulta essere generalmente ben tollerata.

    Gli studi clinici di fase I hanno dimostrato che nell'uomo la curcumina è sicura anche a dosi elevate (12 g/die), nonostante mostri una scarsa biodisponibilità orale (14). Le ragioni principali della ridotta biodisponibilità orale di tale attivo sembrano essere dovute alla sua scarsa bioaccessibilità enterica, al marcato metabolismo epatico e alla sua rapida eliminazione sistemica. Per migliorare la biodisponibilità orale della curcumina, sono state intraprese numerose strategie bionutraceutiche. Questi approcci implicano, in primo luogo, l'uso di adiuvanti come la piperina che interferisce con la glucuronidazione e l’inibizione della pompa di efflusso ABCG5/G8; altre strategie includono l'uso della curcumina liposomiale, nanoparticelle, complessi fosfolipidici o l'uso di analoghi strutturali della curcumina.


    Gli effetti collaterali descritti in letteratura, per lo più dosaggio dipendenti, sono rappresentati da diarrea, nausea, dispepsia, cefalea, rash cutaneo. La curcumina è controindicata in gravidanza a causa della sua capacità di indurre la contrazione uterina. Può inoltre aumentare il rischio di sanguinamento attraverso l’inibizione delle COX, bloccando il recettore GPIIb/IIIa e aumentando l'attività della prostaciclina, un inibitore dell'aggregazione. Conseguentemente, in pazienti che assumono determinati farmaci anticoagulanti o che presentano disturbi emorragici preesistenti, la co-assunzione di curcumina necessita di un monitoraggio approfondito (specie per trattamenti ciclici molto lunghi). Infine, non è raccomandabile la supplementazione cronica di curcumina in pazienti con gravi anemie, per la sua attività ferro-chelante. Le principali interazioni farmacologiche della curcumina riguardano la co-assunzione con determinati farmaci anticoagulanti e antipiastrinici, la maggior parte dei quali metabolizzati dall'enzima CYP3A4 a livello epatico (15).


    Per quanto riguarda la sicurezza epatica, la curcumina è studiata in tutto il mondo da anni in decine di modelli sperimentali come trattamento per la protezione del fegato verso danno chimico, dato per esempio dall’abuso di alcol. In caso di alterazioni della funzione epatica, tuttavia, l’uso del prodotto è sconsigliato come indicato recentemente dal Ministero della Salute.

    SICUREZZA

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