PLINIO IL VECCHIO:

LO SCIENZIATO

DI ROMA

CHE APPREZZÒ

LA COSMESI

COSMESI: PASSATO & FUTURO

Chi nel mondo della cosmesi è interessato alla storia dell’uso dei cosmetici nell’antichità, può trovare in questo articolo una sollecitazione ad approfondire la conoscenza del filosofo e naturalista romano, Plinio il Vecchio il quale nella sua enciclopedica opera, Naturalis Historia, descrisse ampiamente anche profumi, polveri e creme cosmetiche (1-4). L’uso di questi prodotti, realizzati mediante l'uso di varie piante e minerali, viene anche esaltato rilevandone anche l’aspetto sociale e culturale (Figura 1). Molte interessanti notizie, che riguardano la vita dell’Ammiraglio Plinio il Vecchio, verranno riportate e discusse in occasione del bimillenario della sua nascita che verrà celebrata il 28 Aprile presso la sede dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, in Roma. In questa occasione si potrà anche visitare il Museo Medico, dove è conservato il cranio di questo famoso scrittore del quale studi recenti confermerebbero la suadente probabile appartenenza a Plinio il Vecchio.

Figura 1. Frontespizio della Naturalis Historia.

Vale la pena avere una minima consapevolezza di come lo scienziato-scrittore indagò con accurata precisione la produzione, l’uso ed il consumo dei prodotti cosmetici. Con la sua enciclopedica produzione, documentò la diversa utilizzazione dei vari cosmetici , notando come l’uso dei diversi ingredienti differisse nelle diverse culture . Dagli Egizi, i cosmetici venivano prodotti mediante l’uso di molteplici varietà di piante e grassi animali ,mentre altre culture, come quella greca utilizzavano diverse varietà di minerali e metalli. L'uso dei cosmetici era spesso associato a rituali e cerimonie religiose ma con finalità differenti: per gli Egizi, i cosmetici venivano utilizzati con ritualità e cerimonie atte ad onorare le divinità e altri esseri ritenuti divini ,mentre per greci e romani esprimevano riverenza e rispetto degli dei. Plinio evidenziò anche come l'uso dei cosmetici fosse popolare sia tra gli uomini che tra le donne, anche se le finalità differivano; le donne del mondo antico usavano diversi olii, creme e profumi per il rendere più gradevole il loro corpo, mentre gli uomini usavano oli e profumi per la cura della barba e dei capelli. Comunque il loro uso, determinato anche dalla cultura, era sempre associato allo stato sociale e alla ricchezza, specialmente nella scelta dei componenti; per esempio nella cultura romana l'uso della biacca era popolare tra le classi agiate, mentre nella cultura egizia tra le classi popolari.


Dimostrando una grande modernità’ di vedute, le ricerche di Plinio il Vecchio sui cosmetici hanno rivelato anche una grande quantità di informazioni sui processi utilizzati per la loro produzione. Gli ingredienti per la preparazione dei cosmetici dovevano essere scelti con cura soprattutto per evitare quelli dotati di una potenziale tossicità. La preparazione consisteva nella fine macinazione delle sostanze che andavano poi mescolate nelle giuste proporzioni, alcune con acqua, altre con olii. Alcuni ingredienti andavano riscaldati mentre altri dovevano essere raffreddati, evidenziando quali dovessero essere applicati direttamente sulla pelle e quali spalmati con un pennello o un panno. Plinio consigliò anche una limitazione nel loro uso, perché l'uso eccessivo di cosmetici avrebbe potuto causare irritazioni della pelle e altri problemi di salute. Soprattutto, raccomandò alle donne di evitare l’utilizzazione di prodotti cosmetici durante la gravidanza e l'allattamento, perché alcuni ingredienti potevano risultare tossici per il bambino in via di sviluppo.

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Nel complesso i consigli di Plinio il Vecchio sull'uso dei cosmetici hanno fornito una preziosa visione del costume e modo di vivere nel mondo antico. Inoltre, le sue istruzioni hanno posto in evidenza, una grande quantità di informazioni sugli ingredienti e sui processi utilizzati per la creazione dei cosmetici, nonché sui potenziali rischi associati al loro uso.

Come esempio di formulazioni cosmetiche utilizzate e tramandate nei secoli si riportano due ricette del 1736 trascritte in un libro redatto dal frate Domenico Auda che operava come speziale presso l’ospedale Santo Spirito di Roma,nei cui locali e’presente anche la sede ed il Museo medico dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria (5,6)





Figura 2. Particolare di prescrizioni cosmetiche riportate sul libro Pratica de’ Speziali edito nel 1736 dallo speziale Francesco Auda.

Come si può facilmente rilevare, sulla pagina del testo antico vengono riportate due formulazioni. La prima è una prescrizione utilizzata per rassodare e modellare il seno (Per dimenuire le zinne….) mentre la seconda veniva utilizzata per eliminare i capelli grigi (Per far capeli neri) (5,6). E’ interessante osservare come gli stessi problemi vengano affrontati ancora ai nostri giorni mediante formulazioni cosmetiche o specifici interventi chirurgici!





Riferimenti bibliografici

PIER PAOLO VISENTIN 

PIERFRANCESCO MORGANTI

Centro Studi R&D, Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria, Roma | Italia

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