DERMOCOSMETICA:

MY PERFECT IMPERFECTIONS
TREND E OPPORTUNITÀ DI MERCATO

(1a PARTE)

Acne, macchie cutanee, couperose, pelle atopica, line sottili, perdita capillare, cellulite: sono solo alcune delle condizioni cutanee che possono manifestarsi sulla pelle di viso, corpo e scalpo; dovute a fenomeni endogeni o a causa di fattori ambientali, determinate condizioni possono causare disturbi cutanei ed un certo disagio sul piano estetico; è quindi importante saperle riconoscere per utilizzare trattamenti cosmetici mirati.


CONDIZIONI CUTANEE: PATOLOGIE E MANIFESTAZIONI ESTETICHE

Prodotti cosmetici contenenti ingredienti attivi a concentrazioni non farmacologiche e destinati a favorire la guarigione o il miglioramento dei vari stati cutanei sono definiti come “dermocosmetici”: i consumatori, consapevoli dell’importanza della pelle in quanto organo protettivo dell’organismo, ricercano prodotti funzionali che mirano a mantenerla in salute.

E proprio la cura della pelle e degli annessi cutanei, anche per la risoluzione di problematiche complesse come psoriasi, secchezza o sebo, è lo scopo dei dermocosmetici, quindi prodotti in grado di attivare meccanismi di riparazione tissutale (1).


I DERMOCOSMETICI

Gli studi condotti negli ultimi anni a livello globale, hanno evidenziato alcune condizioni cutanee maggiormente dichiarate dai consumatori: stilandone una classifica, praticamente in ogni macro-regione mondiale, l’acne risulta essere al primo posto secondo i dati statistici; seguono poi, con lievi differenze sul posizionamento nel ranking, pelle atopica, eczema, psoriasi, rossori, macchie cutanee e problematiche legate allo scalpo, come forfora e perdita dei capelli.

Più in dettaglio, è utile analizzare i dati ottenuti nelle diverse aree geografiche, non solo per avere una visione più chiara delle diverse condizioni cutanee specifiche presenti, ma anche per capire le necessità, altrettanto specifiche, dei consumatori e come poter offrire soluzioni efficaci per i diversi mercati globali.


Nell’area europea, i dati raccolti dagli intervistati, mostrano come acne, eczema, psoriasi e condizioni dello scalpo, forfora e perdita dei capelli, siano le maggiormente dichiarate: secondo Mintel (2), il 58% dei prodotti detergenti presenti nel mercato italiano, reclama azione anti-irritante, mentre il 38% dei prodotti dedicati alla cura del corpo presenti sul mercato tedesco dichiara di essere stato formulato per pelli sensibili; inoltre, uno studio condotto in Francia (3) evidenzia come ben un terzo della popolazione soffra di una o più condizione cutanee che impattano negativamente lo stile di vita individuale: è interessante anche notare come il 54% della popolazione che dichiara la presenza di problematiche cutanee, manifesti anche stati emotivi legati all’ansia o alla depressione.

Nel trattamento delle specifiche condizioni cutanee, i consumatori mostrano elevato interesse in determinate categorie di prodotti cosmetici: il 34% dei millennials tedeschi dichiara di preferire prodotti sviluppati da brand sponsorizzati da medici, mentre il 44% degli adulti francesi predilige prodotti che contengono ingredienti dall’efficacia supportata da prove scientifiche (2).


Proseguendo l’analisi globale verso ovest, i consumatori dell’area nord-americana esprimono maggiormente condizioni cutanee legate ad acne, pelle atopica, eczema, psoriasi e rossori: secondo l’American Academy of Dermatology Association, negli Stati Uniti d’America, l’acne rappresenta la più comune condizione cutanea, riscontrata annualmente in circa 50 milioni di americani; approssimativamente, l’85% delle persone di età compresa tra 12 e 24 anni, dichiara di aver avuto condizioni acneiche anche lievi. Prodotti detergenti a base di acido salicilico risultano i preferiti in questa area geografica per il trattamento dell’acne.

La dermatite atopica rappresenta invece una condizione cutanea che almeno il 10% della popolazione nordamericana sviluppa nel corso della propria vita: colpisce fino al 25% dei bambini e il 3% degli adulti. La psoriasi, in ultimo, viene riscontrata in circa 7,5 milioni di cittadini nord-americani: circa l’80% di chi ne soffre, dichiara una sintomatologia da lieve a moderata, mentre il 20% dichiara una condizione più severa (4).


Nell’area latino-americana, in comune a quanto emerso in Nord America, compaiono nelle prime posizioni delle principali condizioni cutanee dichiarate, acne e stati atopici, eczema e psoriasi: un interessante studio condotto dalla International Study of Asthma and Allergies in Childood, evidenzia che nei paesi latino-americani, circa il 20% dei bambini fino a 6 anni mostra una storia clinica legata alla dermatite (5); in Brasile, la Brazilian Society of Dermatology dichiara inoltre che la dermatite atopica colpisce inoltre il 7% dei brasiliani adulti ed il 15-25% dei bambini; la psoriasi, invece, viene riscontrata in circa l’1,3% della popolazione, con maggiore incidenza nella fascia di età dai 30 ai 40 anni e dai 50 e 70 anni (6).

Macchie cutanee e melasma insorgono in circa il 10% della popolazione: prodotti dedicati ai disturbi della pigmentazione risultano tra i più richiesti nella cura dermatologica, sia dalla popolazione maschile, circa il 23%, che da quella femminile, sino al 29% (7).


Anche gli studi condotti in tutta l’area asiatica e medio-orientale, confermano la tendenza emersa nelle regioni analizzate in precedenza: acne, rossori, pelle atopica, eczema e psoriasi sono le maggiormente dichiarate; soprattutto in estremo oriente, le condizioni acneiche persistono anche in età adulta; sempre secondo Mintel, il 46% della popolazione asiatica adulta dichiara l’utilizzo di prodotti anti-acne nella propria skin-care (8).


In particolare, la Cina risulta il paese asiatico leader per numero di prodotti anti-acne brevettati: nel territorio cinese, il 35% dei consumatori esprime frustrazione per presenza dei segni tipici dell’acne, il 14% dichiara di aver riscontrato dermatite ed il 59% delle consumatrici donne dichiara di preferire prodotti formulati per pelli sensibili.

STUDI DI MERCATO: QUALI SONO LE CONDIZIONI CUTANEE PIÙ FREQUENTI?

L’approccio dei consumatori verso le varie condizioni cutanee è cambiato negli ultimi anni: in seguito alla pandemia del 2020, si è manifestata una attenzione “olistica” verso la salute dell’organismo, nel suo complesso fisico e mentale; da qui, la cura di pelle e annessi cutanei si lega alla sfera psicologica e la classica skin-care evolve verso una ricerca di benessere globale.

Se visti in questa ottica, è chiaro come i trattamenti delle condizioni cutanee abbiano non solo funzioni estetiche e curative verso un organo del nostro corpo, ma assumano risvolti importanti anche per il benessere mentale.

Emerge inoltre una tendenza verso l’”evidence based”, per la quale i consumatori ricercano prodotti altamente performanti e dall’efficacia comprovata da evidenze scientifiche.


Non solo, l’accelerazione tecnologica e digitale causata dalla pandemia ha mostrato risvolti anche nell’area beauty: la tendenza “Skintellectual” (9) mostra come i consumatori ricerchino informazioni sugli ingredienti contenuti nei prodotti cosmetici e si affidino a diversi smart-devices o applicazioni per smartphone per diagnosticare le varie condizioni cutanee e quindi trattarle in modo mirato ed efficace.

Se da un lato scienza e tecnologia siano importanti alleati nella cura delle condizioni cutanee, l’approccio olistico menzionato in precedenza considera anche i risvolti psicologici dovuti alle manifestazioni patologiche o estetiche della nostra pelle: negli ultimi anni infatti, si manifesta un’interessante tendenza definita “Skin Positivity” (10) secondo la quale i consumatori esprimono una maggior accettazione delle possibili problematiche estetiche cutanee, evitando di ricorrere a make-up pesanti per nasconderle e accogliendone serenamente le peculiarità personali; la ricerca della perfezione lascia spazio ad un approccio più “naturale” ed una sapiente accettazione delle caratteristiche individuali anche quando esse non rientrino nei tradizionali canoni di bellezza. Insomma, le imperfezioni cutanee non generano “drammi” né battaglie all’ultimo siero. Ciò non significa non preoccuparsene del tutto e quindi trascurarne le possibili conseguenze: al contrario, i consumatori utilizzano prodotti specifici per trattarle ma con un atteggiamento maggiormente consapevole ed attento all’efficacia.

L’APPROCCIO DEI CONSUMATORI: GLI ULTIMI TREND

Riferimenti bibliografici

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