Paola Perugini

Università di Pavia

Etichub 

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Anche quest’anno siamo lieti di partecipare alla Skin Summer School, giunta alla sua dodicesima edizione, che si terrà dal 17 al 19 Giugno a Pavia, all'interno del programma del Master di II livello in Scienze Cosmetologiche. 

L’evento, che lo scorso anno ha coinvolto più di 30 tra aziende, sponsor e associazioni e più di 100 partecipanti, è organizzato da Etichub, spin off accademico dell’Università di Pavia ed è parte del progetto NODES.  

Capiamo meglio di cosa si tratta e quali sono i motivi per cui vi consiglio caldamente di partecipare (iscrizione aperta a tutti al link: https://www.labunicosm.it/school/)  con la direttrice del Master e ideatrice dell’evento, la Professoressa Paola Perugini 


Qual è l’intento dell’evento e che importanza ha nel contesto del Master? 

La Skin Summer School vuole fornire un'opportunità unica di esplorare le ultime tendenze, le innovazioni e le sfide nel campo della cosmetica e approfondire le conoscenze tecniche attraverso contributi di valore da parte di esperti del settore. Nel contesto del Master in Scienze Cosmetologiche dell’Università di Pavia, la scuola offre un pieno contributo alla formazione completa degli studenti partecipanti, consentendo loro di acquisire una visione critica sulle tematiche trattate oltre che competenze teoriche e pratiche, preparandoli così a diventare i professionisti del domani. Non da ultimo, la scuola vuole agevolare la creazione di una rete di contatti, come parte integrante dell’esperienza formativa. 


Uno degli elementi cardine della scorsa edizione è stata l’interazione tra gli studenti del programma di master e le aziende partecipanti tramite lo Speed Date e Meet&Hit contest. Ci saranno anche quest’anno? In cosa consistono?  

Sì, il successo delle iniziative introdotte nella scorsa edizione ci ha portato a riconfermare con entusiasmo sia lo Speed date che il Meet&hit. Lo Speed Date è un'opportunità per gli studenti di incontrare rappresentanti di aziende del settore in veloci sessioni one-to-one per esplorare opportunità di collaborazione e stabilire connessioni professionali. Il Meet&Hit contest, invece, offre agli studenti l'opportunità di presentare progetti innovativi, cercando di "colpire" con idee creative e convincenti. 


L’anno scorso queste due iniziative si sono concretizzate in rapporti di lavoro per qualche studente?  

Sì, entrambe le iniziative dell'anno scorso hanno portato a opportunità di lavoro per alcuni giovani. Molti di loro hanno avuto l'opportunità di presentare le proprie competenze e idee alle aziende partecipanti, che a loro volta hanno potuto valutare il loro potenziale. Per noi questo ha rappresentato un vero successo! 


Son convinta che incontrare di persona gli studenti sia molto utile anche per le aziende. Cosa ne pensa a riguardo? Quali sono stati i feedback l’anno scorso? 

Queste iniziative sono state pensate proprio per facilitare gli incontri tra i giovani e le aziende, regalando alle compagnie l'opportunità di conoscere direttamente gli studenti, valutarne le competenze e le capacità, e comprendere meglio le loro aspirazioni professionali. Così come tanti ragazzi hanno apprezzato questo contatto diretto con diverse realtà della filiera. Entrambi i fronti hanno apprezzato l'opportunità di uno scambio sincero in un ambiente informale e dinamico.  


L’agenda dell’evento approfondisce i più recenti progressi scientifici e le migliori pratiche per un futuro più sostenibile nella cosmesi. Ci può dare qualche anticipazione sui topic?  

Il programma di quest'anno si focalizzerà su una vasta gamma di argomenti cruciali relativi ai progressi scientifici e alle migliori pratiche nel campo della cosmetica. Affronteremo temi come i green claims, la biodiversità, i processi sostenibili, l'intelligenza artificiale, il rapporto tra economia e sostenibilità, la valutazione dell'impatto ambientale dei prodotti cosmetici, la comunicazione e la regolamentazione. Tra gli speaker, avremo anche un rappresentante di L'Oréal Paris per discutere del progetto SPOT: L'Oréal for the Future (L4TF). Questi, però, sono solo alcuni spunti dell'agenda dell'evento, che in generale vuole incentivare discussioni stimolanti e informative che rispecchiano il crescente interesse per la sostenibilità nel settore cosmetico. 


Quest’anno ci sono delle novità in programma?  

"Beauty Across Cultures" rappresenta una novità intrigante nell'ambito dell'evento di quest'anno. È un momento di networking al termine della prima giornata di sessioni oltre che una iniziativa dedicata all'esplorazione delle diverse tradizioni e percezioni della bellezza in tutto il mondo su come il concetto di bellezza sia interpretato e praticato in varie culture e regioni geografiche.  


Ogni anno la Skin Summer School riserva un momento di confronto per dare voce a una varietà di opinioni, mediante una tavola rotonda. Anche quest'anno è confermata? Qual è l'argomento centrale della tavola rotonda per questa edizione? E qual è il suo valore aggiunto?  

La tavola rotonda per noi rappresenta un momento imprescindibile, poiché costituisce un'occasione coinvolgente in cui i confini tra pubblico e relatori svaniscono, trasformandosi in un momento di riflessione collettiva. D’altronde, quando le opinioni vengono scambiate liberamente, si crea sempre un momento di arricchimento e crescita per tutti i partecipanti Quest’anno il tema sono “Le Pratiche Attuali e Sfide Future per la Cosmetica Sostenibile" per dare il via alla condivisione di esperienze e prospettive riguardo all'adozione di pratiche sostenibili nella produzione e distribuzione di prodotti cosmetici. Ci auguriamo davvero che si possano esplorare strategie e soluzioni per promuovere una maggiore sostenibilità nell'industria cosmetica, grazie alla presentazione di diverse prospettive e di un confronto. 


Come possono partecipare le aziende? 

Le aziende interessate hanno diverse opportunità disponibili per essere presenti come sponsor, o a partecipare allo speed date. Per discutere delle opzioni di partecipazione e delle modalità di coinvolgimento nell'evento invitiamo a scrivere all’indirizzo mail secretariat@labunicosm.it così da essere parte attiva dell’evento. 

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Passiamo ora alla Dott.ssa Claudia Dellera, Presidente del Gruppo Aromi e Fragranze.

Questi sono i dati del rapporto, redatto da PwC, che studia il contributo del settore delle Fragranze in termini di posti di lavoro e valore creato, evidenziando il ruolo chiave come industria innovativa, sofisticata e globale.

Può gentilmente commentarci questi dati? 



I dati riportati rappresentano la fotografia del settore delle fragranze a livello mondiale (PWC report for IFRA) ed evidenziano come le fragranze siano la parte centrale di una value chain complessa che include sia i fornitori di materie prime che i produttori di prodotti per i consumatori: il valore creato è legato a doppio filo al successo operativo di questa filiera complessa. L’industria delle fragranze grazie alle attività produttive e di R&D apporta valore aggiunto alla filiera e contribuisce alla creazione di posti di lavoro la cui professionalità è unica nel settore.

Da notare è la percentuale degli investimenti in ricerca e sviluppo (8% del turnover) che testimonia come il settore sia da sempre teso verso un’innovazione che risponda alle esigenze normative, di sostenibilità, di tendenza. Grandi investimenti per lo sviluppo di processi sostenibili sono stati fatti sia per una consapevolezza dell’industria rispetto alle problematiche attuali sia per rispondere ad una preoccupazione specifica dei consumatori.

Di fatto l’industria delle fragranze può essere letta come moltiplicatore del valore creato dato che l’impiego di queste sostanze, anche in quantità limitate nei prodotti finiti, è capillare nei prodotti destinati ai consumatori.


Come è cambiato il ruolo delle fragranze nel tempo? 


La storia delle fragranze e del loro impiego è strettamente legata alla stessa storia dell’umanità.

Già al tempo dei Babilonesi nei giardini si coltivavano spezie ed erbe odorose per produrre olii, alimenti e farmaci. Molti avvenimenti storici sono direttamente legati all’impiego di fragranze, alle materie prime per produrle e al loro uso; basti ricordare Marco Polo ed i suoi viaggi in Cina e le guerre fra inglesi, olandesi, portoghesi per controllare le vie di importazione di molte spezie.

Fu la nascita della chimica moderna a rivoluzionare la produzione di profumi e fragranze. Grazie alla chimica analitica e di sintesi vennero riprodotte in grande quantità molecole che imitano il profumo tipico di fiori, foglie, bacche, preservando così le specie rare o a rischio di estinzione.

La produzione di fragranze si è poi notevolmente evoluta, arrivando a riprodurre sostanze finalizzate a coadiuvare l’ottenimento di un generale stato di benessere e contribuire a migliorare la qualità di vita dei consumatori.  


Il settore risulta sempre in crescita, nonostante l’inflazione e le difficoltà che le famiglie italiane stanno riscontrando, come se lo spiega? 


Prodotti per la pulizia della casa, l'igiene personale, la profumazione degli ambienti e della persona sono ormai diventati beni indispensabili per il benessere dei consumatori a cui difficilmente si rinuncia.

Le fragranze creano l’identità di ciascun prodotto, determinandone di conseguenza il successo commerciale.

La chimica delle fragranze, originariamente nata come attività di piccoli artigiani che utilizzavano tecniche basilari, si è trasformata gradualmente in un'industria globale in grado di innovarsi continuamente, per garantire sempre la sicurezza dei prodotti finali e la sostenibilità ambientale. La coerenza dimostrata dal settore in relazione ai bisogni profondi dei consumatori (sicurezza, salute, protezione, piacere) e la grande spinta all’innovazione ha contribuito a garantire stabilità al settore.   


Qual è la proiezione futura? Come si evolverà il mondo delle fragranze? 


Quello degli ingredienti per le fragranze è un mercato in crescita che sfrutta creatività, sostenibilità ed innovazione. Già oggi i consumatori sono attenti alla presenza di sostanze di upcylce (riciclo) nei prodotti: certamente le case profumiere che per prime riusciranno ad impiegare tali ingredienti, offrendo uno storytelling che tocchi il percorso di sostenibilità, saranno premiate dal mercato. Non dimentichiamoci poi dei social e del mondo virtuale che hanno notevole ripercussione sulla realtà: di questo si deve tenere conto, anche nello studio di nuove tendenze.

E poi c’è il continuo progresso della scienza che studia la relazione tra le fragranze e la pelle e gli effetti del profumo sul corpo e sulla mente e le cui scoperte vengono poi impiegate nel marketing olfattivo. Le fragranze che hanno come base le “neuroscienze” uniscono prestazioni funzionali al profumo: non è troppo lontano il giorno in cui i consumatori richiederanno fragranze personalizzate e disegnate per rispondere a bisogni specifici.

La capacità delle fragranze di impattare sul nostro cervello è ampliamente impiegata nello scent scaping- l’arte di usare un particolare profumo per creare un ambiente olfattivo particolare, inoltre è oggetto di studi specifici (Olfactive design Politecnico Milano) che indaga i territori olfattivi di luoghi, oggetti e materiali, compresa la sua evoluzione storica, immaginando nuovi scenari, creando nuove esperienze, in uno dei campi del Design meno esplorati ed emozionanti di tutti i tempi.


Le trasformazioni sociali stanno superando molti schemi: una volta il make up era solo al femminile (con il maschio che rubava nell’armadietto in casa), poi c’è stato il passaggio al Men’s Grooming, oggi, specialmente tra i giovani, non ci si pongono molti problemi in uso più disinvolto del make a prescindere dal genere. Premesso che ci sono comunque limiti oggettivi determinati da una diversità fisiologica delle pelli, si può parlare di nuovi scenari futuri del make up? 


L’inclusività è una macro tendenza legata alla società attuale, gli hashtag gender free e inclusivity hanno milioni di followers tra i giovani ed i meno giovani, in tutto il mondo. Parità di sessi e accettazione delle diversità. I miei clienti mi richiedono costantemente dei prodotti gender free in colori e textures. E’ una macro tendenza che persisterà.  


Una domanda finale: il mass market è dominato, si sa, dai grandi marchi storici che indossiamo in tutto il mondo. Quale è lo stato di salute dei piccoli produttori (in termini di dimensione aziendale non certo di valore che anzi, sono spesso laboratori di innovazione), delle realtà di nicchia? 


Le Indies brands fioriscono dappertutto in Europa e nel mondo, sono portatrici di novità, leggerezza, flessibilità. Inoltre, fenomeno importante, le piu innovanti sono rapidamente acquistate dai grandi marchi.  

Le indies rappresentano delle comunità ed è la comunità che fa evolvere il brand tramite i commenti sui networks. Quindi il legame e diretto e la risposta è rapida e accresce la fiducia. 

Ho realizzato uno studio che presentero’ al Luxe Pack a Monaco nell’edizione di ottobre 2022. Che rappresenta uno status mondiale delle novità tecnologiche proposte dalle Indies.  

E’ un mercato in crescita, legato alla ricerca di autenticità e personalizzazione.