PARITÀ DI GENERE
CERTIFICATA

INTRODUZIONE

Tra i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) inseriti nell’Agenda 2030 dell’ONU – la strada comune verso la sostenibilità che coinvolge tutti i Paesi e gli individui affinché nessuno venga escluso o lasciato indietro, avviata ufficialmente all’inizio del 2016 – un approfondimento particolare lo merita il punto 5 che riguarda “l’uguaglianza di genere” (Goal 5 | Department of Economic and Social Affairs, 1

Secondo i dati raccolti dal World Economic Forum nel “Global Gender Gap Report 2023”, nessun Paese ha ancora raggiunto la piena parità di genere. La posizione generale dell’Italia è passata dal 63° posto nel 2022 al 79° posto su 146 Paesi nel 2023 (Fonti: Global Gender Gap Report 2023 | World Economic Forum, 2, e WEF_GGGR_2023, 3). 

Il 25 gennaio, dall’ispettorato nazionale del lavoro, sono usciti altri dati importanti: oltre 44 mila mamme nel 2022 hanno lasciato l’impiego per difficoltà di conciliazione tra vita privata e lavoro. Il 63% delle neomamme ha indicato come causa delle dimissioni la fatica nel tenere insieme l’impiego e la cura dei figli.  

In aggiunta, un tema fondamentale da affrontare e risolvere è quello del gender pay gap; senza una politica seria e orientata all’equità meritocratica non è possibile una crescita inclusiva e sostenibile delle organizzazioni (Relazioni annuali sulle convalide delle dimissioni e risoluzioni consensuali delle lavoratrici madri e dei lavoratori padri | INL, 4). 

In questo quadro, il mondo della cosmetica è il campo ideale per misurare le performance di “gender equity” e gli sforzi del settore per garantire sostenibilità sociale e ambientale sono notevoli. Le donne che sono occupate direttamente nell’industria cosmetica sono il 54% degli addetti, circa il doppio della media dell’industria manifatturiera. Questa percentuale cresce ulteriormente considerando l’intera filiera. 

La sostenibilità è al centro dello sviluppo dell’industria cosmetica, che coniuga i risultati economici delle attività produttive con l’attenzione agli aspetti ambientali e sociali. Questo approccio coinvolge l’intera filiera: la sfida è valorizzare e comunicare l’innovazione e gli sforzi che ciascun anello, a monte e a valle del processo produttivo, mette in atto per contribuire a uno sviluppo sostenibile del settore (5). 

    CERTIFICARE LA PARITÀ DI GENERE

    La UNI/PdR 125:2022, certificazione della parità di genere (6), e la UNI ISO 30415:2021, Gestione delle risorse umane – Diversità e inclusione, hanno un ruolo significativo nel promuovere l’uguaglianza di genere e il progresso delle donne nel mondo del lavoro; non soltanto abbracciano la sfera dell’inclusività ad ampio spettro riferita alle donne, ma sottolineano l’importanza della diversità, riconoscendo il valore aggiunto che differenti prospettive possono portare. 

    In Italia, dopo quasi due anni dall’introduzione della UNI PdR 125:2022, i siti aziendali che hanno ottenuto la certificazione accreditata sono cresciuti in maniera sostenuta, arrivando a toccare quasi le 2.800 unità corrispondenti a 813 organizzazioni pubbliche e private (dati ad agosto 2023 fonte: Accredia - L'Ente Italiano di Accreditamento, 7). 

    Siamo in pieno cammino quindi verso uno dei 17 Sustainable Development Goals indicato nella Gender Equality per il 2030, che ci porta verso uno sviluppo sostenibile che garantisca oltre agli aspetti ambientali, aspetti economici e sociali. 

    Figura 2. Effetti dei raggi UVA e UVB sulla cute

    RADICI PER L’INCLUSIVITÀ

    La prassi prevede l’adozione di specifici indicatori, Key Performance Indicator (KPI), in relazione alle 6 aree di valutazione per le differenti variabili che contraddistinguono un’organizzazione inclusiva e rispettosa della parità di genere, le possiamo immaginare come se fossero radici di un albero: 

    • Cultura e strategia 
    • Governance 
    • Processi Human Resources 
    • Opportunità di crescita e inclusione delle donne in azienda 
    • Equità remunerativa per genere 
    • Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro 

    Le diverse aree hanno un diverso peso percentuale nella valutazione finale. Per ottenere la certificazione è necessario il raggiungimento del punteggio minimo complessivo del 60%. 

    È previsto un monitoraggio annuale e una verifica ogni due anni, per dare evidenza del miglioramento ottenuto grazie alle correzioni attivate e ai miglioramenti messi in atto. 

    I VANTAGGI

    Alle aziende in possesso dell’attestazione della parità di genere, è riconosciuto un punteggio premiale per la concessione di aiuti di Stato come cofinanziamento degli investimenti sostenuti e sono altresì previste delle premialità connesse alla partecipazione alle gare di appalto, nonché sgravi contributivi e previdenziali. Sicuramente l’adozione di questi standard da parte delle aziende può contribuire a creare una cultura aziendale più equa e rispettosa.

    PAOLA GUCCIONE

    SQS ITALIA - Associazione Svizzera per
    Sistemi di Qualità e Management | Italia


    Bio...

    Non basta però ottenere le attestazioni. È essenziale implementare i KPI efficacemente e garantire il monitoraggio continuo, oltre a continuare a educare e sensibilizzare sull’importanza e l’impatto che hanno nel quotidiano. La cultura aziendale è alla base di ogni sistema di gestione, e la formazione è lo strumento migliore per sostenere le aziende in un percorso di cambiamento durevole nel tempo.

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