Giulia Santaluna

Vincitrice Meet&Hit contest Skin Summer School

Bio...

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Anche quest’anno ho avuto il piacere di partecipare alla Skin Summer School, che si è tenuta a Pavia a giugno per la sua dodicesima edizione (per approfondimenti consiglio l’intervista alla Prof.ssa Perugini nello scorso numero di Beauty Horizons). Per me è un appuntamento imperdibile per la qualità degli interventi, che hanno come file rouge la sostenibilità in campo cosmetico, e per la possibilità di incontrare sia le aziende del settore che chi ne farà parte nel futuro prossimo.


L’evento infatti è organizzato all'interno del programma del Master di II livello in Scienze Cosmetologiche. Uno dei momenti di scambio è la presentazione dei proposte presentate più meritevoli del Meet&Hit contest, giunto alla seconda edizione, che offre agli studenti l'opportunità di presentare la propria innovativa idea cosmetica, per farsi conoscere e dimostrare il proprio potenziale.

Quest’anno il livello di tutti i progetti è stato notevole, ma ad aggiudicarsi il premio "Cosmetologo del futuro” è stata la Dott.ssa Giulia Santaluna che ho intervistato per Beauty Horizons per avere il punto di vista di chi ha vissuto dall’interno l’esperienza.


Innanzitutto, ancora complimenti per il premio e per il progetto che mi è piaciuto molto. Il titolo del progetto è “Like an armor”, ce lo vuoi spiegare?

“Like an armor” è una linea di prodotti innovativa composta da uno spray solare e da un siero booster antiossidante. L’innovazione riguarda tre aspetti fondamentali: innanzitutto, la materia prima utilizzata per schermare i raggi solari è nuova e naturale; il packaging è personalizzabile, a ridotto impatto e scarto ambientale e fa sì che chi lo acquista si senta rappresentato. Infine, la linea è accompagnata da un’applicazione per smartphone con IA integrata che rende il suo utilizzo divertente e dinamico.


Nell’ideazione hai dato molto spazio alla parte digitale, quanto sono importanti le nuove tecnologie e quanto è importante coinvolgere il consumatore finale?   

Ho pensato che attualmente sarebbe controproducente non considerare il valore che ha la tecnologia nelle nostre vite e per questo ho deciso di integrarla nel mio progetto. La linea, infatti, include un QR code collegato ad un’applicazione per smartphone che, oltre a riportare le specifiche dei prodotti, agevola l’applicazione della protezione solare, rendendola stimolante e giocosa per il consumatore. Ritengo che proprio il consumatore finale sia colui che decide se l’idea funziona oppure no; renderlo partecipe, informarlo e coinvolgerlo diventa di fondamentale importanza.


Mi ha piacevolmente colpito come tutti i progetti prendessero in considerazione tutto il processo, dall’ideazione, agli ingredienti fino al packaging del prodotto e al suo riutilizzo. E’ qualcosa che avete appreso al Master? 

Il Master mi ha permesso di approfondire aspetti di questo settore di cui prima ero poco consapevole: ho compreso come il ciclo di vita che un prodotto attraversa prima di arrivare sugli scaffali sia più complesso e ricco di sfaccettature di quanto immaginassi. Penso che non basti una buona idea per avere un prodotto valido. Ogni step è importante e va preso in considerazione ai fini del risultato finale.


Un altro aspetto che avete tutti preso in considerazione è l’attenzione alla sostenibilità e all’impatto ambientale, elemento centrale della Skin Summer School stessa. Quanto ciò che ruota intorno alla sostenibilità è presente nel vostro percorso di studi?

Nel Master abbiamo affrontato aspetti riguardanti l’ambito regolatorio, la sostenibilità, i green claims ed il green washing, temi fondamentali attualmente in qualsiasi settore, non soltanto in quello cosmetico. Dal mio canto, è una tematica che mi appassiona particolarmente, poiché inerente al percorso di studi che ho effettuato e che mi ha permesso di vincere la borsa di studio del Master per un progetto riguardante “la sostenibilità in ambito cosmetico”.


Ma veniamo all’esperienza della Skin Summer School dal punto di vista degli studenti del Master. Credo che l’opportunità che offrono questi 3 giorni di entrare in contatto direttamente con le aziende cosmetiche sia più unica che rara. Che ne pensi a riguardo?

La possibilità di entrare a contatto con persone esperte di questo settore è stata un’occasione importantissima e speciale. Dialogare, chiedere consigli, ma anche soltanto assistere alle loro presentazioni durante la “Skin Summer School”, sono state esperienze che mi hanno arricchito tanto e mi hanno permesso di capire ancor di più quanto mi appassioni l’ambito cosmetico. Vale la pena citare anche lo “Speed Date”, ossia una serie di colloqui veloci con aziende cosmetiche che hanno permesso a noi studenti del Master di metterci alla prova e farci conoscere, avvicinandoci così al mondo del lavoro.


Come ti immagini il tuo futuro nella cosmesi? 

Al momento sono felice dei risultati che sto raggiungendo grazie al Master e spero di ottenere tante altre soddisfazioni personali e professionali in questo settore, con l’augurio che il titolo ottenuto vincendo il Meet&Hit di “Cosmetologa del futuro” continui a rappresentarmi.

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MONICA NIZZARDO

Editorial manager

BEAUTY HORIZONS - TKS Publisher

I dati riportati rappresentano la fotografia del settore delle fragranze a livello mondiale (PWC report for IFRA) ed evidenziano come le fragranze siano la parte centrale di una value chain complessa che include sia i fornitori di materie prime che i produttori di prodotti per i consumatori: il valore creato è legato a doppio filo al successo operativo di questa filiera complessa. L’industria delle fragranze grazie alle attività produttive e di R&D apporta valore aggiunto alla filiera e contribuisce alla creazione di posti di lavoro la cui professionalità è unica nel settore.

Da notare è la percentuale degli investimenti in ricerca e sviluppo (8% del turnover) che testimonia come il settore sia da sempre teso verso un’innovazione che risponda alle esigenze normative, di sostenibilità, di tendenza. Grandi investimenti per lo sviluppo di processi sostenibili sono stati fatti sia per una consapevolezza dell’industria rispetto alle problematiche attuali sia per rispondere ad una preoccupazione specifica dei consumatori.

Di fatto l’industria delle fragranze può essere letta come moltiplicatore del valore creato dato che l’impiego di queste sostanze, anche in quantità limitate nei prodotti finiti, è capillare nei prodotti destinati ai consumatori.


Come è cambiato il ruolo delle fragranze nel tempo? 


La storia delle fragranze e del loro impiego è strettamente legata alla stessa storia dell’umanità.

Già al tempo dei Babilonesi nei giardini si coltivavano spezie ed erbe odorose per produrre olii, alimenti e farmaci. Molti avvenimenti storici sono direttamente legati all’impiego di fragranze, alle materie prime per produrle e al loro uso; basti ricordare Marco Polo ed i suoi viaggi in Cina e le guerre fra inglesi, olandesi, portoghesi per controllare le vie di importazione di molte spezie.

Fu la nascita della chimica moderna a rivoluzionare la produzione di profumi e fragranze. Grazie alla chimica analitica e di sintesi vennero riprodotte in grande quantità molecole che imitano il profumo tipico di fiori, foglie, bacche, preservando così le specie rare o a rischio di estinzione.

La produzione di fragranze si è poi notevolmente evoluta, arrivando a riprodurre sostanze finalizzate a coadiuvare l’ottenimento di un generale stato di benessere e contribuire a migliorare la qualità di vita dei consumatori.  


Il settore risulta sempre in crescita, nonostante l’inflazione e le difficoltà che le famiglie italiane stanno riscontrando, come se lo spiega? 


Prodotti per la pulizia della casa, l'igiene personale, la profumazione degli ambienti e della persona sono ormai diventati beni indispensabili per il benessere dei consumatori a cui difficilmente si rinuncia.

Le fragranze creano l’identità di ciascun prodotto, determinandone di conseguenza il successo commerciale.

La chimica delle fragranze, originariamente nata come attività di piccoli artigiani che utilizzavano tecniche basilari, si è trasformata gradualmente in un'industria globale in grado di innovarsi continuamente, per garantire sempre la sicurezza dei prodotti finali e la sostenibilità ambientale. La coerenza dimostrata dal settore in relazione ai bisogni profondi dei consumatori (sicurezza, salute, protezione, piacere) e la grande spinta all’innovazione ha contribuito a garantire stabilità al settore.   


Qual è la proiezione futura? Come si evolverà il mondo delle fragranze? 


Quello degli ingredienti per le fragranze è un mercato in crescita che sfrutta creatività, sostenibilità ed innovazione. Già oggi i consumatori sono attenti alla presenza di sostanze di upcylce (riciclo) nei prodotti: certamente le case profumiere che per prime riusciranno ad impiegare tali ingredienti, offrendo uno storytelling che tocchi il percorso di sostenibilità, saranno premiate dal mercato. Non dimentichiamoci poi dei social e del mondo virtuale che hanno notevole ripercussione sulla realtà: di questo si deve tenere conto, anche nello studio di nuove tendenze.

E poi c’è il continuo progresso della scienza che studia la relazione tra le fragranze e la pelle e gli effetti del profumo sul corpo e sulla mente e le cui scoperte vengono poi impiegate nel marketing olfattivo. Le fragranze che hanno come base le “neuroscienze” uniscono prestazioni funzionali al profumo: non è troppo lontano il giorno in cui i consumatori richiederanno fragranze personalizzate e disegnate per rispondere a bisogni specifici.

La capacità delle fragranze di impattare sul nostro cervello è ampliamente impiegata nello scent scaping- l’arte di usare un particolare profumo per creare un ambiente olfattivo particolare, inoltre è oggetto di studi specifici (Olfactive design Politecnico Milano) che indaga i territori olfattivi di luoghi, oggetti e materiali, compresa la sua evoluzione storica, immaginando nuovi scenari, creando nuove esperienze, in uno dei campi del Design meno esplorati ed emozionanti di tutti i tempi.


Le trasformazioni sociali stanno superando molti schemi: una volta il make up era solo al femminile (con il maschio che rubava nell’armadietto in casa), poi c’è stato il passaggio al Men’s Grooming, oggi, specialmente tra i giovani, non ci si pongono molti problemi in uso più disinvolto del make a prescindere dal genere. Premesso che ci sono comunque limiti oggettivi determinati da una diversità fisiologica delle pelli, si può parlare di nuovi scenari futuri del make up? 


L’inclusività è una macro tendenza legata alla società attuale, gli hashtag gender free e inclusivity hanno milioni di followers tra i giovani ed i meno giovani, in tutto il mondo. Parità di sessi e accettazione delle diversità. I miei clienti mi richiedono costantemente dei prodotti gender free in colori e textures. E’ una macro tendenza che persisterà.  


Una domanda finale: il mass market è dominato, si sa, dai grandi marchi storici che indossiamo in tutto il mondo. Quale è lo stato di salute dei piccoli produttori (in termini di dimensione aziendale non certo di valore che anzi, sono spesso laboratori di innovazione), delle realtà di nicchia? 


Le Indies brands fioriscono dappertutto in Europa e nel mondo, sono portatrici di novità, leggerezza, flessibilità. Inoltre, fenomeno importante, le piu innovanti sono rapidamente acquistate dai grandi marchi.  

Le indies rappresentano delle comunità ed è la comunità che fa evolvere il brand tramite i commenti sui networks. Quindi il legame e diretto e la risposta è rapida e accresce la fiducia. 

Ho realizzato uno studio che presentero’ al Luxe Pack a Monaco nell’edizione di ottobre 2022. Che rappresenta uno status mondiale delle novità tecnologiche proposte dalle Indies.  

E’ un mercato in crescita, legato alla ricerca di autenticità e personalizzazione.   

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