La Valutazione delle performance dei cosmetici è una disciplina sempre più importante, sia per motivi legislativi che strategici, per ottimizzare i processi di Innovazione e sviluppo dei prodotti.


In passato l’innovazione cosmetica tecnico-scientifica è sempre stata appannaggio dei formulatori nell’ambito dei reparti R&D; più recentemente, le imposizioni legislative hanno richiesto che sempre più risorse fossero dirottate sugli aspetti della garanzia della innocuità dei prodotti nei confronti dei consumatori, soprattutto dopo la istituzionalizzazione a livello Europeo del Valutatore della sicurezza cosmetica appunto.


Prendendo spunto dalle richieste sempre più sfidanti da parte del legislatore per la oggettivazione delle valutazioni che misurano l’effettiva sicurezza o innocuità, più recentemente estese anche all’area dei claim di comunicazione implicita ed esplicita dell’efficacia dei prodotti, sono aumentate le esigenze, queste ultime dettate dal mercato, di misurare in modo oggettivo le performance dei prodotti in riferimento a tutte e quattro le colonne portanti della qualità intrinseca dei prodotti: dopo la sicurezza, anche l’efficacia, la gradevolezza e la stabilità si stanno sempre di più dimostrando essenziali per garantire il successo dei prodotti sul mercato; ed ecco dunque fiorire le metodologie alternative ed innovative per valutarle: il valutatore quindi non come “medico” che suggerisca misure di “cura” nei confronti di progetti carenti, ma con lo scopo soprattutto di suggerire a formulatori e ricercatori aree di miglioramento continuativo per garantire sopravvivenza in mercati così competitivi come quello cosmetico.


Questa evoluzione della professione del “Valutatore Cosmetico” porta a riqualificarne la figura professionale in una sorta di “Cosmetic Performance Enhancer”.

Il “Cosmetic Performance Enhancer” parte dalla misura oggettiva della performance, senza la quale non si può progettare il miglioramento; inoltre, poichè le quattro aree sono spesso in conflitto fra di loro, un prodotto “eccellente” non può che uscire da una progettazione che permetta di non sacrificare troppo un aspetto rispetto ad un altro, perché solo un prodotto Sicuro, Piacevole, Efficace e Stabile potrà soddisfare tutti gli Stakeholder della filiera (Proprietà, Clienti, Amministrazione Pubblica e Lavoratori).


Proprio per questa nuova valenza strategica, il valutatore delle performance si dovrà sempre più avvalere di discipline scientifiche di avanguardia per produrre output eccellenti in ognuna delle quattro aree; inoltre, ciascuno dei quattro “cluster” valoriali si sta sempre più estendendo in una sorta di realtà aumentata per abbracciare aspetti olistici al di là della definizione classica della performance.


Ed allora, Sicurezza viene estesa al concetto di “non nuocere” non solo nei confronti del consumatore, ma anche del lavoratore e dell’ambiente e si avvarrà delle metodologie più sofisticate anche in conseguenza della proibizione dell’uso di animali per la sperimentazione, da cui l’esplosione dei metodi in vitro ed in-silico; una estensione estrema di questo ambito ci porterà anche a considerare la non nocività sociale, promuovendo aspetti anche di comunicazione e comportamenti etici da parte delle Aziende Cosmetiche.


La Gradevolezza, o Piacevolezza, essendo la caratteristica più percepibile, è anche quella fondamentale per il successo sul mercato: gradevolezza intesa non solo come risposta fisiologica degli organi di senso, ma concettualmente estesa agli aspetti psicologici, sociali, culturali ed intellettuali dell’individuo. Per cui sempre di più le neuroscienze affiancheranno le scienze sensoriali per l’ottimizzazione dei prodotti nei riguardi dei target di riferimento.


Efficacia e Funzionalità, termini che usiamo per distinguere le azioni cosmetiche di tipo biochimico da quelle di tipo prevalentemente chimico-fisico, sono certamente fra le caratteristiche di performance che attirano lavori di ricerca più creativi, ma anche alle volte più fuorvianti, e per questo sempre più regolamentate, al pari della sicurezza, da parte del legislatore.


L’efficacia è strettamente legata alla comunicazione B2C ed ai Claim, ed anche in quest’area gli sviluppi futuri vedranno fiorire le tecniche di valutazione e di comunicazione proprie del “Neuro-marketing” e l’approccio di tipo “Contactless” del cosmetico per raggiungere obiettivi di benessere piscologico più che biologico: il miglioramento estetico quindi delegato al messaggio ambiente-cute (E2S) più che alle azioni “pseudo-farmacologiche” attribuibili alla penetrazione delle molecole attive all’interno del nostro organismo; l’Eugenetica quindi come disciplina emergente, soprattutto nell’ambito della modulazione dell’espressione genica delle proteine dell’epidermide.


La Stabilità, infine, come ultimo “presidio” da parte del Valutatore di Performances; la stabilità del prodotto è anch’essa garanzia della sicurezza, così come stabilito anche dal Regolamento Cosmetico CE, ma attraversa in modo estensivo anche le altre due colonne della Qualità, e cioè Efficacia e Gradevolezza.


Come per il Valutatore degli altri tre parametri della qualità del cosmetico, l’approccio educativo alla valutazione dovrà essere di tipo progettuale: progettare la Stabilità è uno degli obiettivi principale del valutatore con l’intento, infatti, di creare un potenziale consulente dei tecnici dello sviluppo prima ancora che un esperto dei metodi di valutazione e validazione dei prototipi.


E per il futuro, la stabilità sarà sempre di più il criterio con cui determinare in modo oggettivo durabilità e PAO, anche essi sempre più regolamentati dal legislatore; per questo sarà molto utile considerare l’Intelligenza Artificiale per mediare i “Big Data” disponibili, ricavati dalle cinetiche di inizio degradazione (fisica, chimica e biologica) dei prodotti e determinare, con largo anticipo, il livello di deterioramento accettabile da tutti gli Stakeholder nei confronti dei parametri di qualità.


 The cosmetic performance enhancer:
oltre la sicurezza, una nuova professione a supporto dell’innovazione cosmetica