PROTEINE ED AGEING

Mi piace ricordare l’etimologia delle parole, per quanto riguarda le proteine la derivazione è greca da proteios che significa “al primo posto” o “di primaria importanza”; in effetti siamo quello che siamo proprio grazie a tutte le proteine presenti nel nostro organismo. Molto spesso si fa riferimento alle proteine legandole in maniera esclusiva ai muscoli, bisogna ricordare che non più del 40% delle proteine corporee è contenuta nei muscoli ed il resto? (1,2)

Le funzioni delle proteine sono:

  • Stabilizzazione e modulazione delle membrane cellulari (proteine di struttura, canali, trasportatori, recettori): quindi influenza di tutto il normale funzionamento della cellula, tramite la membrana cellulare
  • Trasportatori di segnale (ormoni, citochine, neurotrasmettitori, secondi messaggeri, recettori): portano messaggi in tutto il nostro organismo ma sono anche recettori, quindi il bersaglio di un messaggio cellula-cellula è sempre una proteina
  • Sistema immunitario (anticorpi, complessi attivi): in particolare la risposta immunitaria acquisita è mediata da proteine, ovvero gli anticorpi, alcuni tipi di effettori sono complessi proteici
  • Trasportatori di molecole (albumina, HDL, LDL, SHBG, RBP…): molte molecole sia perché non idrosolubili sia per non essere degradate rapidamente, hanno bisogno di essere complessate a delle proteine; ad esempio le lipoproteine che trasportano colesterolo e trigliceridi nel sangue
  • Regolazione delle reazioni (enzimi): di fatto ogni reazione che avviene nel nostro organismo è associata ad un enzima ovvero una proteina che fa sì che quella reazione avvenga o meno
  • Regolazione dell’espressione genica (cromatina…): complessando il DNA le proteine ne regolano l’azione
  • Stabilizzazione delle strutture (ossa, pelle, capelli…): in particolare lo scheletro ha una componente fondamentale nelle proteine
  • Movimento (muscoli, endo-eso citosi…): tutto quello che è movimento, non solo la contrazione muscolare, ma anche l secrezione di ormoni o neurotrasmettitori avviene tramite delle proteine (1,2)

    INTRODUZIONE

    La sintesi proteica, che ovviamente influenza il bilancio proteico, dipende dall’organo preso in considerazione ed anche dal periodo della vita nella quale ci si trova.

    Un punto importante da sottolineare è come la sintesi proteica è strettamente correlata alla replicazione cellulare, quindi in ogni tessuto che si accrescendo, rinnovando o riparando, la sintesi proteica è molto attiva; infatti nell’età adulta i tessuti dove si registra il maggior tasso di sintesi proteica sono quelli epiteliali, in quanto in continuo ricambio (stomaco, intestino ad esempio), seguiti dal tessuto epatico (in quanto soggetto a soventi eventi stressogeni che necessitano ripristino di cellule); il tessuto muscolare, se considerato a riposo, fa registrare un tasso di sintesi proteica medio, in quanto c’è un ricambio proteico a spese delle fibrille ma non delle cellule in toto; la situazione cambia in modo radicale se si opera dell’esercizio fisico, che richiede energia (e quindi enzimi per ottenerla) ma, con entità differenti, richiede un maggiore tasso di risintesi; questo fenomeno è maggiormente evidente se si opera allenamento con opposizione di resistenza, volgarmente detto allenamento con i pesi; in questo caso la sintesi proteica viene evocata in maniera importante, e, se si mette l’organismo nelle condizioni ideali (alimentazione, in particolare apporto proteico e riposo) si innesca il fenomeno della supercompensazione, che permette di aumentare la massa muscolare, ma anche di ottenere un miglioramento del sistema osseo e cardiovascolare (3,4,5,6).

    La sintesi proteica è molto accentuata nei primi anni di vita, decresce fino ai 16-18 anni, questo per motivi fisiologici di accrescimento; poi tende a stabilizzarsi, ma questo è strettamente correlata al livello di attività fisica, in termini semplici il nostro organismo considera i muscoli come un lusso (consumano energia anche a riposo), quindi se non utilizzati vengono degradati; per questo con l’avanzare dell’età si assiste ad una perdita di massa muscolare e quindi di forza (7).

    Se non si pratica attività fisica oltre i 50 anni la sintesi proteica è circa un quarto di quella che si registra nei primi 10 anni di età (8).

    SINTESI PROTEICA E “LIFESPAN”

    ROBERTO CANNATARO 

    CEO, BlowC | Italia 

    CSO, Galascreen Laboratories | Italia

    DBSS International SAS | Colombia 

    Membro del COMITATO SCIENTIFICO di NUTRA HORIZONS

    Bio...

    L’apporto di proteine nella dieta ha un ruolo fondamentale nel bilancio proteico; quindi con l’avanzare dell’età questo nutriente andrebbe considerato in maniera maggiore, anche per una minore efficienza nell’assimilazione; quindi se per una persona adulta sedentaria l’apporto di 0,8-1g di proteine per Kg di peso corporeo potrebbe andare bene; per un soggetto di 60 anni ed oltre bisognerebbe aumentare questo apporto almeno del 20% (9,10,11).

    Non tutte le proteine sono uguali, quindi almeno il 60-70% dovrebbe essere ad alto valore biologico (di origine animale o da legumi con buon valore biologico ad esempio soia); questo per avere un buon apporto di aminoacidi essenziali ed in particolare di leucina che ha la capacità di attivare in maniera indipendente il pathway dell’mTOR il principale regolatore della sintesi proteica (12); è interessante notare la motivazione di questa attivazione: se ho un quantitativo di leucina elevato nel sangue significa che ho ingerito delle proteine ad alto valore biologico (le leucina fa parte degli aminoacidi essenziali), quindi posso sintetizzare delle altre e di ogni tipo in quanto ho tutti gli aminoacidi a disposizione; questo mediatore è attivato anche dall’insulina (quindi se in eccesso può essere deleterio) ma anche dai singoli aminoacidi, come già anticipato; risulta anche essere molto importante nella regolazione del ciclo cellulare e della rigenerazione delle cellule, processi, che, specialmente con l’avanzare dell’età risultano meno efficienti; questo meccanismo viene, a volte additato in maniera erronea, a causa del possibile legame con i tumori; un tumore si genera quando, per vari motivi, si ha una mutazione (o più di una) genomica, l’mTOR non è in alcun caso responsabile di mutazioni; sicuramente in caso di tumore presente (ad esempio in chemio) bisogna sfavorire la progressione del ciclo cellulare, per questo può avere una logica aver un apporto minore di nutrienti che e favoriscano l’attivazione, ma ripeto solo se è già presente un tumore.

    Da valutare, se si nota un apporto proteico insufficiente, un’integrazione di leucina da sola (2-6g al giorno in dosi separate), o di proteine in forma, ad esempio, di bevande o alimenti arricchiti che possono essere più graditi; questo risulta particolarmente efficacie nella gestione della sarcopenia (13,14).

    Nell’anziano si nota spesso una sorta di avversione per gli alimenti a base proteica in particolare di origine animale, ad esempio carne e pesce; dunque è possibile una diminuzione di assunzione di questo macro nutriente; la strategia nutrizionale sarebbe quello di rendere più appetibili i piatti a base proteica, così come considerare le fonti di origine animale, legumi in primis, ma anche uova (in particolare gli albumi) ed i derivati del latte (che spesso sono maggiormente graditi), magari preferendo quelli magri.

    Da non sottovalutare il ruolo degli integratori proteici, ormai disponibili anche nella grande distribuzione come Ready To Drink (RTD) in forma di bevande, spesso aromatizzate alla frutta o al cacao, quindi sicuramente piacevoli al gusto, quindi probabilmente con compliance maggiore da parte degli over 60.

    RUOLO DELLE PROTEINE

    Attenzione, però, a non passare il messaggio di più e meglio, in effetti nell’ultimo periodo, dopo aver assistito ad una vera e proprio demonizzazione delle proteine, si è invertita la tendenza, grazie alla spinta di alcune multinazionali; quindi, si vedono sugli scaffali alimenti con alto tenore proteico come derivati del latte, pane, acque proteiche; bisogna imparare ad usarli, ovvero andrebbe valutato l’apporto totale e quindi inserire questi alimenti in modo razionale.

    Non perché questo possa essere dannoso, per inficiare la funzionalità renale o epatica, bisogna avere dosaggi decisamente elevati, ma sicuramente perché si farebbe un uso scorretto e comunque le proteine non utilizzate vengono trasformate in glucosio e quindi grasso, quindi il loro apporto va visto anche dal punto di vista del bilancio calorico globale.

    Dunque sicuramente da consigliare un aumento dell’apporto proteico con l’avanzare dell’età, ma in maniera razionale e valutandone previamente l’apporto; ma da ricordare come, questo deve essere abbinato ad un livello adeguato di attività fisica, altrimenti il solo aumento dell’apporto proteico risultare molto meno efficacie.

    Un dosaggio giornaliero di proteine dovrebbe essere 1,2-1,4g di proteine per Kg di peso corporeo, paragonabile a quello di un atleta, ma in questo caso per compensare una minore efficienza nell’assorbimento e l’assimilazione ed anche pe favorire la sintesi proteica che tende a diminuire.

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    Riferimenti bibliografici

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