ALIMENTAZIONE

E RISCHIO INFORTUNI MUSCOLARI

Siamo tutti d’accordo nel sostenere che, laddove non intervengano fattori esterni (p.e. traumi), gli infortuni negli sportivi possono essere causati da fattori intrinseci, tra i quali l’alimentazione gioca un ruolo di primaria importanza.

Tra le principali cause legate all’alimentazione vi è, senza dubbio, un inadeguato apporto calorico che nello sportivo/atleta deve essere finemente calcolato sulla base del metabolismo basale del soggetto e il reale dispendio energetico delle singole sessioni di allenamento/gara. Lo scopo è quello di assicurare il corretto apporto dei substrati energetici e plastici prima, durante e dopo l’esercizio. Analogamente, particolare attenzione va posta agli orari dei singoli pasti, non solo nel peri-workout (il periodo immediatamente prossimo all’allenamento/gara), ma anche nel resto della giornata, al fine di gestire al meglio le fluttuazioni glicemiche e sostenere la sintesi proteica muscolare (1).

L’inadeguatezza della dieta può, di per sé, causare un deficit di nutrienti. In linea generale, la dieta bilanciata di uno sportivo/atleta non prevede l’esclusione di alcun alimento. Tutte le fonti sono razionalizzate nel piano alimentare. Non mancheranno, certo, frutta e verdura, anche in questo caso ottimizzate in termini di quantità e timing di assunzione (il momento della giornata in cui devono essere consumate). In taluni casi può essere utile l’assunzione di integratori alimentari specifici finalizzati a coprire le ottimali quantità di micro- e macronutrienti non raggiungibili con la sola alimentazione (2).

Ultima (ma non per importanza) tra le potenziali cause di infortuni muscolari è l’inadeguata idratazione, un fattore di estrema importanza nello sportivo/atleta. Ogni Nutrizionista dello Sport, così come ogni sportivo/atleta, sa benissimo quanto sia necessario, in un piano alimentare bilanciato, un rigido schema di idratazione, non soltanto nell’arco della giornata, ma anche nel peri-workout. Lo schema deve prevedere e assicurare un livello di idratazione ottimale in termini di timing e quantità di acqua nel pre-, durante e post-allenamento/gara (3).

Oltre alla dieta propriamente detta, vi sono altri fattori che possono essere coinvolti negli equilibri nutrizionali. Tra questi, l’infiammazione è, senza dubbio, uno dei fattori di rischio maggiormente legati all’esercizio fisico. La sollecitazione continua dell’organismo (e dei muscoli) durante un allenamento/gara, infatti, determina il rilascio di mediatori di flogosi, provocando uno stato infiammatorio transitorio. Tale infiammazione, qualora non gestita e controllata, può favorire l’insorgenza di infortuni muscolari non dipendenti da traumi. Per tale motivo, è fondamentale che lo sportivo/atleta segua, in generale, una dieta che, attraverso un ottimale apporto e distribuzione di micronutrienti, macronutrienti e sostanze bioattive, contribuisca a ridurre lo stato infiammatorio, sia nei giorni di workout (per contrastare l’aumento di citochine pro-infiammatorie), sia nei giorni di riposo (per favorire il recupero). In questo contesto, è necessario prestare particolare attenzione ai nutrienti per i quali l’evidenza scientifica riconosce un effetto sull’infiammazione, tra cui gli acidi grassi polinsaturi (omega-3 e omega-6). Accanto all’infiammazione, lo stress ossidativo (OxS) è un altro fattore estremamente legato all’esercizio fisico. Per certi aspetti risulta collegato all’infiammazione, condividendone alcuni pathway di segnalazione. Possiamo, dunque, dire che OxS e infiammazione viaggiano su binari paralleli, verso una medesima direzione (4).

    INTRODUZIONE

    Con il termine OxS ci si riferisce a uno sbilanciamento tra produzione ed eliminazione di radicali liberi, in particolare specie reattive dell’ossigeno (ROS) e specie reattive dell’azoto (RNS) (5), in favore della loro produzione. Fisiologicamente, ROS ed RNS fungono da molecole segnale coinvolte in importanti processi biologici (6,7). Il loro cronico e progressivo incremento, tuttavia, causa danni a carico delle macromolecole, portando ad alterazioni fisiopatologiche e a un’accelerazione dei processi di invecchiamento cellulare, che culminano con lo sviluppo di patologie cronico-degenerative (8,9,10). Tuttavia, quando l’incremento dei livelli di ROS ed RNS si mantiene entro certi limiti, l’organismo è capace, attraverso i cosiddetti biology resolution pathway, di contrastare lo OxS mettendo in atto difese antiossidanti endogene, tra cui specifici enzimi (p.e. catalasi e superossido dismutasi) in grado di agire da scavenger dei radicali liberi (11). Al contrario, se lo OxS è di elevata intensità e si protrae nel tempo, le difese antiossidanti non sono più in grado di contrastarlo, e si determina danno ossidativo, anche a livello muscolare. Studi scientifici, infatti, dimostrano come lo OxS sia coinvolto nella patogenesi dell’atrofia muscolare (12,13), attraverso la produzione di radicali liberi che causano danno ossidativo, responsabile del peggioramento di qualità e forza muscolare.

    Tra le principali strategie per contrastare lo OxS, l’utilizzo di nutraceutici a base di polifenoli si sta sempre più affermando. Numerose evidenze dimostrano come i polifenoli dell’uva siano in grado di prevenire l’atrofia muscolare contrastando il danno ossidativo (14, 15, 16), contribuire al mantenimento della funzionalità mitocondriale e ridurre lo OxS attraverso il pathway PKA/LKB1/AMPK (17).

    Da una collaborazione tra l’Università Federico II di Napoli e l’Università delle Isole Baleari di Palma de Maiorca è nato uno studio di recente pubblicazione, che dimostra l’efficacia di una nuova formulazione nutraceutica a base di un particolare estratto polifenolico di Vinacce di Aglianico, ricco in resveratrolo e catechine, rese altamente biodisponibili, (Taurisolo®) sul miglioramento dello OxS muscolare in ratti anziani (18). Precedenti studi hanno dimostrato la capacità di Taurisolo® di ridurre i livelli sierici di ossidanti (quali TMAO, LDL ossidate e metaboliti reattivi dell’ossigeno) nell’uomo (19, 20, 21), così come di migliorare le difese antiossidanti endogene in cellule del sangue periferico (22).

    COME CONTRASTARE LO STRESS OSSIDATIVO PER RIDURRE IL RISCHIO DI INFORTUNI MUSCOLARI? 

    GIUSEPPE ANNUNZIATA

    Università di Napoli Federico II | Italia

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    I ratti trattati per un mese con Taurisolo® per via orale presentavano un miglioramento della coordinazione motoria, rispetto al gruppo non trattato, come risultato del potenziamento della funzionalità muscolare. Questo dato è in linea con precedenti studi che riportano l’abilità dei polifenoli di migliorare la capacità dell’esercizio e l’endurance, grazie a una riduzione dello OxS e un miglioramento delle funzionalità vascolare ed endoteliale (23, 24, 25).

    Dopo il sacrificio, analisi biochimiche condotte su campioni di gastrocnemio mostravano, in primo luogo, un miglioramento delle difese antiossidanti endogene. Si osservava, infatti un significativo aumento dell’attività di enzimi antiossidanti (quali glutatione reduttasi, glutatione perossidasi e catalasi). Tale effetto potrebbe essere dovuto a un’azione diretta dei polifenoli su tali enzimi e/o alla capacità di queste sostanze di promuoverne l’espressione. A conferma di quest’ultima ipotesi, nei muscoli dei topi trattati con Taurisolo® si osservava un aumento dell’espressione genica di Sirtuina 1, proteina che modula i fattori nucleari FOX0 e PGC-1α, regolando l’espressione di geni che codificano per enzimi antiossidanti (11). PGC-1α, inoltre, stimola la mitocondriogenesi a livello muscolare attivando NRF1 (17, 26, 27), un ulteriore meccanismo che contribuisce al miglioramento della qualità muscolare.

    Oltre al miglioramento delle difese antiossidanti endogene, si osservava una riduzione del danno ossidativo a carico di lipidi e proteine, quali conseguenze dirette di alterazioni della funzionalità delle membrane biologiche e danno cellulare causati dallo OxS (28). Nella fattispecie, ROS ed RNS innescano una serie di reazioni a catena che culminano con la produzione di aldeidi reattive capaci di attraversare le membrane e attaccare le biomolecole (29, 30). Analogamente, i radicali liberi attaccano proteine e residui amminoacidici portando alla formazione di gruppi carbonili, AGEs ed altre alterazioni della struttura primaria delle proteine (11, 31), che alterano la proteostasi cellulare.

    Lo studio dimostra, dunque, l’importanza di una corretta integrazione nutrizionale con nutraceutici specifici come supporto alla dieta nel miglioramento della qualità del muscolo e, pertanto, potrebbe rappresentare una valida strategia per la prevenzione degli infortuni muscolari negli sportivi.

    LO STUDIO

    NUTRIZIONE SPORTIVA

    PEER REVIEWED