IL BENESSERE ESPRESSO

Ogni giorno, a casa, in viaggio o al lavoro si trova sempre del tempo per una buona e fumante tazza di caffè. Si stima, infatti, un consumo mondiale di oltre 3 miliardi di tazze di caffè al giorno (1, 2). Il caffè in ogni sua forma (espresso, americano, shakerato, macchiato) non è solo il protagonista di un momento di svago, relax o piacere, ma anche un sincero toccasana per il proprio benessere sia fisico che mentale. Molteplici sono gli studi epidemiologici e meta-analisi eseguiti sul caffè che riportano gli effetti positivi indotti dalla bevanda, evidenziando la riduzione del rischio di sviluppare diverse malattie croniche (3). Questa miscela complessa di composti bioattivi (acidi clorogenici, diterpeni, caffeina) esercita proprietà antinfiammatorie e antiossidanti (4), assumendo un ruolo fondamentale nella protezione contro una serie di malattie degenerative (5), vantando anche diverse proprietà neuroprotettive, nonché effetti positivi nei disturbi d’umore e/o d’ansia. (6, 7, 89). 

INTRODUZIONE

Al giorno d'oggi, affrontiamo la vita seguendo ritmi intensi, frenetici e pressanti che rappresentano, quindi, le principali fonti di ansia e stress nella popolazione. Come riportato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS): “la salute mentale è uno stato di benessere in cui ogni individuo possa realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e fruttuosa e apportare un contributo alla propria comunità” (10). Per cui, un contesto sociale inadeguato, disuguaglianze socioeconomiche o improvvisi traumi possono alterare la salute mentale di un individuo. I disturbi mentali e neurologici (depressione, ansia, demenza) rappresentano il 13 % del carico globale di malattie superando le malattie cardiovascolari ed il cancro. Più di 300 milioni di persone sono affetti da disturbi depressivi, tra il 2005 e il 2015 si è registrato un aumento di oltre il 18% (11). Inoltre, nell’ultimo anno, le prime stime mondiali riportate su Lancet riferiscono di 53 milioni di casi in più di depressione (+28%) e 76 milioni di casi in più di disturbi d'ansia (+26%) nel 2020 direttamente collegati alla pandemia (12).

ALLA RICERCA DEL BENESSERE MENTALE 

Ansia 

Una revisione della letteratura sul ruolo del caffè e dei suoi componenti, specialmente della caffeina in esso presente, riporta che il consumo di dosi moderate di caffeina ha un effetto benefico sull’umore e sulle funzioni cognitive e fisiche, associando persino una riduzione del rischio di sviluppare sintomi depressivi (13). Difatti, il mondo scientifico approva la caffeina come coadiuvante delle performance cognitive, il consumo di caffeina in dosi da 32 a 300 mg permette un miglioramento dell’attenzione, della vigilanza e del tempo di reazione. Al contrario, dosi elevate (5 o più tazze di caffè al giorno) possono indurre attacchi di panico nei soggetti più sensibili e ansia sia negli adulti sani che in quelli più vulnerabili (14). Ulteriori indagini dimostrano che, affinché la caffeina in dosi maggiori porti a effetti ansiogeni su chi ne fa uso, bisogna avere almeno una predisposizione verso specifici disturbi di ansia. Tuttavia, è inverosimile pensare che l’astinenza totale da caffeina possa correlarsi ad un miglioramento significativo dei disturbi dell’umore e/o d’ansia (15).  


Depressione 

Un importante enzima responsabile della deaminazione dei neurotrasmettitori come la serotonina (5-HT) nel sistema nervoso centrale è la monoamino ossidasi A (MAO-A). La diminuzione dei livelli di 5-HT provoca disturbi a livello affettivo, che portano a depressione e squilibri del senso di sazietà. Un recente studio si è occupato di valutare il grado di inibizione delle MAO-A da parte degli acidi clorogenici presenti nei chicchi di caffè verde e degli estratti di caffè tostato. L'analisi ha mostrato che il caffè, soprattutto nella forma verde, è un potenziale antidepressivo in grado di inibire le MAO-A, aumentando la concentrazione di 5-HT, e allo stesso tempo la sua biodisponibilità (16).  

Inoltre, come riportano Asil et al. (17), la relazione tra caffeina e depressione varia in base alla quantità di assunzione giornaliera di caffeina. Infatti, alcuni studi hanno evidenziato che gli individui che consumano quattro o più tazze di caffè al giorno hanno un rischio significativamente più basso di depressione rispetto a quelli che consumano una tazza di caffè o meno. Coerentemente con questi risultati, uno studio ha rilevato che l'assunzione di 450-600 mg di caffeina ha causato una riduzione del 61% del rischio di depressione rispetto a un'assunzione di caffeina da 0 a 300 mg (18).  


Declino cognitivo 

Grazie ad una recente revisione sistematica della letteratura, che prende in considerazione 61 studi clinici effettuati tra il 1990 e il 2020 su 153.070 soggetti, è stata valutata l’associazione tra caffeina e rischio di demenza e/o declino cognitivo. Osservando gli effetti a breve e a lungo termine, l’indagine ha evidenziato associazioni positive dipendenti dalla quantità di caffeina assunta, dal tipo di caffeina, dal sesso e dall’età dei pazienti. Vi è, dunque, un effetto positivo a breve termine soprattutto se assunta in quantità moderate (100 - 400 mg/giorno) e con frequenza fissa. Inoltre, gli effetti positivi sono apparsi più pronunciati nelle donne rispetto agli uomini, mentre una minoranza degli studi ha evidenziato risultati discordanti basati su altri fattori come età, fattori dietetici o patologie pregresse (19). Infatti, monitorando la concentrazione plasmatica di caffeina in pazienti affetti da Disturbo Cognitivo Lieve (MCI) che l’avevano assunta per un periodo che va dai 2 ai 4 anni, è stato osservato una riduzione della progressione della patologia a livelli plasmatici di caffeina superiori a 1200 ng/mL (20).   

UNA MISCELA COMPLESSA

In conclusione, si è sempre più consapevoli che una corretta alimentazione e nutrizione rappresentano le componenti essenziali per un buon stato di salute (21). Un valido alleato lo troviamo nel caffè, ma a tal proposito verrebbe da domandarci: quanto caffè dobbiamo bere per migliorare la nostra salute mentale? Gli effetti della caffeina sulla salute mentale possono essere influenzati da differenze di genere o peso corporeo, dalle differenze individuali nella sensibilità alla caffeina ecc. Per cui, risulta assai difficile poter dare una risposta univoca. Tuttavia, il mondo scientifico concorda che per avere effetti benefici e neuroprotettivi è consigliabile non abusarne e limitarsi all’assunzione di dosi moderate della miscela in esame (22, 23). Ad ogni modo, come ci insegna Erri De Luca “a riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco”, dunque apprestiamoci a preparare il nostro caffè preferito. D’altronde non è forse il piacere di star insieme la miglior cura?

CONCLUSIONI

SONIA LOMBARDI

Università degli Studi di Napoli “Federico II” | Italia

Bio...

SALUTE MENTALE E COGNITIVA

PEER REVIEWED