La relazione tra salute mentale e salute fisica, quest’ultima definita limitatamente come assenza di patologie, in questo contesto, è alla base dello stato di benessere generale dell’individuo. In mancanza di uno delle due, l’altra ne risente direttamente. Pensiamo alla preoccupazione che può generare una patologia più o meno grave sull’umore o come la mancanza di lucidità o uno stato di confusione mentale può inficiare il mantenimento della salute fisica, la quale dipende da costanti scelte giornaliere, più o meno consapevoli. In maniera più superficiale ancora, pensiamo a quanto l’attività fisica impatti positivamente sulla nostra serenità e il giusto funzionamento del cervello; questo rende evidenti la relazione esistente tra cervello e corpo, tra mente e materia.


Grazie all’incessante ricerca scientifica siamo oggi in grado di giustificare aspetti della relazione corpo e mente in maniera più approfondita, diventando capaci di agire su più fronti nella cura e nella prevenzione di stati alterati, sia di uno che dell’altro.


Nello studio dell’embriologia, ossia la scienza che approfondisce come, dal momento della fecondazione in avanti, le cellule si organizzano e danno vita all’organismo, possiamo riconoscere la formazione di tre foglietti embrionali: l’ectoderma, il mesoderma e l’endoderma; da essi successivamente origineranno i vari organi e tessuti. L’ectoderma è responsabile del tessuto nervoso e da esso deriva anche quello definito sistema nervoso enterico che invece si occupa di irradiare il futuro apparato gastrointestinale (1). Da qui si parla della “pancia come secondo cervello” o di “intestino sano e mente sana”. La comunicazione tra il sistema nervoso centrale e periferico con quello enterico è a gestito anche dal nervo vago, uno dei nervi più lunghi del corpo che attraversa verticalmente buona parte del nostro corpo. Da qui vediamo già una delle più esemplari connessione tra mente e corpo.


Un esempio immediato di questa relazione lo abbiamo quando siamo colpiti da mal di testa o insonnia da cattiva digestione oppure dalla mancanza di appetito quando si è stressati. La neuro gastroenterologia è la branca che studia le connessioni esistenti tra intestino e mente, ma di recente introduzione vediamo anche la psicobiotica dove l’asse intestino-cervello è addirittura diventato una questione di microbiota, trasformandosi in un asse Microbiota-intestino-cervello (2). A tal proposito, alcuni articoli più recenti (3) del mondo scientifico supportano l’idea di una relazione tra la tipologia di batteri presenti nell’intestino e la nostra risposta emotiva e le condizioni di salute del cervello.


Disordini neurologici quali l’Alzheimer, la sclerosi multipla, il Parkinson, i disturbi dello spettro autistico, l’ansia e la depressione, oltre ai soli disturbi metabolici, gastrointestinali e infiammatori, sembrano essere legati ad uno stato di microbiota alterato. Sembrerebbe che carenze o squilibri nutrizionali possano ridurre la biodiversità del microbiota ed influire negativamente sullo stato psico-fisico.


Direttamente collegato a questo aspetto, uno studio (4) pubblicato nel 2018 su Science ha introdotto la coniazione di un nuovo termine per un nuovo tipo di cellula: la cellula neuropode. Questa tipologia cellulare attraverso le sinapsi con il nervo vago collega il lume intestinale al tronco encefalico e svolge la sua attività trasducendo gli stimoli sensoriali in maniera estremamente rapida usando il glutammato come neurotrasmettitore. Si è scoperto e studiato di fatto un circuito neuronale che permette la comunicazione diretta tra l’intestino e il cervello, così da formare una sorta di riconoscimento da parte del cervello di quello che stiamo mangiando. Questi sono solo alcuni delle ultime scoperte di settore dove, con una certa rapidità, le conoscenze e l’interesse aumentano di anno in anno.


Passando dal corpo all’intestino, è doveroso introdurre anche il ruolo dell’alimentazione per il mantenimento dello stato di salute mentale. É rilevante considerare come l’integrazione con particolari alimenti o integratori, al fine di migliorare lo stato intestinale, sia effettivamente una pratica condivisa da molti psicologi e psicoterapeuti ed affrontata nella pratica riconosciuta come psichiatria nutrizionale. Studi hanno dimostrato come modelli dietetici salutari siano fattore di resilienza per il benessere individuale, per il miglioramento dell’umore e come una dieta sana sia effettivamente indicatore di benessere mentale (5, 6). Allo stesso tempo, le diete malsane si sono dimostrate avere un impatto negativo sulla salute mentale dei giovani (7) così come le persone con disturbi mentali sembrano presentare forme di disequilibrio fisico come infiammazioni croniche (metainflammation) e alterato metabolismo, strettamente correlate alla tipologia di dieta.


Un interessante studio pubblicato da Nutrients, dal titolo ‘An Apple a Day’?: Psychiatrists, Psychologists and Psychotherapists Report Poor Literacy for Nutritional Medicine: International Survey Spanning 52 Countries (8), ha raccolto dati sottoponendo tematiche di nutrizione e salute mentale a psicologi, psichiatri, psicoterapeuti e altri professionisti del settore (per un totale di 1056 soggetti intervistati). Tra i risultati evidenziati si riporta il fatto che tutti riportano la presenza di un’alimentazione scorretta negli individui con disturbi mentali; molti raccomandano approcci alimentari con il trattamento dei disturbi (quasi il 60% raccomanda integratori, quasi il 50% suggerisce specifiche strategie alimentari). Tra gli integratori alimentari (secondo Direttiva 2002/46/CE (9) e Decreto legislativo del 21 maggio 2004, n. 169 (10)) maggiormente raccomandati troviamo vitamina D, B12, B6 omega 3, probiotici, acidi folico ed in misura più contenuta anche il 5-HTP. La dieta Mediterranea è raccomandata da 210 soggetti (su 1056, quasi il 20%), seguita da direttive Nazionali nutrizionali, meno indicate invece le diete Vegana e Glyx (a basso indice glicemico).


Seppur non ci siano delle vere e proprie indicazioni precise o dati puntuali su come intervenire sull’intestino per migliorare la salute mentale, chiaro è il ruolo della dieta e del bilancio nutrizionale come fattore ed arma per difendere la propria mente. Una dieta bilanciata, alimenti arricchiti (Regolamento (CE) No 1925/2006 (11)), integratori alimentari sono fattori di questa medesima equazione.

La salute mentale tra integratori e diete