Anche le aziende che producono vino e alcolici stanno affrontando le sfide del cambiamento climatico attuando metodi di produzione e imbottigliamento più rispettosi dell'ambiente e meno dispendiosi in termini di energia.


Per quanto il packaging in vetro possa risultare ecologico perchè facilmente riciclabile e rigenerabile, si sta lavorando su confezioni alternative che abbiano un carbon footprint più basso considerando che la produzione del materiale richiede un grande quantità di energia (la fusione si raggiunge a temperature superiori a 1.300°C) e il peso delle bottiglie che vengono spedite incide sul consumo di carburante e quindi sull’immissione in atmosfera di CO2.


Un packaging alternativo interessante si è notato in occasione dell'edizione 2022 del ProWein dove il produttore di distillati A. de Fussigny ha mostrato le nuove bottiglie costruite in lino per il suo cognac 2050.


    Bottiglie:
    la sostituzione del vetro con il lino

    Con un peso di soli 85 grammi, la bottiglia è 10 volte più leggera di una bottiglia di vetro convenzionale per alcolici, che pesa tra 700 e 1.000 grammi. L'etichetta usata, che sembra fondersi con il contenitore, è ricavata dalla caseina e risulta idrosolubile e biodegradabile. Secondo le prime stime, la sua impronta di carbonio è quattro volte inferiore ad una bottiglia similare in vetro.


    La tecnica di produzione è stata messa a punto dalla Green Gen Technologies e consiste in un'innovativa trama di fibre vegetali tratte dalla pianta del lino, rivestita internamente con un rPET, una pellicola per alimenti che può contenere in sicurezza un liquido fino al 95% di alcol. A tendere questa pellicola sarà sostituita da un film prodotto con scarti vegetali della canna da zucchero, così da ottenere una bottiglia 100% compostabile e riciclabile.


    Un ulteriore vantaggio rispetto al vetro tradizionale, oltre l'estrema leggerezza, è la resistenza agli urti e alle cadute, risultando la bottiglia infrangibile.