DALL’ANTIAGEING

ALL’HEALTHY AGEING 

ATTRAVERSO

UNA SKINCARE

PERSONALIZZATA

HEALTHY AGEING

Per decenni la scienza cosmetica si è concentrata sull’individuazione di sostanze e trattamenti in grado di opporsi all’invecchiamento del tessuto cutaneo. Oggi all’innovazione si chiede di più: promuovere un invecchiamento cutaneo sano è non solo possibile, ma coerente con le strategie di prevenzione che proteggono la salute di tutto il corpo. 

La produzione attuale nel settore della cosmesi è sempre più orientata allo sviluppo di soluzioni che non mascherino artificiosamente l’età delle persone, ma che valorizzino la loro condizione anagrafica. Basta osservare il crescente numero di star del mondo dello spettacolo che scelgono di portare i capelli grigi: un trend che ha fatto scuola, ha ispirato molte ragazze e ha dato visibilità ai colorist più esperti nella realizzazione del grigio argento che domina le passerelle e le riviste di moda. 

La comunità scientifica è unanime nel ritenere che la protezione del benessere e della salute dell’individuo è la chiave per mantenere più a lungo una pelle elastica, e quindi giovane, e un aspetto luminoso. Questa considerazione ha incentivato la messa a punto di cosmetici trattanti che offrono contestualmente colore e cura.  

Oggi la vera frontiera è quella della tailor made skincare: la cosmesi personalizzata mirata alla tutela dello stato di benessere dell’epidermide.  

    INTRODUZIONE

    L’innovazione tecnologica ha consentito lo sviluppo di strumenti diagnostici in grado di valutare le esigenze della pelle ad ogni età, in funzione del sesso, dello stile di vita, del tipo di ambiente a cui il soggetto è esposto, oltre ad un’ulteriore serie di parametri individuali. L’ampia scelta di prodotti oggi disponibili sul mercato permette di andare oltre il one-size-fits-all che non molto tempo fa orientava gli acquisti del pubblico, per giungere ad un approccio personalizzato, in linea con le tendenze attuali delle scienze della vita (Ref 115). 

    Molte aziende cosmetiche hanno già realizzato intere linee customizzabili di prodotti, in particolare sieri, composti da una base comune e da un booster da aggiungere estemporaneamente, che varia a seconda delle esigenze individuali del cliente. Viene così offerta un’azione di prevenzione della formazione delle rughe e delle linee di espressione alla quale può aggiungersi un’attività anti-arrossamento o affinatrice della texture cutanea oppure di miglioramento della luminosità del colorito o di altri parametri. 

    Altre soluzioni personalizzabili sono rappresentate da creme base di formulazione standard a cui vengono addizionati sieri di diversa tipologia che conferiscono al prodotto finale caratteristiche differenti, in linea con le richieste. Alla crema possono essere aggiunti microgranuli che la trasformano in un prodotto per lo scrub, anch’esso illuminante, antirughe o uniformante del colorito, a seconda della tipologia delle particelle. 

    LA COSMETICA SU MISURA 

    MONICA TORRIANI

    Consulente scientifica | Italia

    Bio...

    Per quanto riguarda il make-up, diversi grandi nomi della cosmetica hanno dato vita ad applicazioni digitali per la creazione di palette che prevengono l’invecchiamento cutaneo grazie all’apporto di fattori idratanti e nutritivi bilanciati. Rossetti dai colori unici, ombretti della sfumatura cromatica inimitabile che vengono prodotti on-demand e recapitati al domicilio della singola cliente nel giro di qualche giorno.  

    È possibile trovare il proprio perfect nude lipstick stando comodamente sedute sulla poltrona di casa e senza sobbarcarsi i costi proibitivi di una produzione su misura, anche in un’ottica della democratizzazione della cosmesi di alto livello (Ref 7). 

    Alcuni produttori hanno creato dispositivi in grado di studiare le caratteristiche della pelle della singola persona, allo scopo di formulare creme e trattamenti per il viso personalizzati a casa. Il funzionamento di questi apparecchi si basa sulla presenza di una app che analizza grandezze chimiche e fisiche ambientali quali il grado di umidità, la temperatura, l’esposizione ai raggi UV e i livelli di inquinamento, integrandone i valori con i dati personali, per preparare mini-capsule di prodotto in base alle specifiche esigenze. 

    NON SOLO CREME E SIERI… 

    Così come sta avvenendo per la medicina personalizzata, la strada ormai tracciata è quella di individuare dei biomarkers rappresentativi dello stato di salute della pelle, che permettano di stabilire in maniera oggettiva le sue effettive necessità e orientare in maniera efficace ed efficiente la formulazione di prodotti per la skincare, l’haircare ed il make-up. 

    Si tratta di indicatori correlabili alla concentrazione di diverse proteine o altre sostanze presenti nel tessuto cutaneo e legati ai segni dell’invecchiamento e della responsività all’azione degli attivi comunemente impiegati in cosmetica, fra cui il retinolo e alcuni biopeptidi (Ref 14).  

    I biomarcatori identificati nella pelle e riferibili all’invecchiamento intrinseco e al photoaging sono indicatori della capacità di mantenimento dell’efficienza della barriera cutanea mediante la biosintesi dei lipidi, la differenziazione delle cellule epidermiche, la gestione dello stress ossidativo e delle difese che neutralizzano i radicali liberi. Si tratta di molecole per lo più associate alla riduzione dell’espressione dei geni che codificano per la sintesi del collagene per quanto riguarda l’invecchiamento intrinseco e dell’aumento dell’espressione di geni che contengono le istruzioni per la produzione di elastina per il photoaging (Ref 2). 

    Come renderli fruibili dal punto di vista della produzione? Utilizzandoli per produrre modelli che simulino le interazioni del cosmetico con la fisiologia della pelle. La cosmetica personalizzata richiede lo sviluppo e l’applicazione di soluzioni statistiche e di modellizzazione che permettano di comprendere i meccanismi di aging attraverso considerazioni epigenetiche e di tradurli in algoritmi specifici che tengano conto in maniera precisa delle variazioni interindividuali nell’espressione genica (Ref 2). 

    INDIVIDUARE I BIOMARCATORI 

    Alla luce delle attuali tendenze della ricerca e dell’interesse del pubblico, le aziende del settore stanno lavorando nella direzione di proporre formulazioni sempre più specifiche, tanto che gli investimenti nella cosmetica personalizzata sono balzati nel corso di quest’anno a 1,04 miliardi di dollari, dagli 0,6 miliardi del 2020 (dati Statista aggiornati a ottobre 2021) (Ref 5). 

    Le percentuali di gradimento del pubblico nei confronti della personalized cosmetics e la diffusione di prodotti fai-da-te, customizzabili al di fuori di parametri di sicurezza rigidamente stabiliti legittimano la nascita di una serie di preoccupazioni, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti cosmetici made-on-the-spot.  

    Dopo una prima fase di entusiasmo pieno, adesso anche i consumatori si pongono il problema di possibili implicazioni concernenti la sicurezza, come testimoniano i risultati di alcune survey (Ref 4). 

    L’ASPETTO (CRITICO) DELLA SAFETY 

    Un’analisi condotta da un gruppo di ricercatori coreani su cosmetici personalizzati ha messo in luce le possibili conseguenze del trasferimento dei cosmetici in contenitori diversi da quelli nei quali sono stati originariamente confezionati ai fini di personalizzazione dei prodotti. Questo intervento rappresenta, infatti, un fattore di rischio significativo per la cross-contaminazione microbiologica. 

    Nel corso di una ricerca effettuata in Sud Corea, l’ottavo produttore al mondo di cosmetici, sono emersi dati meritevoli di attenzione. Se cosmetici che hanno subito, durante la produzione, trattamenti termici e che vengono conservati e utilizzati senza essere trasferiti di contenitore mostrano una carica microbica relativamente bassa (compresa fra 0 e 440 CFU/mL), nei prodotti preparati estemporaneamente la carica raggiunge le 2.830 CFU/mL anche a pH superiori a 11.  

    In particolare, le preparazioni semisolide, come le creme e i prodotti da risciacquare, sono particolarmente suscettibili alle contaminazioni: nello studio in esame, la loro carica microbica oscilla fra un minimo di 2.710 ed un massimo di 2.830 CFU/mL.  

    Questa ricerca ha anche permesso di constatare che, nei cosmetici customizzati, la maggior parte dei microorganismi (40,8%) ritorna a cariche non rilevabili dopo 60 giorni di shelf life (Ref 6). 

    IL RISCHIO MICROBICO 

    I cosmetici personalizzati rientrano, dal punto di vista regolatorio, nel campo di applicazione della Direttiva CE 1123/2009. 

    Ma, secondo numerosi esperti, la Cosmetic Regulation potrebbe non essere sufficiente a normare un ambito relativamente nuovo e che apre a rischi inediti. Una regolazione più specifica sarebbe utile a fronteggiare i potenziali problemi originati da una diffusione di massa di questi prodotti (Ref 34). 

    Un regolatorio dedicato dovrebbe considerare i fattori di rischio esistenti in termini di sicurezza e portare alla fabbricazione di prodotti che siano safe-by-design, anche attraverso l’impiego di strumentazioni sofisticate e secondo metodi di produzione innovativi basati su elevati standard di qualità (Ref 6, 8, 11, 13, 14). 

    EVOLUZIONI REGOLATORIE ALL’ORIZZONTE?