RIPENSARE AL TEMA DELL’INVECCHIAMENTO:

OBIETTIVO

“WELL, HEALTHY AGEING”

Il mito dell’eterna giovinezza è inseguito da generazioni, si ispira alla perfezione, a un ideale di bellezza della cultura classica, ben raffigurato dalla Venere di Milo.

Questa visione di giovinezza perenne si scontra con le critiche che sottolineano come sia un’idea di bellezza non reale. Parlare di antietà è contro natura, sempre più si pone l’attenzione sull’autenticità. (1)

La sfida non è più semplicemente proporre soluzioni per combattere le rughe. Lo stile di vita è al centro di un vero e proprio movimento culturale. Si insegna ad affrontare il tempo che passa con lentezza, in maniera globale ed intervenire in modo preventivo per posticipare gli effetti dell’invecchiamento.

    INTRODUZIONE

    La medicina anti-ageing nata negli Stati Uniti è attualmente considerata la disciplina medica con il più rapido sviluppo, mette in evidenza di controllare lo stress, combattere i radicali liberi, preservare l’elasticità della pelle, attaccare l’invecchiamento a livello molecolare per mantenere rigenerate le cellule, custodire un’ottimale efficienza delle funzioni cognitive e delle difese immunitarie, mantenere il peso-forma.

    Si fa leva sul concetto di longevità per rendere consapevoli donne e uomini che ambiente e stile di vita impattano sulla pelle e sulla loro bellezza.


    IL RUOLO DELLA RETE E LA CONSAPEVOLEZZA DEL CONSUMATORE 

    GIOVANNA SARTOR

    JOLAB | Italia

    Bio...

    Lo studio e l’approfondimento dei processi biologici hanno chiarito che l’invecchiamento è un fenomeno graduale, irreversibile e multifattoriale.

    La parte intrinseca del processo è legata al patrimonio genetico di ognuno di noi e a processi ormonali.

    L’invecchiamento fisiologico denominato crono-invecchiamento è conseguenza delle normali attività biologiche interne: fattori metabolici, microflora intestinale, infiammazione e stress ossidativo.

    La progressiva riduzione delle funzioni fisiologiche ed in particolare delle capacità riparative si manifesta con una maggiore suscettibilità agli stimoli nocivi.


    Il danno al DNA cellulare avviene continuamente, conseguenza dei normali processi metabolici. L’evoluzione millenaria del nostro patrimonio genetico ha costruito validi sistemi di difesa adeguandolo alle sollecitazioni ossidative ed ambientali.

    VOGLIA DI (GRANDI) NOVITÀ 

    Il prendersi cura di sé è agire per conservare l’efficienza dei sistemi biologici, risultato del continuo bilanciamento tra danni molecolari e meccanismi di riparazione.

    L’invecchiamento cutaneo è conseguenza di un accumulo di danni biologici. Lo stile di vita gioca un ruolo importante sull’accelerazione di questo fenomeno silente.

    Gli studi di epigenetica ci hanno fatto comprendere come le sollecitazioni ambientali possano agire sullo stato di attivazione funzionale dei geni. (2)

    Tra i fattori estrinsechi sono note le cause e le conseguenze di un’esposizione eccessiva alle radiazioni solari, all’inquinamento ambientale urbano, ai fattori climatici o al contatto con contaminanti.

    Sono emersi gli effetti della luce blu connessi all’uso eccesivo di device, smartphone e personal computer.

    Il focus è sul nostro modo di essere ed il modo di comportarci che influenza come invecchieremo: stress, tipo di dieta, quanta e come si fa attività fisica, l’uso del tabacco, numero di infezioni.

    SMART SHOPPING: PRIMA LA QUALITÀ, POI IL PREZZO 

    La pelle è un tessuto complesso con numerose funzioni. È l’interfaccia con l’esterno, ne regola gli scambi e ci difende dagli agenti ambientali. Con l’avanzare dell’età si evidenziano drastici cambiamenti strutturali e nella sua composizione chimica.

    La scoperta che alla funzione barriera concorre l’epidermide e lo stratum microbium (insieme di microrganismi, dermobiota) che funziona sia da barriera fisica che immunologica ha messo in luce come dovremmo ripensare a formulare i cosmetici, in particolare a quali sistemi conservanti andremo ad utilizzare.

    Proteggendo il proprio microbiota ci si prende cura di se stessi e della propria bellezza. Dobbiamo però fare i conti col fatto che ciascun individuo e ciascuna area del corpo possiede una specifica popolazione microbica.

    L’equilibrio della composizione del microbioma cutaneo e la protezione dei microbi residenti permette di mantenere in salute la pelle, evitando la colonizzazione di batteri potenzialmente patogeni.

    Si afferma la consapevolezza che il microbiota cutaneo assicura il mantenimento dello stato di salute della pelle formando uno strato protettivo nei confronti dei fenomeni che provocano l’invecchiamento o di disturbi cutanei quali l’infiammazione, l’acne, la rosacea o la psoriasi.

    La cura della pelle matura è parte integrante di uno stile di vita sano collegato a un invecchiamento positivo e armonioso. In una prospettiva olistica si collegano funzionalità cosmetiche a benefici emotivi e psicologici e non solo fisici.



    L’ECCELLENZA VINCE  

    Pelle e cervello sono intimamente connessi: nascono, infatti, dalla stessa struttura embrionale e rimangono inseparabili per il resto della vita.

    L’epidermide costituisce l’interfaccia tra il corpo e l’ambiente. I cheratinociti possiedono sensori ambientali di stress meccanico, temperatura, pressione osmotica, stimoli chimici e pH.

    Una delle famiglie di recettori è la TRP (Transient Receptor Potential).

    TRPV1 fortemente espresso negli strati superiori dell’epidermide agisce come sensore della temperatura esterna ed è espresso anche a livello basale dove sembra giocare un ruolo nell’interazione epidermico-dermica è attivato dal calore (> 43 C), da condizioni acide (pH < 6,6) e dalla capsaicina (3).

    TRPV3 è attivato dal calore (> 35C), dallo stress meccanico, dalla canfora e dal borato.

    TRV4 è attivato dalla pressione osmotica e potrebbe giocare un ruolo importante come sensore di flusso dell’acqua dalla superficie epidermica. Si è dimostrato come questi recettori siano associati all’omeostasi della barriera cutanea e agiscano come sensori per mantenere costante la temperatura degli organi interni. (3)

    I cheratinociti sintetizzano e rilasciano ormoni, neuropeptidi, neurotrasmettitori e altri bioregolatori. Come organo neuroendocrino tramite un’informazione sensoriale – sistema di elaborazione comunica con il sistema neuroendocrino centrale per regolare l'omeostasi locale con il potenziale di influenzare gli stati e le emozioni di tutto il corpo.

    Tutti i componenti dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrenale (HPA) sembrano essere presenti nei cheratinociti epidermici. Questi risultati sono coerenti con l'ipotesi che l'epidermide svolge un ruolo significativo nell'adattamento della fisiologia del corpo intero, e anche della risposta emotiva alle modifiche ambientali. Disturbi cutanei come la dermatite atopica o la psoriasi causano prurito, disturbi del sonno, preoccupazione per l’aspetto e sono associati a depressione e ansia. (4)


    I cheratinociti umani in coltura possono generare modelli elettrochimici spazio-temporali simili a quelli osservati nel cervello. Tutti i componenti dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrenale (HPA) sembrano essere presenti nei cheratinociti epidermici.

    Da questi risultati si evince che l'epidermide ha molte delle attività funzionali del cervello per questo è considerata come “terzo cervello”. (5)

    La sintesi di ossitocina, serotonina, beta endorfine, noti neuromediatori legati alla felicità, a livello cerebrale si trasforma in una risposta di benessere che rende la pelle più forte e sana, più radiosa. L’aromacosmesi sfrutta le proprietà degli oli essenzili e delle acque aromatiche e in ambito olistico è stata impiegata per cosmetici che migliorano l’umore.



    L’ECCELLENZA VINCE  

    La neurocosmesi studia la relazione tra pelle e sistema nervoso centrale e come l’applicazione di un cosmetico possa generare un’attività sul sistema nervoso cutaneo o sui mediatori cutanei. Alcuni ingredienti possono agire mediante una modulazione diretta delle terminazioni nervose cutanee oppure mediante una regolazione delle molecole rilasciate. Il mentolo, ad esempio, attiva i recettori della pelle che simulano una sensazione di fresco. (6)

    Una disbiosi del microbioma cutaneo interferisce col network neurochimico della pelle e con la funzione svolta dall’epidermide di “terzo cervello” che aiuta il sistema nervoso centrale ad analizzare ed adattarsi meglio ai cambiamenti ambientali. Il microbiota cutaneo svolge un ruolo essenziale nell’immunità dell’organismo umano: compete con i microrganismi patogeni, attiva le risposte immunitarie dell’ospite con produzione di citochine, chemiochine e AMP. Può stimolare la produzione delle molecole del benessere come l’ossitocina.

    Nella psicosomatica la pelle è lo specchio del nostro stato emotivo e di conflitti interiori: se ti senti bene appari radioso, a tuo agio.



    L’ECCELLENZA VINCE  

    HEALTHY AGEING